Codice Civile art. 802 - Termini e legittimazione ad agire.

Giusi Ianni

Termini e legittimazione ad agire.

[I]. La domanda di revocazione per causa d'ingratitudine deve essere proposta dal donante o dai suoi eredi, contro il donatario o i suoi eredi, entro l'anno dal giorno in cui il donante è venuto a conoscenza del fatto che consente la revocazione [2652 n. 1, 2964].

[II]. Se il donatario si è reso responsabile di omicidio volontario [575 c.p.] in persona del donante o gli ha dolosamente impedito di revocare la donazione, il termine per proporre l'azione è di un anno dal giorno in cui gli eredi hanno avuto notizia della causa di revocazione [141 trans.].

Inquadramento

La norma in commento individua i termini per la proposizione dell'azione di revocazione per ingratitudine della donazione e la legittimazione al suo esperimento.

L'azione di revocazione della donazione per ingratitudine

L'azione diretta ad ottenere la revocazione per ingratitudine della donazione può essere proposta solo dal donante o dai suoi eredi. Ciò in quanto l'azione ha natura strettamente personale e il legislatore rimette al donante (o agli eredi) la valutazione se mantenere in vita il contratto di donazione o chiederne la revocazione in caso di ingratitudine del donatario. L'azione deve essere proposta entro un anno dal giorno in cui il donante è venuto a conoscenza del fatto che consente la revocazione.

In particolare, secondo quanto chiarito dalla giurisprudenza di legittimità, il termine decorre dal momento in cui il donante abbia acquisito la piena e sicura consapevolezza del compimento da parte del donatario di uno degli atti che legittimano l'esercizio del relativo diritto (Cass. n. 1090/2007). In caso di ingiuria grave, quindi, non è sufficiente che del fatto ingiurioso il donante abbia vaghe e generiche notizie, essendo invece rilevante la completa conoscenza di fatti e circostanze tali da determinare in lui la certezza di avere subito ingiuria grave da parte del donatario (Cass. n. 6208/1993).

Si è ulteriormente chiarito che per individuare il momento iniziale di decorrenza del termine annuale per il proponimento dell'azione di revocazione della donazione per ingratitudine del donatario, ove si tratti di comportamento ingiurioso da quest'ultimo posto in essere, deve guardarsi al momento in cui gli atti offensivi raggiungono un livello tale da non poter essere più ragionevolmente tollerati secondo una valutazione di normalità (Cass. n. 21010/2016).

Se, poi, il donatario si è reso responsabile di omicidio volontario nei confronti del donante o gli abbia dolosamente impedito di revocare la donazione, il termine per proporre l'azione è di un anno dal giorno in cui gli eredi hanno avuto notizia della causa di revocazione. Il termine fissato dall'art. 802, sempre secondo quanto chiarito dalla giurisprudenza di legittimità, è fissato a pena di decadenza e presuppone che la domanda stessa, per dispiegare i propri effetti, sia completa in tutti i suoi elementi costitutivi e sia portata ritualmente a conoscenza del destinatario nelle forme di legge attraverso una valida notifica. Ne consegue che la perenzione del termine di decadenza non è impedita né dalla notifica nulla di un atto di citazione (perché effettuata dall'altro coniuge presso il domicilio coniugale da cui la convenuta si era allontanata per andare a vivere altrove) né dalla notifica di un atto di citazione nullo (perché contenente un termine a comparire inferiore a quello di cui all'art. 163-bis c.p.c.) non essendo sufficiente che gli atti siano venuti di fatto a conoscenza del destinatario (Cass. n. 26827/2008).

Bibliografia

Azzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990, 853 ss.; Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2015, 1505 ss.

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