Codice Civile art. 1250 - Compensazione rispetto ai terzi.

Cesare Trapuzzano

Compensazione rispetto ai terzi.

[I]. La compensazione non si verifica in pregiudizio dei terzi che hanno acquistato diritti di usufrutto o di pegno su uno dei crediti [1254].

Inquadramento

Rispetto al debitore l'usufrutto o il pegno di credito, affinché possano essere esentati dalla compensazione, devono essere costituiti, nonché notificati, accettati o effettivamente conosciuti senza riserva, prima del sorgere di un controcredito in stato di compensabilità. La compensazione si può verificare per i controcrediti anteriori alla notificazione o all'accettazione con riserva o comunque alla conoscenza effettiva dell'usufrutto o del pegno di credito. Per converso non possono essere opposti in compensazione i controcrediti successivi e i controcrediti anteriori quando la costituzione sia accettata puramente e semplicemente (De Lorenzi, 73). Il creditore che ha costituito usufrutto o pegno di credito non più eccepire il suo credito in compensazione (De Lorenzi, 73), ma nel caso in cui la compensazione sia ciononostante eccepita, essa resta efficace verso il debitore, salva la responsabilità del creditore opponente nei confronti del terzo che ha acquistato diritti di usufrutto o pegno sul credito (Schlesinger,727). Siffatta conclusione è da alcuni ricondotta alla circostanza che l'acquisto del terzo si perfeziona solo dopo la notifica al debitore, da altri all'estensione della tutela del debitore di cui all'art. 1264 e infine da ulteriore opinione alla norma generale sull'efficacia liberatoria del pagamento al creditore apparente (Schlesinger, 727). In base ad una diversa ricostruzione la compensazione produrrebbe effetti retroattivi sulla scorta dell'originaria dichiarazione esclusivamente qualora l'usufrutto o il pegno cessino (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 374).

Lo spazio applicativo

La norma dovrebbe trovare spazio anche oltre l'ipotesi della compensazione legale (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 376). In ogni caso è escluso che il giudice o le parti possano estinguere per compensazione diritti indisponibili o comunque ex lege inesigibili nell'interesse di terzi (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 375). Qualora il credito sia solo in parte gravato dal diritto del terzo, la compensazione, in presenza dei relativi presupposti, potrà operare elusivamente per la parte che non sia gravata da tale diritto (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 375). Per le stesse ragioni la compensazione parziale è ammessa anche quando il credito sia considerevolmente superiore al diritto del terzo (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 375). La norma è interpretata in modo estensivo sino a ricomprendere anche le ipotesi di credito sottoposto a sequestro o pignoramento da parte del terzo (Ragusa-Maggiore, 27; Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 374).

Il pignoramento

Nel pignoramento di credito il terzo pignorato non può opporre in compensazione il controcredito verso il debitore quando il controcredito sia acquistato dopo il pignoramento; quando la compensazione è già stata opposta non ha invece effetto il pignoramento successivo. Infine, quando i due crediti siano preesistenti ma il pignoramento sopravvenga prima dell'eccezione di compensazione, l'eccezione si reputa opponibile sulla scorta della valenza ricognitiva della dichiarazione di volersi valere della compensazione (Schlesinger, 727); qualora si ritenga invece che la dichiarazione abbia valore costitutivo, l'eccezione è inopponibile (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 376). Alla stessa stregua si ritiene inopponibile la compensazione del debitore esecutato dopo il pignoramento (Schlesinger,727). In ordine all'individuazione del momento fino al quale il debitore esecutato può opporre in compensazione il suo credito al credito del debitore presso cui è avvenuto il pignoramento, con pregiudizio per il creditore procedente, si sono affermate due tesi: secondo una tesi ciò può avvenire sino al momento della contestazione della dichiarazione del terzo ai sensi dell'art. 547 c.p.c. (De Lorenzi, 74); secondo l'altra il debitore esecutato non può avvalersi del suo credito in pregiudizio del creditore procedente dopo il perfezionamento della fattispecie delineata dall'art. 543 c.p.c. (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 377). Qualora il credito del debitor debitoris non sia ancora scaduto al momento del pignoramento, si è sostenuto che, ricorrendo normalmente i presupposti per l'applicazione dell'art. 1186, questi avrebbe la possibilità di opporre la compensazione negli stessi limiti in cui ciò è consentito quando si tratti di crediti scaduti (Schlesinger,727); in senso diverso si è osservato che tale soluzione non è praticabile benché il credito debba essere reputato scaduto agli effetti del concorso, poiché siffatta scadenza non dovrebbe produrre reazioni sul pignoramento.

Secondo la giurisprudenza, una volta ammessa l'opponibilità della compensazione non eccepita prima del pignoramento, il debitore non può opporre in compensazione, con effetti anche verso il pignoramento, i debiti sorti prima del pignoramento, ma aventi scadenza posteriore (Cass. n. 2055/1972).

Bibliografia

Barassi, La teoria generale delle obbligazioni, III, Milano 1964; Buccisano, La novazione oggettiva e i contratti estintivi onerosi, Milano 1968; De Lorenzi, voce Compensazione, in Dig. civ., 1988; Favero, voce Confusione, in Enc. dir., Milano 1961; Giacobbe-Guida, Remissione del debito (diritto vigente), in Enc. dir., Milano, 1988; Magazzù, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1978; Ragusa-Maggiore, voce Compensazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1961; Rescigno, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1965; Schlesinger, voce Compensazione, in Nss. D. I., Torino, 1959; Tilocca, voce Remissione del debito, in Nss. D. I., Torino, 1968.

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