Codice Civile art. 729 - Assegnazione o attribuzione delle porzioni.Assegnazione o attribuzione delle porzioni. [I]. L'assegnazione delle porzioni eguali è fatta mediante estrazione a sorte. Per le porzioni diseguali si procede mediante attribuzione. Tuttavia, rispetto a beni costituenti frazioni eguali di quote diseguali, si può procedere per estrazione a sorte [2646; 789 3 c.p.c.]. InquadramentoIl procedimento di divisione si conclude con l'assegnazione delle porzioni, che possono essere uguali o diseguali. La norma in commento regola le modalità di assegnazione delle porzioni a seconda della loro natura (a seconda, cioè, che si tratti di porzioni uguali ovvero di porzioni disuguali). L'assegnazione delle porzioniIn presenza di porzioni uguali, l'assegnazione delle stesse deve avvenire mediante estrazione a sorte. La ratio è quella di garantire la trasparenza delle operazioni divisionali contro ogni possibile favoritismo. Trattasi, tuttavia, di regola che non ha carattere assoluto, ma soltanto tendenziale, ed è pertanto derogabile in base a valutazioni prettamente discrezionali, che possono attenere non soltanto a ragioni oggettive legate alla condizione funzionale ed economica dei beni, quale risulterebbe dall'applicazione della regola del sorteggio, ma anche a fattori soggettivi di apprezzabile e comprovata opportunità, la cui valutazione è sindacabile in sede di legittimità soltanto sotto il profilo del vizio di motivazione (Cass. n. 18683/2019; Cass. n. 4426/2017; Cass. n. 1091/2007. Contra, Cass. n. 15079/2005, secondo cui il criterio dell'estrazione a sorte previsto dall'art. 729 nel caso di uguaglianza di quote può essere derogato soltanto in presenza di ragioni oggettive legate alla condizione dei beni). È controverso in giurisprudenza se l'uguaglianza delle porzioni, ai fini dell'assegnazione per sorteggio delle medesime, vada riferito al momento dell'apertura della successione ovvero a quello della divisione: ad un orientamento più datato, che imponeva di fare riferimento al momento dell'apertura della successione (Cass. n. 8772/1994), se ne è contrapposto un altro successivo, secondo cui l' uguaglianza delle quote va riferita al momento della divisione, sia perché la norma non qualifica le quote in questione come ereditarie, ed è pertanto da intendere come misura della partecipazione alla comunione, come risultante anche dagli atti dispositivi dei condividenti, sia perché il diritto di prelazione, di cui all'art. 732, volto a favorire fra l' altro la concentrazione delle quote nei condividenti, è previsto anche per facilitare tendenzialmente la formazione delle porzioni (Cass. n. 15540/2000). Il presenza, invece, di porzioni disuguali l'assegnazione delle porzioni è fatta mediante diretta attribuzione ai condividenti in ragione delle rispettive quote, salva, tuttavia, la facoltà per il giudice di giungere all'assegnazione mediante sorteggio per i beni costituenti frazioni uguali di quote disuguali (Cass. n. 3375/1968). Peraltro, qualora alcuni dei condividenti vogliano mantenere la comunione con riferimento alle quote loro spettanti, ottenendo l'assegnazione congiunta di una quota pari alla somma delle loro singole quote, deve ritenersi sussistere, ai sensi dell'art. 729, un'ipotesi di porzioni diseguali, con conseguente impossibilità di procedere all'assegnazione delle quote mediante sorteggio e necessità, quindi, di disporre l'attribuzione delle stesse da parte del giudice, atteso che l'alterazione dell'originaria uguaglianza delle quote ereditarie, dovuta alla richiesta di alcuni coeredi di attribuzione di una porzione corrispondente ad una quota pari alla somma delle singole quote loro spettanti, determina un inevitabile riflesso sulle modalità di attuazione della divisione e giustifica la mancata adozione del criterio di estrazione a sorte (Cass. n. 407/2014). BibliografiaBonilini, Divisione, in Dig. Civ., Torino, 1990, 487 e ss.; Mora, Il contratto di divisione, Milano, 1994, 1 e ss.; Mora, La divisione. Effetti, garanzie e impugnative, Milano, 2014, 1 e ss.; Pischetola, La divisione contrattuale. Profili civilistici e fiscali, Roma, 1 ss. |