Codice Civile art. 810 - Nozione.La definizioneL'art. 810 definisce i beni come «le cose che possono formare oggetto di diritti». La definizione risulta priva di qualsiasi valore informativo, in quanto si limita a qualificare in termine di “beni” quelle “cose” che l'ordinamento ritiene astrattamente idonee ad essere collegate ad un soggetto, ovvero ad altra situazione soggettiva, sulla base di una relazione giuridicamente rilevante. Dunque, l'articolo in commento sembra tenere ben distinto il concetto di “bene” da quello di “cosa”, il primo in quanto entità giuridica ed il secondo in quanto entità meramente materiale, eppure gli stessi sono altrove invocati di regola dallo stesso legislatore come sinonimi. In sostanza, l'art. 810 individua come «beni» soltanto le cose che possono formare oggetto di diritti (Biondi, in Tr. Vas., 1953, 15; Costantino M., in Tr. Res., 2005, 3; Scozzafava, in Comm. S.,1999; 5; Scozzafava, 90). La norma delinea una dimensione tradizionale del concetto di bene, quale mero oggetto del diritto, imputato ad un soggetto ma rimesso ad un utilizzo successivo soltanto eventuale, laddove forme più evolute di titolarità vincolano l'utilizzo del bene ad un fine, ad una destinazione. Beni e proprietàSi assume diffusamente che possano stimarsi “beni” quelle sole cose che siano fonte di utilità, ovvero che possano soddisfare esigenze umane e siano però suscettibili di appropriazione. In tal senso, un'entità materiale rileva quale “bene” unicamente se dominabile con un titolo di proprietà, ovvero con un ius excludendi alios. In una prospettiva più ampia, la categoria dei “beni” potrebbe abbracciare tutte le cose idonee a realizzare interessi meritevoli di tutela, seppur non assoggettabili ad appropriazione e quindi prescindendo altresì dalla loro rilevanza patrimoniale. Nella prima prospettiva, dalla nozione di «bene» ai sensi degli artt. 810, 812 e 813 resterebbero, ad esempio, esclusi i meri diritti di credito che non abbiano una componente patrimoniale suscettibile di acquisire un valore di scambio (Cass. n. 799/2009). Altrimenti, si intendono “beni” anche i crediti; i diritti azionari o le quote sociali, anche delle società di persone (Cass. n. 21098/2007; Cass. n. 934/1997), ovvero precisandosi, a proposito delle quote di partecipazione in una società a responsabilità limitata, che, pur non configurandosi come beni materiali, esse possono costituire oggetto di possesso (Cass. II, n. 12241/2016); l'az ienda, intesa come un bene distinto dai singoli componenti (Cass. S.U., n. 5087/2014); le opere dell'ingegno; il «software», ovvero la sostanza creativa dei programmi informatici (Cass. n. 13524/2014); l'ambiente, in sé e per sé considerato come bene di natura pubblicistica, unitario ed immateriale (Cass. n. 10118/2008). BibliografiaBiondi, voce Cosa mobile ed immobile (diritto civile), in Nss. D.I., IV, Torino 1959, 1024 ss.; La Torre, Il bene «duale» nella teoria delle cose, in Giust. civ. 2008, 267 ss.; Scozzafava, I beni e le forme giuridiche di appartenenza, Milano, 1982, 90; Trimarchi, Universalità di cose, in Enc. dir., XLV, Milano 1992, 820. |