Codice Civile art. 1305 - Giuramento.Giuramento. [I]. Il giuramento [2736 ss.] sul debito e non sul vincolo solidale, deferito da uno dei debitori in solido al creditore o da uno dei creditori in solido al debitore, ovvero dal creditore a uno dei debitori in solido o dal debitore a uno dei creditori in solido, produce gli effetti seguenti: il giuramento ricusato dal creditore o dal debitore, ovvero prestato dal condebitore o dal concreditore in solido, giova agli altri condebitori o concreditori; il giuramento prestato dal creditore o dal debitore, ovvero ricusato dal condebitore o dal concreditore in solido, nuoce solo a chi lo ha deferito o a colui al quale è stato deferito. InquadramentoQualora i consorti di chi ha prestato o deferito il giuramento siano rimasti estranei al giudizio, troverà applicazione l'art. 1306, sicché la norma postula che tali consorti siano tutti partecipi del giudizio (Bianca, 738; Breccia, 196), che il giuramento riguardi circostanze incidenti sull'esistenza o sul contenuto dell'intero debito solidale e non sulla quota propria del soggetto che lo presta o lo ricusa (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 284) e che gli altri consorti siano estranei al giuramento. Ove il giuramento attenga alla quota della parte che lo presta o lo ricusa, l'importo dell'obbligazione si riduce della quota del soggetto che ha compiuto l'atto. Se, al contrario, tutti i consorti siano tenuti a prestarlo o l'abbiano deferito, ciascuno sopporterà gli effetti del proprio atto (Bianca, 739). Avendo il creditore prestato il giuramento affermando l'esistenza del proprio credito, il debitore che abbia adempiuto in conseguenza di ciò non ha regresso verso i condebitori, i quali ottengano una pronuncia che li dichiari non soggetti al debito (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 284). Ove il giuramento sia stato deferito, o riferito, al debitore e questi lo abbia prestato in senso a sé favorevole, lo stesso rimane liberato per una parte pari alla quota del deferente, o del referente, anche nei confronti degli altri concreditori solidali, che pure conservano nei confronti di quello piena libertà di prova per la restante parte (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 285). Secondo la S.C. la possibilità di estendere gli effetti del giuramento prestato dal coobbligato in senso sfavorevole al creditore presuppone che il giuramento non sia stato deferito ad entrambi i condebitori congiuntamente convenuti nello stesso giudizio, poiché in questa evenienza l'autonomia e la scindibilità dei singoli rapporti fa sì che ciascuno rimanga regolato dall'esito del singolo giuramento, e che il giuramento stesso verta sul debito o su circostanze oggettive inerenti alla sua estinzione e non su posizioni soggettive (Cass. n. 1511/1976). Infatti, la norma disciplina le conseguenze, nei confronti degli altri condebitori, del giuramento prestato da uno dei condebitori in solido, ma non postula, per il creditore, alcun onere di convenire in giudizio tutti i debitori solidali e di deferire a tutti il giuramento decisorio (Cass. n. 3573/2011). L'estensione della norma ad altre figureGli effetti favorevoli del giuramento prestato o ricusato si estendono agli altri coobbligati, quelli sfavorevoli invece sono a carico soltanto di chi ha compiuto l'atto (Bianca, 742). In applicazione di tale regola, con riferimento all'obbligazione solidale attiva, il giuramento libera il debitore anche nei confronti degli altri concreditori solidali, ma solo per la quota del creditore deferente (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 283). In ogni caso, il giudice può trarre dal giuramento prestato da uno dei coobbligati elementi per la formazione del suo convincimento anche nei confronti dei litisconsorti (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 285). I principi stabiliti dalla norma si applicano anche nel caso di giuramento parziale, ovvero relativo ad una parte o ad una modalità dell'obbligazione comune a tutti, condebitori o concreditori, nonché al giuramento suppletorio e alla confessione (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 283). Dall'esito del giuramento decisorio deferito ad uno solo degli obbligati solidali il giudice potrà trarre argomenti di prova nei confronti degli altri coobbligati solo in senso a loro favorevole (Cass. n. 1704/1948). Egualmente ciò può avvenire quando il giuramento, deferito a più condebitori, abbia dato risultati contraddittori (Cass. n. 2555/1957). Tuttavia, se il giuramento è stato deferito a tutti i condebitori in solido, il giudice dovrà necessariamente ritenere provato il fatto rispetto a chi abbia giurato e mandarlo, pertanto, assolto, mentre non potrà non accogliere la domanda rispetto a chi si sia rifiutato di prestare il giuramento (Cass. n. 1511/1976; Cass. n. 649/1969). La confessione resa da un debitore non pregiudica gli altri condebitori, mentre se è resa ad uno dei concreditori giova a tutti (Cass. n. 4596/1978; Cass. n. 4276/1976). Il giuramento sul vincolo solidaleIl giuramento sul vincolo solidale, ossia riguardante non il puro e semplice fatto oggettivo dell'esistenza dell'obbligazione, ma tutto ciò che può concernere la natura solidale dell'obbligazione nei confronti del soggetto che l'ha deferito o verso cui è stato deferito, non spiega effetti nei confronti degli altri consorti (Bianca, 738). Secondo altra tesi, gli effetti del giuramento sul vincolo solidale si comunicano se favorevoli e non si comunicano se contrari (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 285). Così detto giuramento potrebbe avere efficacia nei casi in cui esplica effetti nei rapporti interni, come, ad esempio, quando il presunto condebitore, al fine di evitare il regresso, giuri di non essere partecipe dell'obbligazione, ovvero nei rapporti esterni, come quando, ad esempio, un condebitore giuri che l'obbligazione nei suoi confronti è parziaria. BibliografiaAmorth, L'obbligazione solidale, Milano 1959; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano, 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano 1979; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965; Rescigno, voce Obbligazione, in Enc. dir., Milano, 1979. |