Codice Civile art. 784 - Donazione a nascituri.Donazione a nascituri. [I]. La donazione può essere fatta anche a favore di chi è soltanto concepito, ovvero a favore dei figli di una determinata persona vivente al tempo della donazione, benché non ancora concepiti [462]. [II]. L'accettazione della donazione a favore di nascituri, benché non concepiti, è regolata dalle disposizioni degli articoli 320 e 321. [III]. Salvo diversa disposizione del donante, l'amministrazione dei beni donati spetta al donante o ai suoi eredi [643], i quali possono essere obbligati a prestare idonea garanzia [1179]. I frutti maturati prima della nascita sono riservati al donatario se la donazione è fatta a favore di un nascituro già concepito. Se è fatta a favore di un non concepito, i frutti sono riservati al donante sino al momento della nascita del donatario. InquadramentoIn analogia a quanto disposto dall'art. 462 per la materia testamentaria, la donazione può essere fatta anche in favore di soggetto soltanto concepito nonché in favore del nascituro non concepito che sia figlio di una persona determinata vivente al tempo della donazione. In tali casi, l'accettazione dovrà essere fatta da chi ha la rappresentanza legale del donatario al tempo della donazione, previa autorizzazione da parte del giudice tutelare in forza di quanto disposto dall'art. 320 (espressamente richiamato dall'art. 784, al pari del successivo art. 321 che prevede la nomina di un curatore speciale in presenza di situazioni di conflitto di interessi). La donazione in favore del concepito e del nascituro non concepitoLa donazione in favore di concepito e quella in favore di nascituro non concepito è, secondo la dottrina, fattispecie subordinata condizionativamente al verificarsi dell'evento della nascita, sicché la sua efficacia rimane sospesa sino a quando non sia nato vivo il destinatario dell'attribuzione (Bonilini, Manuale di diritto ereditario e delle donazioni, Torino, 2010, 391). Fino a quando non si verifica l'evento della nascita, l'amministrazione dei beni donati spetta al donante o ai suoi eredi, i quali possono anche essere obbligati a prestare idonea garanzia in favore del donatario. Con l'accettazione, infatti, al nascituro (concepito o non concepito) spetta solo una aspettativa sui beni donati, tale da legittimare i legali rappresentanti, secondo la dottrina, ad atti e provvedimenti cautelari. I frutti maturati prima della nascita sono riservati al donatario se la donazione è fatta a favore di un nascituro già concepito. Se, invece, la donazione è fatta a favore di un non concepito, i frutti sono riservati al donante sino al momento della nascita del donatario. La norma, in ogni caso, ha carattere dispositivo ed è, quindi, derogabile dal donante nel contratto di donazione. BibliografiaAzzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990, 853 ss.; Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2015, 1505 ss. |