Codice Civile art. 1153 - Effetti dell'acquisto del possesso.

Alberto Celeste

Effetti dell'acquisto del possesso.

[I]. Colui al quale sono alienati beni mobili da parte di chi non ne è proprietario, ne acquista la proprietà mediante il possesso, purché sia in buona fede [1147] al momento della consegna e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà [1470, 1552, 2919].

[II]. La proprietà si acquista libera da diritti altrui sulla cosa, se questi non risultano dal titolo e vi è la buona fede dell'acquirente.

[III]. Nello stesso modo si acquistano i diritti di usufrutto, di uso e di pegno.

Inquadramento

La norma in commento contempla un altro importante effetto del possesso di buona fede, ossia la possibilità di acquistare il diritto di proprietà (o di usufrutto, o di uso, oppure di pegno) sulla cosa mobile, anche se la trasmissione sia fatta da chi non ne è proprietario. Infatti, di regola, operando il principio nemo plus transferre potest quam ipse habet, chi acquistasse una cosa mobile da chi non è proprietario, non diventerebbe mai proprietario e sarebbe tenuto a restituirla al primo nel caso di esercizio dell'azione di rivendicazione. Ciò potrebbe ostacolare in maniera rilevante la circolazione dei beni, perché si costringerebbe ogni volta a verificare se chi vende un oggetto è il vero proprietario, se chi ha venduto lo stesso a quest'ultimo era a sua volta proprietario, e così via fino al raggiungimento del periodo utile per il maturarsi dell'usucapione. Tali indagini presentano incertezze e lungaggini che potrebbero indurre a desistere dall'acquisto, sicché si prevede che colui al quale sono alienati beni mobili da parte di chi non ne è proprietario, ne acquista la proprietà mediante il possesso, a due condizioni, ossia purché sia in buona fede al momento della consegna e purché sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà (causa adquirendi). Si precisa, altresì, che la proprietà si acquista libera da diritti altrui sulla cosa, se questi non risultano dal titolo e vi è la buona fede dell'acquirente. In altri termini, se il possesso di buona fede costituisce un titolo di acquisto della proprietà, a fortiori deve produrre l'effetto di porre nel nulla gli eventuali diritti sulla cosa che siano ignorati.

Concetto di buona fede

I giudici di legittimità hanno avuto modo di chiarire il concetto psicologico a base dell'importante per l'applicazione del principio secondo il quale possesso di buona fede vale titolo. Invero, Il concetto di buona fede, di cui all'art. 1153, che rileva in base a tale norma — ai fini dell'acquisto della proprietà di beni mobili a non domino, corrisponde a quello dell'art. 1147 e, pertanto, ai sensi del comma 2 di questa norma, la buona fede non giova a chi compie l'acquisto ignorando di ledere l'altrui diritto per colpa grave, la quale è configurabile quando quell'ignoranza sia dipesa dall'omesso impiego, da parte dell'acquirente, di quel minimo di diligenza, proprio anche delle persone scarsamente avvedute, che gli avrebbe permesso di percepire l'idoneità dell'acquisto a determinare la lesione dell'altrui diritto, poiché non intelligere quod omnes intellegunt costituisce un errore inescusabile, incompatibile con il concetto stesso di buona fede (Cass. II, n. 9782/1999;  in senso conforme, Cass. II, n. 1593/2017 la quale ha escluso la buona fede nell'acquisto di dipinti antichi di provenienza illecita da parte di un professionista del settore che, non usando la dovuta prudenza, si era accontentato della dichiarazione mendace del venditore di aver acquistato i beni ad un'asta fallimentare, senza chiedere il verbale di aggiudicazione delle opere, nonostante il loro elevatissimo valore).

Il concetto della buona fede, di cui all'art. 1153, che determina l'acquisto della proprietà di beni mobili da parte dell'acquirente a non domino, per effetto del solo acquisto del possesso, corrisponde a quello dell'art. 1147; la buona fede rilevante per il diritto ha carattere psicologico e portata etica, per cui si concentra in un comportamento conforme ai criteri della normale diligenza e prudenza, sicché non giova all'acquirente se l'ignoranza di ledere l'altrui diritto dipende da colpa grave (Cass. II, n. 516/1966).

Superamento della presunzione di buona fede

In caso di acquisto a non domino di cosa mobile non registrata, dalla presunzione, derivante dal principio posto dall'art. 1147, che l'acquirente sia stato in buona fede, deriva, per colui che intenda contrastare tale presunzione, l'onere di fornire elementi idonei alla formulazione non del mero sospetto di una situazione illegittima, ma di un dubbio derivante da circostanze serie, concrete e non ipotetiche (Cass. II, n. 13642/2000).

La buona fede rilevante, ai sensi dell'art. 1153, per l'acquisto a non domino della proprietà di beni mobili, deve ricorrere in capo all'acquirente al momento dell'acquisto (mala fides superveniens non nocet) e la relativa presunzione di sussistenza, può essere vinta in concreto anche tramite presunzioni semplici, le quali siano gravi, precise e concordanti e forniscano, in via indiretta (com'è normale, trattandosi di accertare l'esistenza o meno di uno stato psicologico), il convincimento della esistenza in capo all'acquirente del ragionevole sospetto di una situazione di illegittima provenienza del bene; gli elementi sui quali si possono fondare dette presunzioni possono essere costituiti (oltre che da circostanze coeve) anche da circostanze estrinseche precedenti all'acquisto (Cass. II, n. 9782/1999). La buona fede rilevante, ai sensi dell'art. 1153, per l'acquisto della proprietà di beni mobili da parte dell'acquirente a non domino, deve ricorrere solo nel momento dell'acquisto (mala fides superveniens non nocet) e, essendo presunta iuris tantum, può essere vinta anche con presunzioni, purché gravi, precise e concordanti, desunte da elementi di fatto coevi o precedenti all'acquisto (Cass. II, n. 7202/1995).

Titolo idoneo al trasferimento della proprietà

Riguardo all'elemento “oggettivo” costitutivo della fattispecie, secondo la migliore dottrina, titolo astrattamente idoneo al trasferimento della proprietà è qualsiasi fattispecie, giudiziale o negoziale, avente efficacia traslativa, se posta in essere dal legittimando, e, in particolare, tale è qualsiasi contratto di alienazione, oneroso o gratuito (Bianca, 797). In quest'ottica, sono stati considerati titoli idonei: l'atto simulato relativamente; il titolo invalidabile, fino a quando non sia invalidato e il titolo sottoposto a condizione risolutiva o impugnabile con l'azione di risoluzione (Sacco, in Tr. C. M. 1988, 126).

Ad avviso della giurisprudenza, ai sensi dell'art. 1153, la validità del trasferimento di beni mobili non postula che l'alienante ne sia il legittimo possessore, essendo invece sufficiente che esista un titolo astrattamente idoneo al trasferimento della proprietà e che l'acquirente consegua il possesso di detti beni in buona fede, requisito, quest'ultimo, il cui accertamento involge un apprezzamento di fatto, come tale incensurabile in cassazione, se immune da errori di diritto (Cass. III, n. 2563/1982).

In una recente fattispecie particolare (dipinto attribuito a Renoir), sul presupposto che domanda di restituzione di un bene già oggetto di furto, svolta nei confronti del soggetto che si trova nel possesso di esso, introduce un'azione di rivendica e non di restituzione, con i conseguenti oneri probatori a carico del rivendicante, si è statuito (Cass. II, n. 2612/2021) che, ove la domanda abbia ad oggetto un bene mobile, l'attore non può limitarsi a dimostrarne il possesso - che può derivare anche da rapporti non traslativi della proprietà - all'epoca del furto, occorrendo, al contrario, che ne alleghi e provi, a tale momento, l'avvenuto acquisto della titolarità, ex art. 1153 e, dunque, oltre al possesso di buona fede, l'esistenza di un titolo astrattamente idoneo al relativo trasferimento

Sul versante processuale, si è chiarito (Cass. II, n. 6007/2019) che, dalla presunzione di buona fede nel possesso, fissata dall'art. 1147, comma 3, deriva che all'attore in rivendicazione di un bene mobile è sufficiente provare di averne acquistato il possesso in base a titolo astrattamente e potenzialmente idoneo al trasferimento della proprietà (art. 1153), mentre spetta a chi resiste all'azione medesima di dimostrare l'eventuale mala fede al momento della consegna a non domino.

Consegna della cosa

Il particolare modo di acquisto della proprietà di beni mobili regolato dall'art. 1153, comma 1, richiede, per la sua operatività, il requisito della consegna materiale della cosa stessa, la quale deve realizzare, oltre che il venir meno nell'alienante dell'animus possidendi e del corpus possessionis, la corrispondente situazione di possesso reale da parte dell'acquirente, il quale ultimo deve ottenere una disponibilità di fatto del bene non condizionata dalla volontà del tradens; tuttavia, la consegna materiale, se deve provenire dall'alienante, non comporta anche la necessità del contatto fisico e diretto dell'acquirente con la cosa mobile, poiché ciò che viene in rilievo è il fatto che l'acquirente, ad esclusione di altri, sia posto in grado di esercitare sul bene i poteri di controllo e vigilanza, che costituiscono il contenuto proprio del possesso uti dominus trasmessogli dal suo dante causa a titolo particolare, per cui la consegna ben può essere effettuata ad un rappresentante, ad un incaricato o ad un adiectus solutionis causa del compratore (Cass. II, n. 11719/2002). In senso conforme, più di recente, si è puntualizzato (Cass. II, n. 2110/2018) che è sufficiente che la traditio spieghi effetto nella sfera giuridica dell'acquirente, sicché, nell'àmbito di un rapporto di locazione finanziaria, ai fini dell'acquisto del possesso da parte dell'acquirente-concedente, è possibile che la consegna sia effettuata materialmente all'utilizzatore del bene, che del primo assume la veste di adiectus solutionis causa.

Ambito di operatività della norma

Qualora la cosa mobile sia stata alienata dal rappresentante senza potere del proprietario, non si verifica l'acquisto in base al possesso di buona fede (Cass. II, n. 4870/1979).

Il negozio concluso dal genitore che agisce in rappresentanza del figlio minore può essere impugnato per difetto della prescritta autorizzazione del giudice ex art. 322, solo se l'altra parte abbia avuto conoscenza della natura rappresentativa dell'atto posto in essere; pertanto, se il genitore ha alienato beni del figlio minore senza comunicare la sua qualità di rappresentante legale l'acquirente che sia in buona fede ne acquista la proprietà in base all'art. 1153 (Cass. I, n. 2299/1978).

Un bene mobile (nella specie, autovettura) che, pur dovendosi iscrivere nei pubblici registri, non sia stato ancora iscritto, ai sensi dell'art. 815, è oggetto di acquisto da parte del possessore di buona fede secondo le modalità di cui all'art. 1153, senza che la mancanza dei documenti necessari alla sua utilizzazione possa influire sulla buona fede dell'acquirente; tali documenti che, essendo preordinati a consentire l'utilizzazione ordinaria del bene (nella specie, documenti di circolazione), si pongono, rispetto a quest'ultimo, in rapporto di complementarietà funzionale, costituendone, per l'effetto, pertinenze che, ai sensi dell'art. 818, vengono ipso facto acquistate dal proprietario della cosa principale (Cass. III, n. 15810/2002).

L'acquirente a titolo originario, ai sensi dell'art. 1153, di un'autovettura non ancora iscritta nei pubblici registri, può rivendicare il certificato di conformità del veicolo da chi lo possieda, essendo tale certificato non un bene, suscettibile di godimento e circolazione autonomi, e fornito di un proprio valore di scambio, quanto un accessorio inscindibilmente congiunto ed essenziale dell'autovettura, la quale, privatone, perde ogni sua utilità economica (Cass. II. n. 16435/2012).

Nel caso di acquisto a non domino, da parte del concedente in leasing finanziario, di un bene mobile consegnato dal fornitore direttamente all'utilizzatore, lo stato di buona fede al momento della consegna, rilevate ai fini dell'acquisto della proprietà ai sensi dell'art. 1153, deve essere valutato con riferimento al soggetto acquirente concedente in leasing , e non dell'utilizzatore, atteso che, nel contratto di leasing finanziario, la consegna del bene, che il fornitore effettua, in adempimento dell'obbligazione assunta direttamente con il concedente, all'utilizzatore, deve intendersi eseguita ad un adiectus solutionis causa dell'acquirente della cosa, e non ad un suo rappresentante (Cass. III, n. 11719/2002).

Non è configurabile l'acquisto a titolo originario di un'opera immateriale dell'ingegno (nella specie, opera cinematografica), in base a titolo astrattamente idoneo per effetto del possesso di buona fede, ai sensi dell'art. 1153, a ciò ostando il carattere particolare del diritto d'autore, che trova fondamento unicamente nell'atto creativo e realizzativo dell'idea, per il trasferimento del quale non si richiede una consegna, perché questa, anche ove ricorra, si riferisce all'oggetto materiale in cui l'opera si estrinseca, senza però mai immedesimarsi in essa; inoltre, seppure l'art. 167 l. n. 633/1941 abbia voluto assicurare, a chi si trovi in una posizione corrispondente a quella del possessore di buona fede, la possibilità di far valere i suoi diritti nei confronti di eventuali contraffattori, non ha tuttavia inteso innovare i principi che attengono alla natura immateriale dell'opera dell'ingegno ed ai modi di acquisto dei diritti ad essa inerenti (Cass. I, n. 39/2017; Cass. I, n. 30082/2011).

Resta inteso che la disposizione dell'art. 1153 - sull'acquisto della proprietà in forza di possesso di buona fede di beni mobili, conseguito in esecuzione di atto astrattamente idoneo all'effetto traslativo - non opera con riguardo a cose di interesse artistico e storico appartenenti ad enti o istituti legalmente riconosciuti diversi dallo Stato o da altri enti o istituti pubblici e soggette a norma del combinato disposto degli artt. 26 e 28 della l. n. 1089/1939 al regime dell' inalienabilità senza previa autorizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione e della prelazione statale nell'acquisto di esse, in quanto si tratta di beni per i quali è espressamente vietata (art. 32) all'alienante la traditio in pendenza del termine per i detti adempimenti, mentre la consegna della cosa, per potere produrre gli effetti di cui al citato art. 1153, deve essere non vietata dalla legge per motivi d'interesse generale (Cass. II, n. 11032/2022; cui adde, in argomento, Cass. 5349/2022, secondo cui, in materia di compravendita di beni mobili di interesse storico-culturale perfezionatasi all'estero, l'accertamento in ordine alla proprietà dei beni in contesa è regolato, ai sensi dell'art. 51 della l. 218/1995, dalla legge dello Stato in cui i beni si trovavano all'atto del perfezionamento della fattispecie acquisitiva, salvo che, a norma dell'art. 16 della medesima legge, l'applicazione della legge straniera determini effetti contrari ai principi di ordine pubblico, tra i quali rientra, alla luce della Convenzione Unesco di Parigi del 1970, ratificata dall'Italia con l. 873 del 1975, la tutela di beni aventi natura storico-culturale, conseguendone che non costituisce titolo idoneo, ai fini dell'applicazione del principio “possesso vale titolo”, di cui all'art. 1153, il contratto di acquisto di un bene avente natura storico-culturale stipulato in base ad una normativa nazionale contrastante con il divieto di esportazione illegale, ovvero non autorizzata, di detti beni sancito dall'art. 3 della Convenzione Unesco).

Bibliografia

Barassi, Diritti reali e possesso, II, Milano, 1952; Bianca, Diritto civile, VI, Milano, 1999; Cenini, Gli acquisti a non domino, Milano, 2009; Cervale, La regola “possesso vale titolo”, in Rass. dir. civ. 2012, 1029; Galgano, Possesso, I, Diritto civile, in Enc. giur., XXIII, Roma, 1990; Lisella, I presupposti della regola “possesso vale titolo”, in Rass. dir. civ. 1999, 527; Mengoni, Acquisto a non domino, in Dig. civ., I, Torino, 1987; Rinaldi, Il principio “possesso vale titolo” e i beni mobili registrati: interpretazione tradizionale e perduranti perplessità, in Nuova giur. civ. comm. 1999, I, 176; Scioli, Il possesso, Torino, 2002.

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