Codice Civile art. 1235 - Novazione soggettiva.

Cesare Trapuzzano

Novazione soggettiva.

[I]. Quando un nuovo debitore è sostituito a quello originario che viene liberato, si osservano le norme contenute nel capo VI di questo titolo [1268 ss.].

Inquadramento

Quando la novazione riguardi non già gli elementi oggettivi del titolo o dell'oggetto bensì la figura soggettiva del debitore tenuto, che viene sostituito, la norma fa rinvio agli istituti che regolano la modificazione dal lato passivo del rapporto obbligatorio della delegazione, espromissione e accollo. La disposizione fa riferimento alla novazione soggettiva passiva e precisa che la regolamentazione a cui si rinvia si applica nella sola ipotesi in cui alla sostituzione del debitore corrisponda la liberazione del debitore originario. Sicché nel caso in cui il vecchio e il nuovo debitore rispondano entrambi, non si tratta di novazione soggettiva (Di Prisco, in Tr. Res., 1999, 361).

La novazione soggettiva attiva

Nessun riferimento in tema di novazione è previsto con riguardo all'ipotesi in cui la modificazione soggettiva concerna il creditore e non il debitore. Il che pone la questione circa l'ammissibilità della novazione soggettiva attiva. Un primo orientamento ritiene che l'ipotesi della sostituzione dal lato attivo del rapporto obbligatorio è assorbita dagli istituti della cessione del credito, della cessione del contratto e del pagamento con surrogazione sicché la novazione soggettiva attiva non avrebbe autonoma consistenza giuridica (Magazzù, 781; Perlingieri, in Comm. S.B., 167). E tanto anche perché la sostituzione del soggetto attivo del rapporto, a differenza della modifica del soggetto passivo, non è destinata a ripercuotersi sulle vicende relative alla vita del rapporto stesso, posto che può determinare esclusivamente talune variazioni nell'attuazione o nell'estinzione dell'obbligazione, ossia mere modificazioni accessorie del rapporto obbligatorio che — ai sensi dell'art. 1231 — non importano novazione (Perlingieri, in Comm. S.B., 166). Un diverso indirizzo sostiene invece che la novazione soggettiva attiva è ammissibile nel nostro ordinamento giuridico poiché non è vietata da alcuna disposizione normativa e coesiste con meccanismi di carattere modificativo del rapporto obbligatorio, come la cessione del credito ed il pagamento con surrogazione; con l'effetto che spetterebbe alle parti la scelta dello strumento (novativo o modificativo) con il quale attuare nel caso concreto la sostituzione del creditore (Rescigno, Delegazione, in Enc. dir. 1962, 980).

La novazione soggettiva passiva e la successione dal lato passivo

Il fatto che il legislatore rinvii alle norme dedicate alla successione dal lato passivo del rapporto obbligatorio ha indotto a ritenere che non vi è spazio alcuno per discriminare tra successione nel debito mediante delegazione, espromissione e accollo, qualora vi sia liberazione del debitore originario, e novazione soggettiva passiva. Secondo altra impostazione la novazione soggettiva passiva manterrebbe comunque, nonostante il rinvio, un residuale autonomo spazio applicativo quando la sostituzione del debitore faccia riferimento ad un rapporto obbligatorio connotato dall'infungibilità della prestazione (Perlingieri, in Comm. S.B., 166). Nondimeno in tale evenienza la sostituzione dell'obbligato inevitabilmente si rifletterebbe sulla sostituzione dell'oggetto dell'obbligazione, ossia della prestazione dedotta nel rapporto obbligatorio. Infatti per definizione non può considerarsi indifferente il soggetto tenuto ad eseguire la prestazione infungibile. La novazione soggettiva passiva finirebbe così con il tradursi in una novazione oggettiva (Perlingieri, in Comm. S.B., 166). Ove si ritenga che novazione soggettiva passiva e successione nel rapporto obbligatorio dal lato passivo costituiscano istituti non perfettamente assimilabili, ne deriverebbe la seguente distinzione sul piano degli effetti: la novazione importa l'estinzione del precedente rapporto obbligatorio (e conseguentemente delle relative garanzie ed accessori) nonché la costituzione di un nuovo rapporto; per converso la successione nel debito determina la liberazione dell'originario debitore, lasciando quindi immutato l'originario rapporto (con le garanzie e gli accessori del debito) in capo al nuovo obbligato (Di Prisco, in Tr. Res., 1999, 361). In conseguenza è una questione di interpretazione della volontà delle parti la valutazione circa la ricorrenza nel caso concreto dell'una ovvero dell'altra fattispecie (Di Prisco, in Tr. Res., 1999, 361).

Bibliografia

Barassi, La teoria generale delle obbligazioni, III, Milano 1964; Buccisano, La novazione oggettiva e i contratti estintivi onerosi, Milano 1968; De Lorenzi, voce Compensazione, in Dig. civ. 1988; Favero, voce Confusione, in Enc. dir., Milano 1961; Giacobbe-Guida, Remissione del debito (diritto vigente), in Enc. dir., Milano 1988; Magazzù, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1978; Ragusa-Maggiore, voce Compensazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1961; Rescigno, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1965; Schlesinger, voce Compensazione, in Nss. D. I., Torino, 1959; Tilocca, voce Remissione del debito, in Nss. D.I., Torino 1968.

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