Codice Civile art. 804 - Termine per l'azione.Termine per l'azione. [I]. L'azione di revocazione per sopravvenienza di figli deve essere proposta entro cinque anni [2652 n. 1, 2964 ss.] dal giorno della nascita dell'ultimo figlio nato nel matrimonio o discendente ovvero della notizia dell'esistenza del figlio o discendente, ovvero dell'avvenuto riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio (1). [II]. Il donante non può proporre o proseguire l'azione dopo la morte del figlio o del discendente. (1) L'art. 89, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, dopo le parole: «ultimo figlio» ha aggiunto le seguenti «nato nel matrimonio»; ha soppresso la parola: «legittimo» e sostituito la parola «naturale» con le parole: «nato fuori del matrimonio». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. Precedentemente, l'art. 1, comma 11, l. 10 dicembre 2012, n. 219 aveva disposto che le parole: “figli legittimi” e “figli naturali”, ovunque ricorressero nel codice civile, erano sostituite dalla parola: “figli” InquadramentoLa norma in commento regola i termini di proposizione dell'azione di revocazione per sopravvenienza di figli. Anch'essa è stata oggetto di modifica da parte della l. n. 219/2012 e del d.lgs. n. 154/2013, specie a livello terminologico, non parlandosi più di figli legittimi e naturali, bensì di figli nati nel matrimonio ovvero fuori da esso. I termini di proposizione dell'azione di revocazione per sopravvenienza di figliSulla base dell'attuale formulazione dell'art. 803 l'azione di revocazione per sopravvenienza di figli deve essere proposta entro cinque anni dal giorno della nascita dell'ultimo figlio o discendente nato nel matrimonio ovvero della notizia dell'esistenza del figlio o discendente, ovvero dell'avvenuto riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio. Come per l'analoga norma di cui all'art. 802, dettata per l'affine ipotesi di revocazione per ingratitudine, deve ritenersi che il termine sia di decadenza e non di prescrizione. A differenza, invece, dell'art. 802, la norma in commento nulla dice sulla legittimazione alla proposizione dell'azione, sicché, ferma la sicura legittimazione del donante, ci si è interrogati in dottrina sulla spettanza dell'azione anche agli eredi del medesimo: alcuni autori hanno affermato la tesi positiva, a condizione che i requisiti, positivi e negativi, dell'azione fossero già presenti prima della morte del donante (Bonilini, Manuale di diritto ereditario e delle donazioni, Torino, 2010, 419). In ogni caso, ai sensi del secondo comma dell'art. 804, non è possibile promuovere o proseguire l'azione dopo la morte del figlio o del discendente, venendo meno, in questo caso, uno dei presupposti legittimanti la stessa revocazione. BibliografiaAzzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990, 853 ss.; Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2015, 1505 ss. |