Codice Civile art. 1212 - Requisiti del deposito.Requisiti del deposito. [I]. Per la validità del deposito è necessario: 1) che sia stato preceduto da un'intimazione notificata al creditore e contenente l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo in cui la cosa offerta sarà depositata [74 4 att.]; 2) che il debitore abbia consegnato la cosa, con gli interessi e i frutti dovuti fino al giorno dell'offerta [1207], nel luogo indicato dalla legge o, in mancanza, dal giudice; 3) che sia redatto dal pubblico ufficiale un processo verbale da cui risulti la natura delle cose offerte, il rifiuto di riceverle da parte del creditore o la sua mancata comparizione, e infine il fatto del deposito [78 att.; 126 c.p.c.]; 4) che, in caso di non comparizione del creditore, il processo verbale di deposito gli sia notificato con l'invito a ritirare la cosa depositata [73 1 att.]. [II]. Il deposito che ha per oggetto somme di danaro può eseguirsi anche presso un istituto di credito [73 1, 76 att.; 251 trans.] (1). InquadramentoI requisiti prescritti per il deposito non sono richiesti a pena di nullità del relativo contratto, ma al fine di produrre l'effetto liberatorio per il debitore (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 224). La procedura di deposito presuppone che vi sia stata l'offerta della prestazione. Il relativo contratto può essere concluso personalmente dal debitore purché alla presenza del pubblico ufficiale che rediga il verbale. La legittimazione attiva compete a tutti i soggetti che possono costituire in mora il creditore, ossia al debitore, al condebitore in solido e al terzo nei limiti previsti dall'art. 1180 (Natoli-Bigliazzi Geri, 170). Nel caso di ignoranza del soggetto attivo circa le modalità esecutive non si può procedere al deposito, salvo che non si ritenga consentito il deposito indipendentemente dalla sussistenza dei requisiti dell'offerta e dell'intimazione antecedenti al deposito (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 183). La questione è espressamente risolta in casi particolari (art. 1690, comma 2, in tema di trasporto; artt. 450, comma 1, e 453, comma 3, c. nav.; art. 48 l. camb.), dai quali non possono trarsi principi generali, attesa la peculiarità delle esigenze regolate (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 184). L'intimazione avente ad oggetto l'indicazione del giorno, ora e luogo in cui la cosa offerta sarà depositata, quale atto di mera comunicazione (Natoli-Bigliazzi Geri, 173) deve essere notificata per mezzo di ufficiale giudiziario e può essere surrogata dalla notifica del verbale dell'offerta; in tal caso devono trascorrere almeno tre giorni tra l'intimazione e il deposito (art. 74, comma 4, disp. att.), allo scopo di consentire al creditore di evitare le spese di deposito a norma dell'art. 1215. Con la consegna il deposito si perfeziona: essa è effettuata direttamente dal debitore mentre il pubblico ufficiale (notaio o ufficiale giudiziario) assiste alle operazioni per conferire ad esse carattere formale (Natoli-Bigliazzi Geri, 171). Qualora al momento del deposito sia presente il creditore, non è necessaria una nuova offerta che potrebbe evitare la procedura; e ciò perché il creditore è in grado di decidere sulla vicenda senza bisogno di un invito formale. Secondo la giurisprudenza, qualora il creditore non sia comparso nel luogo fissato per il deposito, il verbale notificato non deve necessariamente contenere l'invito a ritirare la cosa quando si desuma che la cosa è nella disponibilità del creditore, il quale può ritirarla liberamente (App. Firenze 1 settembre 1960). L'oggetto del depositoIl deposito ha ad oggetto la prestazione completa di tutti i suoi elementi, così da permetterne l'effetto liberatorio. In specie, la consegna deve comprendere, oltre alla cosa, gli interessi e i frutti dovuti sino al giorno dell'offerta. Qualora l'offerta sia avvenuta nelle forme d'uso, gli interessi e i frutti sono dovuti sino al giorno del deposito, non già dell'offerta (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 225). Benché il n. 3 richieda che sia verbalizzato il rifiuto del creditore, qualora il creditore sia presente non è necessaria una nuova offerta; in questi casi solo per motivi pratici il debitore chiederà al creditore se intenda ricevere la cosa (Natoli-Bigliazzi Geri, 174). Il difetto di tale verbalizzazione, così come l'omessa indicazione della mancata comparizione del creditore, non importa nullità del deposito (Bianca, 416). Il luogo del depositoAi sensi dell'art. 77 disp. att., il deposito deve essere effettuato nel luogo della prestazione. Nondimeno, qualora il deposito sia possibile in altro luogo non molto distante, in cui si trova il depositario, esso deve ritenersi ugualmente valido secondo il canone di buona fede (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 226). Ove il luogo di adempimento della prestazione non corrisponda al luogo dell'offerta solenne, il deposito può essere validamente compiuto in un luogo o nell'altro. Il deposito avente ad oggetto somme di denaro deve eseguirsi presso un istituto di credito, la cui individuazione è chiarita dall'art. 251 disp. att. Detto deposito può essere effettuato anche presso i soggetti intermediari abilitati ai sensi dell'art. 4 l. n. 197/1991 (ora d.lgs. n. 231/2007), quando il trasferimento di denaro contante non superi la soglia ivi espressamente stabilita di euro 10.329,14. L'accettazione scritta degli intermediari, conseguente alla consegna del contante, produce, nei casi di mora del creditore, gli effetti del deposito previsti dall'art. 1210. Il procedimento mediante il quale il tribunale in composizione monocratica autorizza il deposito presso altro locale idoneo ha natura camerale; attraverso il relativo decreto il giudice si limita ad accertare la presenza dei requisiti richiesti dal citato art. 77 (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 227). Fino alla notifica del verbale di deposito al creditore non comparso e l'invito a ritirare quanto depositato, la cosa resta nella disponibilità del depositante (Cass. n. 9202/1995). Il processo verbale di depositoIl deposito di cose mobili diverse dal denaro e dai titoli di credito deve essere eseguito presso stabilimenti di pubblico deposito ai sensi dell'art. 77, comma 1, disp. att. Qualora non vi siano simili stabilimenti nel luogo in cui la prestazione deve essere eseguita, ovvero ricorrano particolari ragioni, il tribunale in composizione monocratica del predetto luogo, su ricorso della parte interessata, può autorizzare il deposito presso altro locale idoneo, ai sensi dell'art. 77, comma 2, disp. att. Si tratta di un procedimento camerale ai sensi dell'art. 742-bis c.p.c. Dal decreto del giudice non deriva un obbligo di contrarre (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 177; Natoli-Bigliazzi Geri, 172). Ai sensi dell'art. 78 disp. att., il pubblico ufficiale che procede al deposito deve redigere processo verbale e rilasciarne copia al depositario e al creditore comparso se lo richiede. Il mancato rilascio della copia richiesta non determina nullità del procedimento. Ove il creditore non sia stato presente, deve essergli notificata copia del verbale nelle forme prescritte per la notifica della citazione. Il difetto di un termine per effettuare tale notifica induce a ritenere che non sia necessario che essa avvenga prima della notifica dell'atto introduttivo del giudizio sulla validità del deposito e che possa essere sostituita dal deposito del verbale in tale giudizio (Cattaneo, in Comm. S.B., 1988, 177). La funzione del pubblico ufficiale è meramente certificativa e, quindi, malgrado la sua presenza, il deposito mantiene natura privatistica (Giacobbe, 789). Secondo la giurisprudenza, la notifica può essere sostituita dalla citazione con la quale si renda noto al creditore che la somma offerta è stata depositata (App. Torino 17 gennaio 1955). Altro arresto ha ritenuto che la notifica al creditore non comparso del verbale di deposito della somma offerta e l'invito a ritirare quanto depositato sono necessari affinché l'offerta reale possa produrre l'effetto liberatorio nei confronti del depositante (Cass. n. 3228/1984). BibliografiaBianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Bigliazzi Geri, voce Mora del creditore, in Enc. giur., Milano, 1990; Ghera-Liso, voce Mora del creditore (dir. lav.), in Enc. dir., Milano 1979; Giacobbe, voce Mora del creditore (dir. civ.), in Enc. dir., Milano, 1976; Falzea, L'offerta reale e la liberazione coattiva del debitore, Milano, 1947; Natoli-Bigliazzi Geri, Mora accipiendi e mora debendi, Milano, 1975. |