Codice Civile art. 764 - Atti diversi dalla divisione.

Giusi Ianni

Atti diversi dalla divisione.

[I]. L'azione di rescissione [763] è anche ammessa contro ogni altro atto che abbia per effetto di far cessare tra i coeredi la comunione dei beni ereditari.

[II]. L'azione non è ammessa contro la transazione [1965 ss.] con la quale si è posto fine alle questioni insorte a causa della divisione o dell'atto fatto in luogo della medesima, ancorché non fosse al riguardo incominciata alcuna lite.

Inquadramento

La norma in commento al primo comma equipara alla divisione, ai fini dell'esercizio dell'azione di rescissione ultra quartum di cui all'art. 764, anche ogni altro atto che abbia per effetto quello di far cessare tra i coeredi la comunione dei beni ereditari. Tra questi atti vi è anche la c.d. divisione transattiva, con cui le parti provvedono allo scioglimento della comunione ereditaria facendosi reciproche concessioni, ma prevedendo porzioni corrispondenti alle rispettive quote ereditarie. Al comma 2, tuttavia, si esclude che il rimedio rescissorio possa essere esperito avverso la transazione c.d. divisoria, con cui si sia posto fine, cioè alle questioni sorte per effetto della divisione, ma senza procedersi al calcolo di porzioni corrispondenti alle quote dei condividenti.

Secondo la giurisprudenza di merito, l'art. 764, sotto la generica intestazione "atti diversi dalla divisione" se per un verso rende certo che questa non costituisce l'unico strumento negoziale di scioglimento, anche parziale, di una comunione ereditaria, introduce per altro verso, sotto il profilo della ammissibilità o non dell'azione di rescissione, figure negoziali, utili allo scioglimento della comunione, quali la cd. divisione transattiva - contro la quale è ammessa l'azione di rescissione, art. 764 comma 1 - e la cd. transazione divisoria - contro la quale quell'azione non è ammessa (Trib. Massa, n. 580/2015).

Gli atti equiparati alla divisione ai fini della rescissione

Atto equiparato alla divisione agli effetti dell'esperibilità dell'azione di rescissione per lesione è qualunque atto che realizzi, quale effetto, la cessazione fra i coeredi della divisione ereditaria, alla condizione che l'atto stesso contenga una divisione negoziale, anche di carattere transattivo, caratterizzata dalle attribuzioni di valori proporzionali alle quote ereditarie. Se, invece, nell'atto che pone fine alla comunione i condividenti, allo scopo di evitare una lite o di comporne una già sorta, si accordino sull'attribuzione di beni senza procedere al calcolo delle porzioni corrispondenti alle quote di partecipazione alla comunione, si ha una transazione divisoria avverso la quale l'azione di rescissione non è consentita in forza del divieto contenuto nel comma 2 dell'art. 764.

La transazione divisoria

Secondo la giurisprudenza di legittimità, il «discrimen» tra divisione transattiva, rescindibile ex art. 764, comma 1, e transazione divisoria, non rescindibile ex art. 764, comma 2, né annullabile per errore ex art. 1969, non è costituito dalla natura transattiva di una controversia divisionale, ricorrente in entrambi i negozi, bensì dall'esistenza, nella prima e non nella seconda, di proporzionalità tra le attribuzioni patrimoniali e le quote di ciascuno dei partecipanti alla comunione (Cass. n. 13942/2012). Si è, altresì, osservato che al fine di escludere la rescindibilità dell'atto di divisione, ai sensi dell'art. 764, comma 2, non è sufficiente constatare che essa contenga una contestuale transazione, dovendosi, ancora, accertare che l'accordo transattivo, regolando ogni controversia, anche potenziale, in ordine alla determinazione delle porzioni corrispondenti alle quote ereditarie, abbia avuto ad oggetto proprio le questioni costituenti presupposto ed oggetto dell'azione di rescissione, con la conseguenza che, accertato che le parti, con le espressioni usate nel negozio transattivo, non abbiano affatto voluto porre termine ad una disputa sulle stime (correndo, per l'effetto, l'alea reciproca di assegnare cespiti di valore inferiore oltre il quarto alla rispettiva quota), ma soltanto manifestato l'intendimento di procedere alla divisione senza esasperazione delle stime medesime (accontentandosi amichevolmente di valutazione esposte al rischio di qualche marginale approssimazione), dovrà ritenersi del tutto legittima, per l'effetto, la successiva proposizione dell'azione di rescissione oltre il quarto di cui al menzionato art. 764 (Cass. n. 8448/1997; Cass. n. 8240/2019). 

Bibliografia

Burdese, La divisione ereditaria, in Trattato di diritto civile italiano, Torino, 1980, 244; Morelli, La comunione e la divisione ereditaria, in Giurisprudenza sistematica di diritto civile e commerciale, Torino, 1998, 228.

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