Codice Civile art. 1032 - Modi di costituzione.

Alberto Celeste

Modi di costituzione.

[I]. Quando, in forza di legge [1033 ss.], il proprietario di un fondo ha diritto di ottenere da parte del proprietario di un altro fondo la costituzione di una servitù, questa, in mancanza di contratto, è costituita con sentenza [2643 n. 14, 2932]. Può anche essere costituita con atto dell'autorità amministrativa nei casi specialmente determinati dalla legge.

[II]. La sentenza stabilisce le modalità della servitù e determina l'indennità dovuta [1038, 1039, 1047, 1049, 1053].

[III]. Prima del pagamento della indennità il proprietario del fondo servente può opporsi all'esercizio della servitù.

Inquadramento

In alcuni casi, il codice civile, attesa la situazione in cui si trova un determinato fondo, si preoccupa del pregiudizio che la medesima situazione reca alla produttività dell'immobile ed attribuisce al proprietario il diritto potestativo di ottenere l'imposizione della servitù sul fondo altrui, ovviando in tale modo alla situazione pregiudizievole. In corrispettivo del sacrificio che subisce a seguito di questa servitù coattiva o legale, il proprietario del fondo servente ha diritto ad un'indennità. Resta inteso che, qualora si verifichi la situazione contemplata dalla disposizione codicistica, il soggetto interessato non può tout court esercitare la servitù, in quanto la legge gli attribuisce soltanto il diritto ad ottenere la servitù ma, per costituirla concretamente, è necessario o un contratto, se l'altro proprietario acconsente e riconosce bonariamente tale diritto, oppure bisogna rivolgersi all'autorità giudiziaria, la quale, mediante una sentenza costitutiva, farà nascere la servitù e determinerà la relativa indennità. In buona sostanza, si vuole evitare che il proprietario, anche in presenza della situazione contemplata dalla legge, si faccia giustizia da sé, e si vuole, invece, anche a garanzia dell'altro proprietario, che sia un magistrato a verificare la sussistenza delle condizioni per la costituzione coattiva della servitù. In quest'ordine di concetti, la norma in commento dispone che, quando, in forza di legge, il proprietario di un fondo ha diritto di ottenere da parte del proprietario di un altro fondo la costituzione di una servitù, questa, in mancanza di contratto, è costituita con sentenza, che stabilisce le modalità della servitù e determina l'indennità dovuta (parimenti, può essere costituita con atto dell'autorità amministrativa nei casi specialmente determinati dalla legge). Si dispone, altresì, che, prima del pagamento della suddetta indennità, il proprietario del fondo servente può opporsi all'esercizio della servitù.

Tassatività

In argomento, si è sottolineato (Cass. II, n. 820/1992) che, a differenza delle servitù volontarie che possono avere ad oggetto una qualsiasi utilitas, purché ricavata da un fondo a vantaggio di un altro fondo appartenente a diverso proprietario, le servitù prediali coattive formano un numerus clausus, sono cioè tipiche avendo ciascuna il contenuto predeterminato dalla legge, sicché non sono ammissibili altri tipi di al di fuori di quelli espressamente previsti da una specifica norma per il soddisfacimento di necessità ritenute meritevoli di tutela; pertanto, è inammissibile la costituzione coattiva di una servitù di passaggio di tubi per la fornitura di gas metano, dovendosi escludere un'applicazione estensiva dell'art. 1033 in tema di servitù di acquedotto coattivo, atteso che l'esigenza del passaggio di tubi conduttori del gas non può essere ricondotta sotto la stessa fattispecie normativa che regola la imposizione della servitù di acquedotto, in conseguenza della non assimilabilità delle due situazioni per i caratteri peculiari di struttura e funzione di ciascuna di esse, ed in particolare della pericolosità insita nell'attraversamento sotto terra delle forniture del gas, non ricorrente nella servitù di acquedotto.

Costituzione negoziale

L'alternativa alla sentenza (di natura costitutiva) del giudice per la servitù coattiva è all'accordo tra le parti.

Sul punto, si è precisato che, ai fini della costituzione negoziale di una servitù coattiva non è sufficiente la mera esistenza della esigenza tutelata dalla legge, ma è necessario che dal negozio risulti l'intenzione delle parti di sopperire a tale esigenza in adempimento del correlativo obbligo legale, derivandone in mancanza la costituzione di una servitù volontaria, ancorché il relativo contenuto corrisponda a quello oggetto di una servitù coattiva (Cass. II, n. 4533/1990).

Costituzione per usucapione

In tema di servitù di elettrodotto, la normativa contenuta nell'art. 119 r.d. n. 1775/1933 non è né esclusiva né inderogabile, ma rappresenta solo il paradigma normale sul quale si modella detta servitù e non esclude pertanto che questa possa essere costituita anche per libera convenzione o negli altri modi previsti dall'ordinamento giuridico, ivi compresa l'usucapione (Cass. II, n. 5606/1996).

La servitù di passaggio sul fondo confinante acquistata per usucapione, ancorché tale acquisto sia avvenuto in presenza delle condizioni che avrebbero legittimato il proprietario del fondo intercluso ad ottenere la costituzione della servitù coattiva, ha natura di servitù volontaria, che non si estingue con la cessazione dello stato d'interclusione, non essendo ad essa applicabile la norma dell'art. 1055 dettata per la servitù coattiva di passaggio, il cui acquisto, come quello delle altre servitù coattive specificamente indicate dalla legge, non può avvenire per usucapione (Cass. II, n. 6063/1991).

Pagamento dell'indennità

Dunque, l'indennità dovuta ai sensi della norma de qua consiste generalmente in una somma di denaro da versare in un'unica soluzione e, solo con il consenso delle parti, può essere fissata in un corrispettivo annuo.

Si discute, in dottrina, se il pagamento dell'indennità sia oggetto di una obbligazione di carattere personale o di una obligatio propter rem. Secondo alcuni (Branca, in Comm. S.B. 1979, 79), l'obbligazione di pagare l'indennizzo riguarderebbe solo il soggetto che abbia richiesto e ottenuto la servitù, e non invece l'eventuale successore a titolo particolare nel diritto sul fondo dominante. Secondo altri (Grosso — Deiana, 331), il pagamento dell'indennità costituirebbe un onere strettamente inerente all'esercizio della servitù e di conseguenza l'exceptio del proprietario del fondo servente di cui al comma 3 sarebbe opponibile anche al terzo avente causa da chi abbia ottenuto la servitù. Inoltre, si discute in ordine al problema relativo al carattere, sinallagmatico o non, dell'indennità rispetto alla concessione della servitù. Chi lo ammette, ammette pure i rimedi della risoluzione per inadempimento qualora l'obbligato non provveda al pagamento dell'indennità (Grosso — Deiana, 333), oltre la possibilità dell'eccezione di inadempimento. Altri ammettono solo l'eccezione di inadempimento, rilevando che il rapporto di sinallagmaticità non influisce sulla servitù già nata, ma solo sulla possibilità di goderla. Inoltre, si è rilevato il carattere risarcitorio dell'indennità, considerando che il conflitto di interessi è risolto dalla legge che, ponendo un limite alla proprietà in via generale, attribuisce il potere impositivo al proprietario che abbisogna della proprietà fissandone le condizioni e il contenuto, sicché si esclude qualsiasi rimedio sinallagmatico, perché la servitù si costituisce immediatamente e la difesa, concessa al proprietario del fondo servente consente di paralizzare l'esercizio della servitù, non già di impedirne l'insorgenza (Palazzolo, Servitù coattive, in Enc. giur., XXVIII, Roma 1992, 7).

In ordine al contemplato pagamento dell'indennità, i giudici di legittimità (Cass. II, n. 3049/1995) hanno rilevato che la servitù coattiva deve configurarsi come una specie di parziale espropriazione del contenuto del diritto del proprietario del fondo servente, donde l'obbligo dell'indennità a carico del proprietario del fondo dominante da determinarsi contestualmente nella sentenza e l'insufficienza del mero riconoscimento del diritto di chiedere l'indennità in separata sede.

Spese del giudizio

Ad avviso della giurisprudenza, le spese del giudizio per la determinazione del luogo e delle modalità di esercizio di una servitù coattiva, nonché quelle necessarie per la determinazione dell'indennità spettante al proprietario del fondo servente, devono essere sopportate per intero, secondo il normale criterio della soccombenza, dal proprietario che ingiustamente si opponga alla costituzione della servitù sul proprio fondo (Cass. II, n. 11125/1999).

Bibliografia

Biondi, Le servitù, Milano 1967; Caruso - Spanò, Le servitù prediali, Milano 2013; De Tilla, Servitù prediali, in Enc. dir., XIV, Milano, 2007; Gallucci, Servitù prediali: natura, funzione e contenuto del diritto, in Il Civilista, 2010, n. 3, 79; Grosso - Deiana, Le servitù prediali, Torino, 1963; Musolino, Servitù prediali: l'estinzione per rinunzia, in Riv. not. 2013, 368; Terzago G. - Terzago P., Le servitù prediali - Volontarie - Coattive - Pubbliche - Costituzione - Esercizio - Estinzione - Tutela - Le singole servitù, Milano, 2007; Vitucci, Servitù prediali, in Dig. civ., XVIII, Torino 1998; Zaccheo, La tutela possessoria della servitù, in Giust. civ. 1982, II, 215.

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