Codice Civile art. 793 - Donazione modale.Donazione modale. [I]. La donazione può essere gravata da un onere [647, 1861 2]. [II]. Il donatario è tenuto all'adempimento dell'onere entro i limiti del valore della cosa donata [671]. [III]. Per l'adempimento dell'onere può agire, oltre il donante, qualsiasi interessato, anche durante la vita del donante stesso [648]. [IV]. La risoluzione per inadempimento dell'onere, se preveduta nell'atto di donazione, può essere domandata dal donante o dai suoi eredi [648 2, 2652 n. 1]. InquadramentoLa norma in commento disciplina la particolare figura della donazione modale, caratterizzata dall'imposizione al donatario di un peso o un onere limitativo della liberalità. La donazione modaleSecondo la giurisprudenza di legittimità, l'imposizione di un onere in capo al donatario non ha natura di corrispettivo e non vale, quindi, a trasformare la donazione da contratto a titolo gratuito in contratto oneroso. Trattasi, pertanto, di un elemento accidentale del contratto, che accede alla donazione e al suo fine principale, senza influire sul suo contenuto giuridico (Cass. n. 13876/2005), operando come ulteriore movente del donante. Di qui la netta sua distinzione dalla condizione, perché, mentre gli effetti della donazione sottoposta a condizione sospensiva non si verificano se non quando l'evento dedotto si sia avverato, l'efficacia della donazione modale ha sempre luogo, a prescindere dall'adempimento o meno del modus (Cass. n. 6304/2019). Poiché, tuttavia, il modus comporta una diminuzione di valore della donazione stessa, incidendo sull'ammontare del trasferimento patrimoniale, di esso è necessario tenere conto ai fini della riunione fittizia conseguente alla riduzione della donazione ex art. 555 (Cass. n. 6925/2015). Il modus vale, poi, a generare una vera e propria obbligazione a carico del donatario, come evincibile dalla facoltà che si riconosce al donante e a qualsiasi altro interessato di agire per l'adempimento e dalla possibilità per i contraenti di prevedere l'inadempimento quale causa di risoluzione del contratto. Esso può consistere in una prestazione di dare o di fare (ad esempio, l'obbligo di assistere il donante o di prestare una rendita in favore di quest'ultimo; l'obbligo di realizzare opere sul bene donato ecc.), purché tale prestazione sia certa e determinata, ricorrendo altrimenti la differente figura della donazione risolutivamente condizionata (Cass. S.U., n. 5702/2012). Il modus può in teoria anche esaurire l'intera utilità economica della donazione, ma in ogni caso il donatario è tenuto ad adempiere nei limiti del valore del bene donato: ciò comporta che qualora la prestazione dovuta dal donatario superi il valore della donazione, egli non sarà tenuto per l'eccedenza. Per l'adempimento dell'onere può agire qualunque interessato, anche durante la vita del donante. L'inadempimento dell'onereMentre per l'adempimento dell'onere imposto con le donazioni modali sono legittimati ad agire sia il donante sia qualunque altro interessato (anche durante la vita del donante stesso), per la risoluzione della donazione per inadempimento dell'onere possono agire unicamente il donante e, dopo la sua morte, gli eredi, sempre che la facoltà di risoluzione sia stata espressamente prevista nell'atto di donazione. La diversità di disciplina è stata spiegata dalla giurisprudenza con il fatto che solo il donante e i suoi eredi sono in grado di apprezzare le ragioni dell'inadempimento con riguardo allo spirito di liberalità (Cass. n. 1036/2000), mentre l'adempimento, di contro, sarebbe sempre funzionale al rispetto della volontà del donante. La stessa giurisprudenza di legittimità ha osservato che la risoluzione per inadempimento dell'onere non può avvenire ipso iure, senza valutazione di gravità dell'inadempimento ai sensi dell'art. 1455, non essendo consentito inserire nel contratto di donazione una clausola risolutiva espressa, quale istituto che, essendo proprio dei contratti sinallagmatici, non può estendersi al negozio a titolo gratuito, cui pure acceda un «modus» (Cass. n. 14120/2014). La trascrizione della domanda di risoluzione per inadempimento dell'onere non pregiudica il diritto acquistato dal terzo con atto trascritto anteriormente, a prescindere dalla sua buona fede, non essendo tale ultimo requisito contemplato dall'art. 2652, comma 1, n. 1 (Cass. n. 12959/2014). Quanto al regime della prescrizione, si è chiarito che l'azione di risoluzione della donazione modale per l'inadempimento dell'onere può essere proposta solo dal momento in cui si verifica tale inadempimento, purché questo non sia determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa non imputabile all'obbligato; ne consegue che l'azione è soggetta alla prescrizione e al relativo termine, decorrente dall'epoca dell'inadempimento dell'onere e non dalla data di conclusione del contratto di donazione (Cass. n. 24131/2018). Secondo la S.C., nella donazione modale a favore di un terzo determinato, il soggetto passivo dell'imposta sulla donazione è il beneficiario dell'onere, in quanto, questi, attraverso l'intermediazione materiale del donatario, riceve l'attribuzione patrimoniale o la prestazione costituente l'oggetto dell'onere ( Cass. n. 6077/2023 ). BibliografiaAzzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990, 853 ss.; Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2015, 1505 ss. |