Codice Civile art. 923 - Cose suscettibili di occupazione.

Alberto Celeste

Cose suscettibili di occupazione.

[I]. Le cose mobili che non sono proprietà di alcuno si acquistano con l'occupazione [827].

[II]. Tali sono le cose abbandonate e gli animali che formano oggetto di caccia o di pesca [842].

Inquadramento

Il capo III, dedicato ai modi di acquisto della proprietà, esordisce con la sezione I avente ad oggetto l'occupazione, rientrante tra i modi di acquisto a titolo “originario” ma di minore importanza. In particolare, la norma in commento stabilisce le cose mobili, che non sono proprietà di alcuno (le res nullius), si acquistano appunto con l'occupazione. Tale norma, nella versione originaria, prevedeva che, tra tali cose abbandonate, rientrassero anche gli animali che formavano oggetto di caccia o di pesca, ma sul punto è intervenuto, prima, la l. n. 968/1977, e, poi, l'art. 1, comma 1, l. n. 157/1992, il quale ha disposto che “la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale e internazionale”. Comunque, anche i beni immobili non sono suscettibili di occupazione, poiché, se non sono di proprietà di alcuno (c.d. vacanti), “spettano al patrimonio indisponibile dello Stato”, in forza del precetto di cui all'art. 827.

In altri termini, le cose mobili che possono acquistarsi per occupazione sono solo quelle “che non sono di proprietà di alcuno”, e vengono in rilievo, in primo luogo, le res derelictae, cioè le cose abbandonate — non semplicemente smarrite (art. 927 ss.) — dal proprietario con l'intenzione di rinunciare al diritto. La derelizione di beni immobili, al contrario, non produce effetti abdicativi immediati, ma apre spazio all'applicazione della disciplina dell'usucapione (Gambaro, in Tr. C. M., 1995, 863).

L'occupazione non ha natura di atto negoziale, ma configura un mero atto giuridico volontario: l'acquisto consegue per effetto di legge dalla materiale apprensione della cosa, ma si richiede pure l'animus occupandi (intenzione di acquisirlo in via permanente e definitiva), che si presume; la natura di atto volontario comporta la necessità di capacità di intendere e volere del soggetto, mentre non è necessaria la capacità di agire (Salaris, in Tr. Res.,1982, 631).

Fauna selvatica

Dunque, il comma 2 della norma de qua fa menzione degli animali che formano oggetto di caccia, ma lo statuto degli animali selvatici è stato profondamente modificato dalla l. n. 157/1992, che consente l'acquisto per occupazione solo a séguito dell'abbattimento e solo quando questo avvenga nell'ambito di attività venatoria esercitata nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni. L'intervento normativo ha fatto venir meno la natura di res nullius degli animali selvatici, che invece sono entrati a far parte del patrimonio indisponibile dello Stato, suscettibile di «trasformarsi» in proprietà privata solo al ricorso dei predetti requisiti; ne consegue, che la nostra norma non potrà mai applicarsi alle specie non cacciabili e pure a quelle cacciabili se l'attività venatoria non è esercitata nei tempi e con le modalità previste. Al contrario delle specie cacciabili, i pesci, finché vivono allo stato naturale, continuano ad essere qualificabili come res nullius.

Su quest'ultimo punto, si è precisato che, anteriormente alla l. n. 968/1977 — che ha incluso la fauna selvatica italiana nel patrimonio indisponibile dello Stato — gli animali selvatici (nella specie, cervi e cinghiali) non custoditi in fondi chiusi dovevano considerarsi res nullius, suscettibile di occupazione a norma dell'art. 923, sicché la fauna selvatica insediata in un fondo all'atto dell'entrata in vigore della predetta legge non poteva ritenersi appartenente al proprietario dello stesso in ragione della semplice condotta passiva di questi, di chiusura o recinzione del fondo idonea ad impedire il passaggio del bestiame, essendo necessaria, altresì, un'attività di custodia atta a realizzare una pur parziale e minima mansuetudine degli animali (Cass. I, n. 2338/1994; Cass. II, n. 9990/1992).

Bibliografia

Ciani, Occupazione “appropriativa” e acquisto della proprietà: una nuova pronuncia, in Giur. agr. it. 1990, 173; De Giovanni, Acquisto della proprietà del suolo per effetto dell'esecuzione di opera pubblica, in Vita not. 1983, 937; Martini, Tesoro, in Dig. civ., Torino, 2000; Varlaro Sinisi, L'occupazione acquisitiva: prova dell'acquisto, a titolo originario, del diritto di proprietà. Conseguenze in ordine alla trascrizione immobiliare ed alla volturazione catastale, in Giust. civ. 1998, II, 25.

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