Codice Civile art. 974 - Diritti dei creditori dell'enfiteuta.Diritti dei creditori dell'enfiteuta. [I]. I creditori dell'enfiteuta possono intervenire nel giudizio di devoluzione per conservare le loro ragioni [2900], valendosi all'uopo anche del diritto di affrancazione che spetti all'enfiteuta [971]; possono offrire il risarcimento dei danni e dare cauzione per l'avvenire [149 trans.]. [II]. I creditori, che hanno iscritto ipoteca contro l'enfiteuta anteriormente alla trascrizione della domanda di devoluzione e ai quali questa non è stata notificata in tempo utile per poter intervenire, conservano il diritto di affrancazione anche dopo avvenuta la devoluzione [2653 n. 2]. InquadramentoLa norma in commento stabilisce che i creditori dell'enfiteuta possono intervenire nel giudizio di devoluzione per conservare le loro ragioni, valendosi all'uopo anche del diritto di affrancazione che spetti all'enfiteuta, e parimenti possono offrire il risarcimento dei danni e dare cauzione per l'avvenire. Si prevede, altresì, che i creditori, i quali hanno iscritto ipoteca contro l'enfiteuta anteriormente alla trascrizione della domanda di devoluzione ed ai quali questa non è stata notificata in tempo utile per poter intervenire, conservano il diritto di affrancazione anche dopo avvenuta la devoluzione. In dottrina, si è sottolineato che l'intervento dei creditori previsto dalla norma in commento costituisce una particolare applicazione dell'azione surrogatoria prevista dall'art. 2900 e, pertanto, per il suo esercizio è richiesto anche il fondato timore dell'insolvenza del debitore (Orlando Cascio, 955). L'intervento dei creditori ha scopo “conservativo”, poiché la devoluzione, comportando l'estinzione del diritto reale dell'enfiteuta, causerebbe una diminuzione del patrimonio di quest'ultimo con conseguente pregiudizio dei creditori. Si è, altresì, osservato che i creditori stessi possono offrire di risarcire i danni provocati dall'enfiteuta e di dare garanzia, al fine di evitare la devoluzione, laddove l'intervento de quo rivestirebbe natura adesiva (Albano Greco — Pescatore, 68). In proposito, si è chiarito che i creditori dell'enfiteuta, a norma dell'art. 974, possono intervenire nel giudizio di devoluzione del fondo enfiteutico non soltanto al fine di sostenere le ragioni dell'enfiteuta opponendosi alla domanda di devoluzione, ma altresì per far valere un diritto relativo all'oggetto dedotto in giudizio nei confronti delle parti originarie del rapporto processuale e, quindi, anche per denunciare una eventuale collusione fra proprietario ed enfiteuta dalla quale possa derivare una sentenza ingiusta a loro danno, e possono, conseguentemente impugnare in via autonoma la sentenza resa nel giudizio (Cass. III, n. 730/1982). BibliografiaAlbano - Greco - Pescatore, Della proprietà, in Commentario al codice civile, III, Torino 1968; Alessi, Enfiteusi (diritto civile), in Enc. giur., XII, Roma 1989; Cattedra, L'enfiteusi, manuale teorico-pratico, Firenze, 1983; Marinelli, Sulla prevalenza dell'affrancazione sulla devoluzione del fondo enfiteutico, in Giust. civ. 1985, I, 2766; Musolino, Enfiteusi e affrancazione del bene, in Riv. notar. 2001, 154; Orlando Cascio, Enfiteusi, in Enc. dir., XIV, Milano, 1965; Palermo, Contributo allo studio dell'enfiteusi (dal codice civile alle leggi di riforma), in Riv. notar. 1982, 804; Tomassetti, Enfiteusi, in Enc. giur., VI, Milano, 2007; Vitucci, Enfiteusi, in Dig. civ., VII, Torino, 1991. |