Codice Civile art. 1310 - Prescrizione.

Cesare Trapuzzano

Prescrizione.

[I]. Gli atti con i quali il creditore interrompe la prescrizione contro uno dei debitori in solido, oppure uno dei creditori in solido interrompe la prescrizione [2943 ss.] contro il comune debitore, hanno effetto riguardo agli altri debitori o agli altri creditori [1308].

[II]. La sospensione della prescrizione [2941 s.] nei rapporti di uno dei debitori o di uno dei creditori in solido non ha effetto riguardo agli altri. Tuttavia il debitore che sia stato costretto a pagare ha regresso contro i condebitori liberati in conseguenza della prescrizione.

[III]. La rinunzia alla prescrizione [2937] fatta da uno dei debitori in solido non ha effetto riguardo agli altri; fatta in confronto di uno dei creditori in solido, giova agli altri. Il condebitore che ha rinunziato alla prescrizione non ha regresso verso gli altri debitori liberati in conseguenza della prescrizione medesima.

Inquadramento

Gli atti interruttivi della prescrizione posti in essere dal creditore verso uno dei condebitori solidali raggiungono l'effetto interruttivo anche verso gli altri; l'atto interruttivo della prescrizione proveniente da uno dei creditori solidali verso il comune debitore giova anche agli altri concreditori. La previsione vale per qualsiasi atto interruttivo e si ritiene applicabile anche alla decadenza (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 309). La disposizione rappresenta l'unica deroga al principio generale dell'estensione ai condebitori degli effetti favorevoli e non di quelli sfavorevoli (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 309).

La previsione concerne ogni atto interruttivo, tanto ad effetti istantanei, quanto ad effetti permanenti (Cass. n. 2449/1983). L'estensione dell'effetto interruttivo della prescrizione agli altri condebitori opera anche quando l'interruzione sia imputabile ad un atto di costituzione in mora, benché gli effetti diretti della costituzione in mora non si estendano agli altri condebitori ai sensi dell'art. 1308 (Cass. n. 1338/1975). Non si applica invece nei confronti di soggetto che solo apparentemente sia un coobbligato solidale e che si riveli ex post immune da colpa (Cass. n. 8234/2010; Cass. n. 6337/1988). 

Non è richiesto che i coobbligati solidali abbiano conoscenza dell'atto interruttivo, in quanto gli effetti conservativi che tale atto produce incidono direttamente sul rapporto da cui origina l'obbligazione, e non sulla sfera giuridica del singolo condebitore solidale, il quale in conseguenza dell'estensione nei suoi confronti del relativo effetto conservativo dell'interruzione non viene a perdere alcun diritto, né viene inciso in una qualsiasi situazione giuridica soggettiva di cui sia titolare (Cass. S.U., n. 13143/2022).

La diversità dei titoli della responsabilità ascrivibile ai vari coobbligati non incide sull'interruzione del termine di prescrizione, che resta disciplinata dai principi sulle obbligazioni solidali (Cass. n. 22524/2019; Cass. n. 22164/2019).

La giurisprudenza esclude che la disposizione sia applicabile anche in tema di decadenza, non solo per la chiarezza del testo normativo, riferito solo alla prescrizione, ma anche per la profonda diversità dei due istituti, fondandosi la prescrizione sull'estinzione del diritto che, per l'inerzia del titolare, si presume abbandonato e fondandosi, invece, la decadenza sulla necessità obiettiva di compiere un determinato atto entro un termine perentorio stabilito dalla legge, oltre il quale l'atto é inefficace, senza che abbiano rilievo le situazioni soggettive che hanno determinato l'inutile decorso del termine o l'inerzia del titolare e senza possibilità di applicare alla decadenza le norme relative all'interruzione e/o alla sospensione della prescrizione contemplate dall'art. indicato (Cass. n. 16945/2008; Cass. n. 8288/2000). Nondimeno, in mate ria tributaria , la tempestiva notifica della cartella di pagamento nei confronti di uno dei condebitori, sebbene inidonea a pregiudicare le posizioni soggettive degli altri obbligati in solido , impedisce che si produca nei confronti degli stessi la decadenza di cui all'art. 25 del d.P.R. n. 602 del 1973, in quanto, in materia tributaria, a differenza di quella civile, trova applicazione, anche in detta ipotesi, l'art. 1310, comma 1, sebbene dettato in tema di prescrizione, in ragione della specialità della relativa disciplina procedimentale , trattandosi di attività di diritto pubblico regolata da norme proprie (Cass . n. 20766/2021 ) . La domanda giudiziale interrompe la prescrizione nei confronti di tutti i condebitori, compresi quelli che non abbiano partecipato al giudizio o nei cui confronti l'azione non sia continuata per estinzione del processo civile o per cessazione degli effetti della costituzione di parte civile nel processo penale, a seguito di estinzione del reato per morte dell'imputato (Cass. n. 15511/2000), ovvero anche per difetto di giurisdizione del giudice adito (Cass. n. 13662/2007), sebbene la domanda sia indirizzata verso uno o alcuno di essi, fino alla sua conclusione (Cass. n. 1406/2011; Cass. n. 8136/2001; Cass. n. 2988/1994; Cass. n. 3341/1974; Cass. n. 2970/1973). L'effetto interruttivo si produce anche in favore del convenuto con riguardo al suo diritto di agire in regresso verso i suoi consorti, trattandosi di ampliamento meramente soggettivo della domanda proposta nei suoi riguardi (Cass. n. 157/1978). La prescrizione eccepita da uno dei condebitori convenuti in giudizio non giova agli altri (Cass. n. 7800/2010; Cass. n. 5262/2001, in Giust. civ. 2002,12, I, 3242; Cass. n. 2132/1977; Cass. n. 3527/1975). La natura solidale dell'obbligazione risarcitoria a carico dell'assicuratore, del proprietario del veicolo ed eventualmente del conducente comporta che, ai fini della prescrizione del diritto risarcitorio, gli atti interruttivi compiuti dal danneggiato nei confronti dell'assicuratore esplichino efficacia anche nei riguardi del proprietario e del conducente del veicolo danneggiante (Cass. n. 14636/2014). E così avviene in ordine all'atto interruttivo della prescrizione nei confronti di un socio di società di persone, che ha effetto anche verso la società (Cass. n. 22093/2013; Cass. n. 15713/2004) e viceversa (Cass. n. 16712/2016), ovvero nei confronti del fallito, che ha effetto anche verso il suo condebitore solidale (Cass. n. 9638/2018; Cass. n. 17412/2016). In senso contrario, da ultimo, la S.C. ha ritenuto che l a notifica ad una società di persone di un atto interruttivo della prescrizione concernente il debito sociale, che è debito anche dei soci, interrompe, ai sensi dell'art. 1310, la prescrizione anche nei confronti di questi ultimi; al contrario, la notifica di un atto interruttivo della prescrizione nei confronti del singolo socio è inidonea a produrre effetti nei confronti della società, non potendo, di norma, ricollegarsi alcun effetto interruttivo ad una richiesta di pagamento inoltrata ad un soggetto diverso dal debitore, salvo il caso in cui costui sia rappresentante o comunque, benché privo del potere rappresentativo, abbia agito in tale qualità, qualora risulti applicabile il principio dell'apparenza (Cass . n. 41423/2021; Cass . n. 17640/2017 ). Allo stesso modo la norma è stata ritenuta applicabile all'obbligazione solidale tra debitore principale e fideiussore quando non sia stato convenuto il beneficium excussionis (Cass. n. 26042/2005). Per converso, la norma, essendo esclusivamente inerente ai diritti di obbligazione, non può trovare applicazione con riguardo ai diritti reali e, in specie, con riferimento agli atti interruttivi del possesso utile ai fini dell'usucapione che non operano verso gli altri compossessori (Cass. n. 11657/2018; Cass. n. 5338/2012; Cass. n. 6942/1999; Cass. n. 6668/1982). Non si applica neanche nell'ipotesi di concorso di più persone nella commissione di una violazione amministrativa, diversamente dall'ipotesi della solidarietà con l'autore dell'illecito di persone non concorrenti nella violazione (Cass. n. 1550/2018 Cass. n. 2088/2000).

L' efficacia interruttiva permanente determinata dall ' introduzione del processo esecutivo , estesa anche al coobbligato ex art. 1310, si protrae, agli effetti dell ' art. 2945, comma 2, c.c., fino al momento in cui la procedura abbia fatto conseguire al creditore procedente, in tutto o in parte, l ' attuazione coattiva del suo diritto ovvero, alternativamente, fino alla chiusura anticipata del procedimento determinata da una causa non ascrivibile al creditore medesimo, mentre, nell ' ipotesi opposta, di estinzione cd. tipica del procedimento esecutivo, dovuta a condotte inerziali, inattive o rinunciatarie del creditore procedente, all ' interruzione deve riconoscersi effetto istantaneo , a norma dell ' art. 2945, comma 3 ( Cass . n. 8217/2021 ). Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito di rigetto dell ' eccezione di prescrizione del credito formulata dal fideiussore, attribuendo efficacia “ interruttiva-sospensiva ” a due procedure esecutive, per essere la prima ancora pendente e la seconda “ fisiologicamente ” conclusa con la distribuzione del ricavato.

Ove interruzione non vi sia, gli effetti della prescrizione sollevata tempestivamente da un coobbligato si estendono anche agli altri obbligati solidali tutte le volte in cui la mancata estinzione del rapporto obbligatorio nei loro confronti possa generare effetti pregiudizievoli per il soggetto eccipiente (Cass. n. 7987/2021; Cass. n. 17420/2019).

La sospensione della prescrizione

Quanto alle cause di sospensione della prescrizione, esse non si estendono agli altri condebitori o concreditori. E ciò perché tali cause hanno natura strettamente personale. Dall'operatività solo per alcuni consorti delle cause di sospensione discende che viene meno l'unicità del decorso del termine prescrizionale nei confronti dei condebitori o a favore dei concreditori (Bianca, 734; Giorgianni, 680). Tuttavia, il condebitore che sia stato costretto ad adempiere, in ragione dell'intervenuta sospensione della prescrizione, ha regresso verso gli altri condebitori che siano stati liberati per effetto della maturazione della prescrizione. Si ritiene che la previsione sul regresso sia applicabile anche alla solidarietà attiva, salvi i necessari adattamenti, sicché il concreditore nei cui confronti sia maturata la prescrizione ha diritto di regresso verso gli altri concreditori nei cui confronti abbia operato la sospensione della prescrizione e che, per l'effetto, abbiano ottenuto l'adempimento (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 314). In senso contrario altra opinione sostiene che il debitore può eccepire al concreditore che si avvale della sospensione l'estinzione pro quota per prescrizione dei rapporti solidali relativi ai concreditori, il che esclude che gli altri concreditori possano esercitare il regresso verso il concreditore che si avvale della prescrizione (Bianca, 734).

Nel senso che alla limitazione degli effetti della sospensione consegue la cessazione del principio di unicità del termine prescrizionale sono orientate anche le S.U. (Cass. n. 2633/1964). Alla proposizione della domanda giudiziale contro uno o alcuni dei condebitori solidali segue non solo la verificazione dell'effetto interruttivo della prescrizione, ma anche la sospensione del suo decorso sino al passaggio in giudicato della pronuncia conclusiva, secondo il meccanismo dell'interruzione permanente; entrambi gli effetti, interruttivo e sospensivo, si producono verso gli altri condebitori solidali estranei al giudizio (Cass. n. 4244/1988; Cass. n. 1708/1979; Cass. n. 333/1978; Cass. n. 3541/1974; Cass. S.U., n. 2970/1973; Cass. n. 1267/1973; Cass. n. 577/1973; contra Cass. n. 1873/1972).

La rinunzia alla prescrizione

Con riguardo alla rinunzia alla prescrizione, opera il principio secondo cui, qualora essa provenga da uno dei condebitori solidali, non nuoce agli altri; qualora provenga dal debitore e sia indirizzata ad uno dei concreditori solidali, giova anche agli altri (Bianca, 735). Gli effetti della rinunzia valgono sia nei rapporti esterni sia nei rapporti interni. Nel caso di solidarietà passiva, il condebitore che abbia eseguito la prestazione, all'esito della sua rinunzia alla prescrizione, non può esercitare il regresso verso gli altri condebitori che si siano liberati in conseguenza della prescrizione. La rinunzia alla prescrizione può anche essere tacita, sicché può essere desunta anche dal riconoscimento del debito effettuato dopo la decorrenza del termine prescrizionale nella consapevolezza di tale decorso (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 312). Nella solidarietà attiva l'estensione degli effetti della rinunzia non può essere limitata sul piano soggettivo dalla volontà del debitore esternata con espressa dichiarazione (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 312). Ma in senso contrario altro autore ammette la possibilità che il debitore contempli con espressa dichiarazione che la rinunzia produca effetti solo in favore del concreditore a cui è resa, ossia che gli effetti siano limitati pro quota (Giorgianni, 680).

Secondo la giurisprudenza, la norma trova applicazione anche in materia di fideiussione, sicché il fideiussore che abbia pagato il debito pur non essendovi più tenuto per la verificatasi decadenza ex art. 1957, da lui non eccepita, non ha regresso nei confronti degli altri fideiussori (Cass. n. 6649/2002).

Bibliografia

Amorth, L'obbligazione solidale, Milano 1959; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano, 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano 1979; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965; Rescigno, voce Obbligazione, in Enc. dir., Milano, 1979.

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