Codice Civile art. 1308 - Costituzione in mora.

Cesare Trapuzzano

Costituzione in mora.

[I]. La costituzione in mora [1219] di uno dei debitori in solido non ha effetto riguardo agli altri, salvo il disposto dell'articolo 1310.

[II]. La costituzione in mora del debitore da parte di uno dei creditori in solido giova agli altri.

Inquadramento

La mora postula che vi sia inadempimento dei condebitori nell'esecuzione della prestazione verso il comune creditore o del debitore unico verso i concreditori, senza che la prestazione sia divenuta impossibile. La disposizione si riferisce alla sola ipotesi della mora ex persona, ossia mediante intimazione, e non all'ipotesi della mora ex re. Infatti, nelle fattispecie riconducibili a tale ultima ipotesi l'effetto della mora si realizza automaticamente verso tutti i coobbligati. Fa eccezione l'evenienza in cui solo uno dei debitori solidali abbia manifestato per iscritto la volontà di non adempiere ovvero in cui l'obbligazione sia connotata da modalità diverse, relativamente ai singoli debitori, che determinano in tempi diversi l'integrazione della mora nei confronti di questi (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 302). Fatti i salvi i casi di mora ex re, il debitore è tenuto al risarcimento dei danni solo se è stato personalmente costituito in mora; ne consegue che nelle obbligazioni solidali passive la costituzione in mora avvenuta nei confronti di uno dei consorti non vale a costituire in mora gli altri mentre nelle obbligazioni solidali attive la costituzione in mora verso il debitore avvenuta su iniziativa di uno dei creditori giova anche agli altri. L'effetto non comunicativo o quello espansivo della costituzione in mora, rispettivamente in ragione della natura passiva o attiva della solidarietà, vale sia per i rapporti esterni sia per i rapporti interni tra condebitori o concreditori, sicché il condebitore moroso che ha pagato capitale ed interessi moratori ha regresso pro quota per il capitale, ma non può richiedere gli interessi se non nei confronti degli altri coobbligati morosi (Rubino in Comm. S. B., 1992, 305). Non estendendosi gli effetti della costituzione in mora di un condebitore agli altri, il creditore potrà pretendere l'adempimento anche verso tali altri condebitori, ma non il risarcimento dei danni fino a quando non li abbia costituiti in mora (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 303). Ma in senso contrario si è osservato che la domanda giudiziale di risarcimento o risoluzione varrebbe a costituire in mora i debitori cui è rivolta. Ove l'intimazione verso i singoli condebitori sia notificata in tempi diversi, per ognuno di essi gli effetti della mora decorreranno separatamente dal momento del ricevimento dell'intimazione (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 303). Qualora si tratti di contratti a prestazioni corrispettive, il creditore dovrà costituire in mora tutti i condebitori prima di chiedere la risoluzione; se invece la domanda di risoluzione sia notificata ad un solo condebitore, il divieto di adempiere di cui all'ultimo comma dell'art. 1453 opererà solo nei riguardi del condebitore convenuto (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 303).

La norma prevede invece espressamente che, per effetto della costituzione in mora rivolta ad uno dei condebitori solidali, l'interruzione della prescrizione opera anche verso gli altri, ai sensi dell'art. 1310 (Cass. n. 1338/1975).

Le spese

Le spese che nella solidarietà attiva il creditore abbia sostenuto per costituire in mora il debitore devono essere rimborsate dal debitore stesso e vanno a suo esclusivo vantaggio, in quanto afferenti ad esborsi che egli solo ha affrontato; ove il debitore sia insolvente, esse si ripartiscono pro quota tra tutti i creditori che profittano degli effetti favorevoli della mora (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 305).

La mora credendi

Secondo la dottrina prevalente, la costituzione in mora del creditore ad opera di uno dei condebitori solidali giova anche agli altri condebitori mentre la mora accipiendi avvenuta su iniziativa del debitore verso uno dei concreditori solidali non nuoce agli altri consorti (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 305). Ma secondo altra opinione si riflettono sui concreditori le conseguenze favorevoli che il singolo debitore consegue tramite la costituzione in mora di uno di essi, come il passaggio del rischio e l'estinzione dell'obbligo per interessi e frutti (Giorgianni, 680). Si nega inoltre l'estensione degli effetti favorevoli della mora credendi agli altri condebitori qualora essi dipendano da circostanze strettamente personali ad un debitore, come accade per il rimborso delle spese sostenute per la conservazione della cosa, dovute dal momento della costituzione in mora del creditore, ma che possono essere liquidate solo a vantaggio del condebitore che effettivamente le ha affrontate (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 306).

Bibliografia

Amorth, L'obbligazione solidale, Milano 1959; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano, 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano 1979; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965; Rescigno, voce Obbligazione, in Enc. dir., Milano, 1979.

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