Codice Civile art. 1242 - Effetti della compensazione.

Cesare Trapuzzano

Effetti della compensazione.

[I]. La compensazione estingue i due debiti dal giorno della loro coesistenza. Il giudice non può rilevarla d'ufficio [35, 112 c.p.c.].

[II]. La prescrizione [2934 ss.] non impedisce la compensazione, se non era compiuta quando si è verificata la coesistenza dei due debiti.

Inquadramento

La compensazione presuppone la coesistenza di debiti reciproci in un dato momento storico. In conseguenza i debiti si estinguono sin dal momento in cui coesistevano. Tuttavia il giudice non può rilevare d'ufficio la compensazione. In ragione del disposto della norma la compensazione non consegue automaticamente alla semplice coesistenza dei debiti contrapposti, ma la sua operatività postula un'apposita dichiarazione, qualificata come eccezione ovvero come opposizione in compensazione, giudiziale o stragiudiziale, di volersene avvalere (De Lorenzi, 67; Perlingieri, in Comm. S.B., 1988, 273; Schlesinger, 724). All'eccezione è stato attribuito valore costitutivo ovvero è stata considerata come requisito legale di efficacia della compensazione ovvero come elemento che completa la fattispecie estintiva di natura negoziale (Di Prisco, in Tr. Res., 1999, 320). L'integrazione della compensazione agisce in via retroattiva, nel senso che i suoi effetti si verificano dal momento della coesistenza dei crediti (Perlingieri, in Comm. S.B., 1988, 289).

Secondo la S.C. la semplice coesistenza dei reciproci rapporti obbligatori determina ipso iure l'estinzione dei medesimi rapporti, senza che la produzione di tale effetto esiga alcuna dichiarazione delle parti; la relativa pronuncia giudiziale ha dunque carattere meramente dichiarativo (Cass. n. 260/2006; Cass. n. 11146/2003). Nondimeno la legge esclude che il giudice possa rilevare d'ufficio la compensazione (Cass. n. 6391/1997; Cass. n. 3596/1990) sicché è necessario che sia una delle parti a manifestare espressamente la propria volontà di giovarsi dell'effetto estintivo verificatosi ope legis. La disposizione che esclude la rilevabilità d'ufficio della compensazione si riferisce sia alla compensazione legale sia a quella giudiziale (Cass. n. 3823/1995).

Le conseguenze della prescrizione

Qualora al momento della sollevazione dell'eccezione uno dei crediti sia prescritto, la compensazione può ugualmente produrre effetti ove i due rapporti obbligatori siano coesistiti. E ciò perché l'effetto estintivo retroagisce al momento della coesistenza cosicché l'eventuale successiva prescrizione di una delle obbligazioni reciproche non assume alcun rilievo preclusivo.

Tale previsione non riguarda l'ipotesi della compensazione giudiziale (Cass. n. 23078/2005; Cass. n. 1298/1998; Cass. n. 3188/1981; contra Cass. n. 7018/2020), in quanto questa forma di compensazione si realizza necessariamente ope iudicis e con effetti ex nunc (Cass. n. 6532/2006). Pertanto essa concerne la sola ipotesi della compensazione legale (Cass. n. 2009/1975; Cass. n. 1340/1968, in Foro it. 1968, I, 1848). La disposizione si applica anche all'ipotesi in cui i due debiti coesistessero prima della prescrizione ma solo dopo la prescrizione dell'uno l'altro sia divenuto liquido ed esigibile (Cass. n. 1088/1943).

Bibliografia

Barassi, La teoria generale delle obbligazioni, III, Milano 1964; Buccisano, La novazione oggettiva e i contratti estintivi onerosi, Milano 1968; De Lorenzi, voce Compensazione, in Dig. civ., 1988; Favero, voce Confusione, in Enc. dir., Milano 1961; Giacobbe-Guida, Remissione del debito (diritto vigente), in Enc. dir., Milano, 1988; Magazzù, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1978; Ragusa-Maggiore, voce Compensazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1961; Rescigno, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1965; Schlesinger, voce Compensazione, in Nss. D. I., Torino, 1959; Tilocca, voce Remissione del debito, in Nss. D. I., Torino, 1968.

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