Codice Civile art. 1209 - Offerta reale e offerta per intimazione.

Cesare Trapuzzano

Offerta reale e offerta per intimazione.

[I]. Se l'obbligazione ha per oggetto danaro [1277], titoli di credito, ovvero cose mobili da consegnare al domicilio del creditore, l'offerta deve essere reale [73 1, 74 att.; 126 c.p.c.].

[II]. Se si tratta invece di cose mobili da consegnare in luogo diverso, l'offerta consiste nell'intimazione al creditore di riceverle, fatta mediante atto a lui notificato nelle forme prescritte per gli atti di citazione [73 2, 75 att.; 137 ss. c.p.c.].

Inquadramento

La dottrina prevalente reputa che le due forme di offerta solenne o formale contemplate dalla norma abbiano una sostanziale uniformità, poiché in entrambe risalta la loro natura recettizia. L'offerta, sia essa reale o per intimazione, si snoda in due fasi successive: l'intimazione a cooperare, che si concreta in una manifestazione di volontà, e l'esibizione, che è un atto materiale attraverso il quale si dà avvio all'esecuzione della prestazione. Mediante l'intimazione il pubblico ufficiale invita il creditore a concorrere nell'esecuzione della prestazione, con l'esibizione si effettua il pagamento ed è ricevuta la dichiarazione per quietanza e liberazione dalle garanzie (Falzea, 217; Natoli, in Tr. C.M., 1974, 197). Nell'offerta reale tali momenti si susseguono in via immediata senza alcuno stacco; nell'offerta per intimazione le due fasi sono staccate sul piano temporale, così da porre il creditore nelle condizioni di cooperare all'adempimento, per esempio recandosi in un certo luogo o compiendo una determinata attività preparatoria (Bigliazzi Geri, 3).

Secondo la giurisprudenza, quando il creditore abbia rifiutato l'offerta e sia controverso l'obbligo o il modo del pagamento o della consegna, o l'idoneità della cosa offerta, il giudice, ai sensi dell'art. 687 c.p.c., può ordinare il sequestro delle somme o cose offerte (Cass. n. 4923/1987).

L'offerta reale

L'offerta reale ha per oggetto il danaro, i titoli di credito e i mobili da consegnare al domicilio del creditore. Il riferimento ai titoli di credito consente l'estensione di tale forma di offerta anche ai documenti di legittimazione e ai titoli impropri. Se il bene deve essere consegnato congiuntamente a più creditori, l'offerta deve essere formulata per intimazione (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 171). La specificazione dell'oggetto nel processo verbale è necessaria al fine di consentire al giudice di stabilire la corrispondenza tra oggetto dell'obbligazione ed oggetto dell'offerta, operazione che esula dalle incombenze spettanti al pubblico ufficiale (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 174). L'offerta reale effettuata senza la presenza del creditore produce i suoi effetti in via immediata. Nondimeno, non essendo previsto un termine per la notifica a cura dell'offerente del processo verbale, è contrario ai principi di correttezza e buona fede un ritardo eccessivo (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 177).

Secondo la giurisprudenza, il pubblico ufficiale incaricato di eseguire l'offerta reale di adempimento di un'obbligazione pecuniaria non ha alcun obbligo di munirsi di una procura scritta conferita dall'offerente (Cass. n. 1016/2013). L'offerta della prestazione corrispettiva, cui l'art. 2932 subordina l'accoglimento della domanda di esecuzione specifica dell'obbligo di concludere un contratto di trasferimento di una cosa determinata, pur non dovendo essere necessariamente fatta nelle forme di cui agli artt. 12081209, non può, tuttavia, consistere in una mera dichiarazione di intenti, dovendo essere caratterizzata, in ogni caso, da serietà e buona fede (Cass. n. 2217/2013; Cass. n. 26011/2010). Il versamento del prezzo del fondo riscattato nel termine perentorio stabilito dall'art. 8 l. 26 maggio 1965, n. 590 costituisce condicio iuris del trasferimento della proprietà al retraente e deve esser effettuato, con le modalità previste dagli artt. 1209 ss. in caso di rifiuto, a favore di ciascun retrattato, se questi sono più di uno, in misura corrispondente alla rispettiva quota, perché la predetta obbligazione non è indivisibile, né oggettivamente, né soggettivamente — a meno che risulti diversamente dall'atto di acquisto del fondo retrattato — e la solidarietà tra creditori, a differenza di quella passiva, non si presume. Pertanto, scaduto il predetto termine perentorio, il retraente che abbia offerto l'intera somma costituente il prezzo del fondo riscattato ad uno soltanto dei retrattati, decade dal diritto di riscatto vittoriosamente esercitato (Cass. n. 3248/2012; Cass. n. 13416/2001).

L'offerta per intimazione

In via residuale è individuato l'ambito di operatività dell'offerta per intimazione: quando si tratti di cose mobili che debbono essere consegnate in luogo diverso dal domicilio del creditore ovvero quando si tratti di immobili o di obblighi di fare. La scelta del luogo dell'esibizione deve essere effettuata negli stessi limiti in cui la legge o la volontà negoziale delle parti dispongono in relazione al luogo di adempimento (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 179). Qualora il creditore non compaia per l'esibizione, non è necessaria un'ulteriore notificazione dell'esibizione, ma è sufficiente quella già effettuata (Falzea, 267). L'esibizione è reputata superflua quando il creditore, successivamente all'intimazione, dichiari esplicitamente di non voler ricevere la preannunciata consegna (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 180).

La giurisprudenza ritiene che l'offerta per intimazione è un atto la cui formazione spetta alla parte e non all'ufficiale giudiziario, al quale la legge assegna unicamente il compito di provvedere alla sua notificazione (Cass. n. 21908/2008). La medesima pronuncia precisa che è valida ed efficace l'offerta per intimazione nella quale non siano indicate al creditore la data e l'ora per il ritiro della merce a lui dovuta, quando l'intimante lasci al creditore stesso la facoltà di scelta del momento per il ritiro.

Il processo verbale e la notificazione

L'art. 74 disp. att. e l'art. 126 c.p.c. non specificano quali indicazioni siano necessarie per la redazione del processo verbale, a pena di nullità. Si reputa che il verbale, ai fini della sua validità, deve avere il contenuto indispensabile perché sia raggiunto il suo scopo, ai sensi dell'art. 156, comma 2, c.p.c. (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 181). L'inosservanza della disposizione di cui all'art. 126 c.p.c. circa la lettura del verbale e la sottoscrizione da parte di terzi non dà luogo a nullità dell'atto (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 181). Con riferimento alle persone intervenute, che devono essere indicate nel verbale, queste sono solo l'offerente e il destinatario; l'identità di tali soggetti dovrà in ogni caso essere documentata anche qualora non siano intervenuti. Ove il creditore accetti l'offerta, può richiedere la verbalizzazione anche di altre dichiarazioni, oltre a quelle di cui all'art. 74, comma 2, disp. att. L'illegittimo rifiuto di verbalizzare una dichiarazione ovvero la verbalizzazione infedele, sia nel caso in cui l'offerta sia accettata, sia nel caso in cui sia rifiutata, non incidono sulla validità del pagamento o della sua offerta e danno esclusivamente luogo a responsabilità del verbalizzante (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 181). Il documento così redatto costituisce atto pubblico. Non occorre la presenza di testimoni mentre è necessaria la firma del pubblico ufficiale e l'indicazione della sua qualifica. Con riferimento alla notifica del processo verbale di cui all'art. 74, comma 3, disp. att., trovano applicazione gli artt. 137-149 c.p.c., ma non gli artt. 150-151 c.p.c. (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 182). La sola offerta produce già gli effetti di cui all'art. 1207, indipendentemente dalla notificazione del verbale. Ne consegue che la mancata o tardiva notificazione può risultare pregiudizievole per il creditore che ignori di trovarsi in mora accipiendi, sicché quest'ultimo può invocare, in relazione alle circostanze del caso concreto, i principi di correttezza e buona fede allo scopo di fare perdere al debitore, in tutto o in parte, i benefici discendenti dalla mora. La produzione del processo verbale nel giudizio di accertamento della validità dell'offerta equivale a sua notificazione (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 182). Qualora l'offerta sia avvenuta nel domicilio di un terzo legittimato a ricevere, la notificazione del verbale potrà essere effettuata indifferentemente al terzo o al creditore (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 182).

Secondo la giurisprudenza, invece, la notificazione del verbale secondo le forme prescritte per la notifica della citazione introduttiva del giudizio è condizione di validità dell'offerta formale (Cass. n. 922/1950). Altro arresto ha sostenuto che la notificazione del verbale è requisito di efficacia dell'offerta, con la conseguenza che gli effetti della notificazione effettuata tardivamente retroagiscono al momento in cui l'offerta è avvenuta (Cass. n. 2039/1952).

Bibliografia

Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Bigliazzi Geri, voce Mora del creditore, in Enc. giur., Milano, 1990; Ghera-Liso, voce Mora del creditore (dir. lav.), in Enc. dir., Milano 1979; Giacobbe, voce Mora del creditore (dir. civ.), in Enc. dir., Milano, 1976; Falzea, L'offerta reale e la liberazione coattiva del debitore, Milano, 1947; Natoli-Bigliazzi Geri, Mora accipiendi e mora debendi, Milano, 1975.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario