Codice Civile art. 1060 - Servitù costituite dal nudo proprietario.Servitù costituite dal nudo proprietario. [I]. Il proprietario può, senza il consenso dell'usufruttuario, imporre sul fondo le servitù che non pregiudicano il diritto di usufrutto [1078]. InquadramentoChiude il capo III, dedicato alle servitù volontarie, la norma in commento che si occupa dell'ipotesi in cui il fondo sia oggetto di usufrutto, prescrivendo che il nudo proprietario possa, senza il consenso dell'usufruttuario, imporre sul fondo le servitù, alla condizione, però, che non pregiudichino il diritto di usufrutto. Per contro, si ammette che il nudo proprietario possa concedere servitù pregiudizievoli, ma con effetto dal giorno di cessazione dell'usufrutto. In base all'art. 2812, le servitù trascritte dopo l'iscrizione dell'ipoteca non sono opponibili al creditore ipotecario. La norma de qua viene interpretata in maniera estensiva, in quanto le soluzioni prospettate a proposito dell'usufrutto valgono anche per l'uso e l'abitazione. Le servitù che pregiudicano il diritto dell'usufruttuario sono tutte quelle che limitano le facoltà di utilizzazione del fondo servente o quelle che comportano una ingerenza nelle facoltà di godimento del fondo (Burdese, Servitù prediali, in Nss. D.I., XVII, Torino, 1970, 148): sono tali le servitù di passaggio, di pascolo, di acquedotto, di presa d'acqua. Si reputa che una servitù altius non tollendi o non aedificandi potrebbe turbare il diritto dell'usufruttuario e, quindi, non essere consentita al nudo proprietario, e la ragione di ciò si rinviene nel fatto che la legge consente all'usufruttuario di modificare la sostanza materiale del fondo purché non se ne alteri la destinazione economica ex art. 968 (Branca, in Comm. S.B. 1979, 299). In giurisprudenza, si rinviene solo una remota pronuncia (Cass. II, n. 855/1973), ad avviso della quale il nudo proprietario può imporre a carico del fondo oggetto di usufrutto, anche senza il consenso dell'usufruttuario, servitù il cui contenuto non colpisca o limiti il diritto dell'usufruttuario stesso e può, quindi, con il rispetto di tali limiti, utilizzare il fondo predetto a vantaggio di altro fondo di sua spettanza (nella specie, trattavasi di servitù di veduta su un cortile concesso in usufrutto, naturalmente destinato al transito ed al collegamento tra varie proprietà confinanti ed alla altrui inspectio). BibliografiaBiondi, Le servitù, Milano 1967; Caruso - Spanò, Le servitù prediali, Milano 2013; De Tilla, Servitù prediali, in Enc. dir., XIV, Milano, 2007; Gallucci, Servitù prediali: natura, funzione e contenuto del diritto, in Il Civilista, 2010, n. 3, 79; Grosso - Deiana, Le servitù prediali, Torino, 1963; Musolino, Servitù prediali: l'estinzione per rinunzia, in Riv. not. 2013, 368; Terzago G. - Terzago P., Le servitù prediali - Volontarie - Coattive - Pubbliche - Costituzione - Esercizio - Estinzione - Tutela - Le singole servitù, Milano, 2007; Vitucci, Servitù prediali, in Dig. civ., XVIII, Torino 1998; Zaccheo, La tutela possessoria della servitù, in Giust. civ. 1982, II, 215. |