Codice Civile art. 1178 - Obbligazione generica.InquadramentoLa formula utilizzata dalla norma, introduce la distinzione tra obbligazioni specifiche, in cui il bene oggetto della prestazione è determinato nella sua individualità, e obbligazioni generiche, in cui l'oggetto della prestazione è una cosa indicata in ragione dell'appartenenza ad un genere (Bianca, 110) e quantitativamente determinata in virtù di una particolare unità di misura, ossia del numero, della quantità o del peso. Siffatta distinzione si riferisce non solo alle obbligazioni di dare, ma anche a quelle di produrre, quando oggetto della produzione siano beni di serie. Inoltre, la norma riguarda, sia l'ipotesi in cui il debitore è tenuto al trasferimento della proprietà di cose determinate solo nel genere, sia l'ipotesi in cui tali cose debbono essere trasferite in godimento. In presenza di obbligazioni determinate solo nel genere, il debitore deve prestare cose di qualità non inferiore alla media. Siffatto criterio deve guidare l'attività di individuazione delle cose. Altrimenti il debitore godrebbe di una discrezionalità eccessiva nella scelta del bene appartenente al genus, che in concreto si potrebbe tradurre in una lesione inaccettabile dell'interesse del creditore (Di Majo, 501). Il riferimento alla qualità media esclude che la norma trovi applicazione per le obbligazioni pecuniarie. Solo in conseguenza dell'individuazione si produce l'effetto traslativo. L'analisi della giurisprudenza si è soffermata sulle conseguenze del venir meno del titolo che prevede obbligazioni generiche. Qualora tali obbligazioni abbiano ad oggetto beni infungibili, la restituzione conseguente alla caducazione del titolo deve concernere la eadem res; quando abbiano ad oggetto beni fungibili, la ripetizione riguarderà il tantundem, salvo che l'insufficiente individuazione del genere di appartenenza delle cose non lo permetta, cosicché dovrà essere corrisposto il valore pecuniario delle cose, in base agli elementi offerti dal contratto caducato. In tal senso si è ritenuto che la revocatoria fallimentare del negozio traslativo di determinate merci, delle quali non sia possibile la restituzione, comporta l'obbligo di consegna del tantundem solo quando si tratti di beni fungibili ed il suddetto negozio fornisca elementi sufficienti per l'individuazione del genus di appartenenza dei beni medesimi, mentre, in difetto di tali indicazioni (nella specie, trattandosi del trasferimento di bottiglie di whisky senza precisazione di marca, volume, annata), determina l'insorgere dell'obbligo di corrispondere l'equivalente pecuniario, secondo il valore dato a quelle merci dalle parti all'atto della stipulazione del negozio revocato, tenendo conto della sopravvenuta svalutazione monetaria fino alla data della decisione (Cass. n. 347/1983). Le obbligazioni genericheIl tema delle obbligazioni generiche è trattato, oltre che dall'art. 1178, anche dagli artt. 1378 e 1465 comma 3. Quanto al coordinamento con l'art. 1378, occorre tenere conto che il potere di individuazione bilaterale o unilaterale ivi regolato è subordinato all'osservanza dell'obbligo di prestare cose di qualità non inferiore alla media. In conseguenza, qualora l'individuazione unilaterale del debitore non abbia rispettato tale obbligo, il creditore avrà il potere di respingere la prestazione. Lo stesso potere deve essere riconosciuto anche quando l'individuazione sia bilaterale, qualora il creditore, all'atto dell'individuazione, non si sia reso conto della reale qualità delle cose fornite e, quindi, non abbia mostrato di accettarle come tali. Sicché in tali casi di inadempimento, spetta al creditore il diritto ad un nuovo esatto adempimento e, ove ne ricorrano i presupposti, il diritto alla risoluzione del contratto ovvero alla riduzione del prezzo (Giorgianni, 30). La S.C. esclude che il contratto che contempli obbligazioni generiche sia nullo per indeterminabilità dell'oggetto. Sicché si è ritenuto che non è affetto da nullità il contratto con il quale si prevede il trasferimento di un certo numero di rami d'azienda, non espressamente individuati tra i tanti di cui sia titolare l'obbligato, con le relative concessioni per la gestione di stazioni di servizio per la distribuzione di carburanti, venendo in rilievo un'obbligazione avente ad oggetto cose determinate solo nel genere, espressamente disciplinata dall'art. 1178, che impone al debitore di prestare cose di qualità non inferiore alla media (Cass. n. 17200/2013, in Contratti 2014, 3, 233, con nota di Villarosa). Genere limitato Una particolare categoria di obbligazioni generiche è quella attinente al genus limitatum, ossia di cose generiche che devono essere individuate entro un ambito determinato. Pertanto rientrano nel genere limitato le ipotesi in cui la dazione abbia ad oggetto una certa quantità di vino da individuare in base ad una certa annata e cantina ovvero di grano che abbia una certa provenienza o di olio che abbia una certa data di produzione e precise qualità organolettiche. Siffatta categoria assume rilievo poiché in tale fattispecie — per un verso — occorre fare riferimento al criterio della qualità media relativa, ossia circoscritta alle cose che ricadono in un certo ambito, e per altro verso non opera il principio genus numquam perit, sicché il debitore potrà risultare liberato dall'obbligazione per sopravvenuta impossibilità della prestazione (Breccia, in Tr. I.Z., 1991, 216). In applicazione di tale principio, la giurisprudenza di merito ha osservato che l'obbligazione avente ad oggetto la consegna di prodotti caratterizzati dalla riconduzione ad uno specifico marchio, nell'ambito di un genere più ampio, si estingue qualora la produzione e la commercializzazione degli stessi sia cessata prima dell'esecuzione della prestazione (Trib. Milano 22 luglio 1996). Genere relativo ad immobili Le obbligazioni generiche possono concernere anche immobili. Ciò accade quando si accerti che l'immobile è indicato come semplice genere. Si pensi ad un contratto preliminare o definitivo di compravendita di un terreno da staccarsi da una maggiore estensione. Secondo la dottrina, si ricade nella vendita di estensione (Di Majo, 510). In questa evenienza, essendo stata individuata in contratto per iscritto la maggiore estensione dalla quale operare il distacco e stabilita altresì per iscritto la misura esatta della estensione da distaccare, per la determinazione di quest'ultima null'altro occorre se non l'adempimento del debitore, il quale, senza che sia richiesta alcuna nuova manifestazione di volontà delle parti, deve prestare il genus limitatum attenendosi al disposto dell'art. 1178. Solo all'esito dell'individuazione si potrà procedere alla trascrizione. Secondo la S.C., anche rispetto ai beni immobili, per loro natura infungibili e quindi insuscettibili di essere considerati senza specificazione, è configurabile la vendita di genus con riferimento al genus limitatum, come nel caso di vendita di una porzione solo quantitativamente indicata, compresa nella maggiore estensione di un fondo. In tale caso il venditore altro non deve fare che prestare il genus limitatum, attenendosi al disposto dell'art. 1178 (Cass. n. 1194/1992; Cass. n. 6588/1983). Viceversa il contratto è nullo per indeterminabilità dell'oggetto quando l'alienazione non inerisca ad un lotto da scegliersi tra più lotti equivalenti, facenti parte di un'unita immobiliare più vasta, mediante il semplice distacco, ma più radicalmente i lotti previsti dal contratto siano tra essi diversi e non sia pattuito nemmeno il criterio di individuazione (Cass. n. 4712/1977; Cass. n. 743/1976). La qualità mediaPer qualità media deve intendersi la qualità generica normale, sintesi dei singoli attribuiti attraverso cui si manifestano le caratteristiche proprie dei beni. Infatti, ad uno stesso genere possono appartenere beni qualitativamente graduabili secondo una scala di riferimento che va da un minimo ad un massimo. Sebbene la norma lasci al debitore un certo margine di discrezionalità nella scelta delle cose da prestare, spesso il contratto, attraverso puntuali determinazioni o anche tacitamente, limita tale discrezionalità, guidando il debitore nella scelta dei beni che meglio rispondono alle qualità richieste dal creditore (Bianca, 98). Il dovere di assicurare certe qualità della cosa rientra, secondo un filone della dottrina, nelle prestazioni sussidiarie, e in specie tra quelle sussidiarie propriamente dette, in quanto circoscrive e precisa l'ambito entro cui il debitore risponde per l'inadempimento dell'obbligazione principale e, pertanto, rileva quale criterio di imputazione della responsabilità (Cannata, inTr. Res., 1999, 41). Il criterio della qualità media, non si applica qualora l'obbligazione abbia ad oggetto la restituzione del tantundem eiusdem generis, come accade nel caso del mutuo. In siffatta evenienza, pur ricorrendo un'obbligazione generica, il debitore è tenuto a restituire cose della stessa specie e qualità di quelle oggetto del contratto ex art. 1813 (App. Torino 24 ottobre 1956). Per il deposito senza facoltà di servirsene (Cass. n. 193/2022). BibliografiaBianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Bigliazzi Geri, voce Buona fede nel diritto civile, in Dig. civ., 1988; Di Majo, Le modalità delle obbligazioni, Bologna-Roma, 1986; Di Majo, L'adempimento dell'obbligazione, Bologna 1993; Giorgianni, voce Obbligazione (diritto privato), in Nss. D.I., Torino, 1965; Nicolò, voce Adempimento (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1958; Rescigno, voce Obbligazioni (nozioni), in Enc. dir., Milano 1979; Rodotà, voce Diligenza (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1964; Romano, voce Buona fede (diritto privato), in Enc. dir., Milano, 1959; Rovelli, voce Correttezza, in Dig. civ., 1989; Schlesinger, Il pagamento al terzo, Milano, 1961. |