Codice Civile art. 748 - Miglioramenti, spese e deterioramenti.

Giusi Ianni

Miglioramenti, spese e deterioramenti.

[I]. In tutti i casi, si deve dedurre a favore del donatario il valore delle migliorie apportate al fondo nei limiti del loro valore al tempo dell'aperta successione [456, 1150].

[II]. Devono anche computarsi a favore del donatario le spese straordinarie da lui sostenute per la conservazione della cosa, non cagionate da sua colpa [1150].

[III]. Il donatario dal suo canto è obbligato per i deterioramenti che, per sua colpa, hanno diminuito il valore dell'immobile.

[IV]. Il coerede che conferisce un immobile in natura può ritenerne il possesso sino all'effettivo rimborso delle somme che gli sono dovute per spese e miglioramenti [1152].

Inquadramento

La norma disciplina l'ipotesi in cui all'immobile oggetto di collazione siano state apportate delle migliorie da parte del donatario ovvero quest'ultimo abbia sostenuto, rispetto al bene donato, delle spese straordinarie o abbia colpevolmente cagionato al bene stesso dei deterioramenti che abbiano inciso sul suo valore.

Le migliorie al bene donato

In tutti i casi in cui si proceda a collazione di immobile, il donatario ha il diritto di dedurre il valore delle migliorie apportate al fondo nei limiti del loro valore al tempo dell'aperta successione.

Il principio, secondo la giurisprudenza di legittimità, opera tanto con riguardo alle migliorie apportate direttamente dal donatario stesso, quanto con riguardo a quelle apportate da altri, e, quindi, anche dal donante, salva restando, in tale ultima ipotesi, l'eventuale ricorrenza di una successiva liberalità, suscettibile di distinta collazione nel concorso dei prescritti requisiti (Cass. n. 4009/1981). Costituisce miglioria qualunque opera che si incorpori nel fondo e ne determini un aumento di valore (Cass. n. 2621/1974). Per questi motivi le migliorie apportate al fondo devono essere calcolate non in base alle spese fatte, ma in relazione all'incremento di valore del fondo (Cass. n. 5982/1979). La deduzione per migliorie e spese ex art. 748 spetta anche al donatario nudo proprietario che provi di aver migliorato il bene donatogli dal de cuius con riserva di usufrutto (Cass. n. 24150/2015). Fra i miglioramenti rilevanti ex art. art. 748 rientra anche l'affrancazione del fondo enfiteutico, sempreché il donatario provi (eventualmente anche a mezzo di presunzioni) di avervi provveduto a propria cura e spese (Cass. n. 649/1991). L'onere di provare le migliorie grava, in ogni caso, sul donatario che alleghi di averle apportate e ne chieda la detrazione (Cass. n. 4009/1981).

Le spese straordinarie sostenute dal donatario

Il donatario che proceda a collazione di immobile ha diritto, altresì, alla deduzione in suo favore delle spese straordinarie da lui sostenute per la conservazione della cosa, non cagionate da sua colpa.

Spese deducibili, come chiarito dalla giurisprudenza, sono soltanto quelle dovute ad eventi straordinari od eccezionali e non già quelle ordinarie, destinate ad essere compensate con la percezione dei frutti (Cass. n. 1510/1964).

I deterioramenti ascrivibili a colpa del donatario

Il donatario è, invece, obbligato a rimborsare i deterioramenti che, per sua colpa, hanno diminuito il valore dell'immobile.

Il diritto di ritenzione

Qualora il coerede scelga di effettuare in natura la collazione dell'immobile, può ritenerne il possesso sino all'effettivo rimborso delle somme che gli sono dovute per spese e miglioramenti.

Bibliografia

Albanese, Della collazione. Del pagamento dei debiti, Milano, 2009, 1 ss.; Andreoli, Contributo alla teoria della collazione delle donazioni, Milano, 1942, 152; Carnevali, Collazione, in Dig. Civ., Torino, 1988, 472 ss.

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