Codice Civile art. 1316 - Obbligazioni indivisibili.Obbligazioni indivisibili. [I]. L'obbligazione è indivisibile quando la prestazione ha per oggetto una cosa o un fatto che non è suscettibile di divisione per sua natura o per il modo in cui è stato considerato dalle parti contraenti [187 c.p.]. InquadramentoL'obbligazione è indivisibile quando non sia passibile di adempimento parziale per la natura della prestazione, e in tal caso l'indivisibilità è oggettiva, ovvero per il modo in cui essa è stata contemplata dalle parti, e in tal caso l'indivisibilità è soggettiva (Breccia, 198; Bianca, 752). L'indivisibilità dell'obbligazione è indipendente dall'esistenza o meno di una pluralità di debitori o di creditori, poiché si riferisce alla prestazione e non ai soggetti del rapporto obbligatorio. Nondimeno, l'obbligazione indivisibile è compatibile con la natura solidale dell'obbligazione, sia qualora vi sia solidarietà passiva, sia qualora vi sia solidarietà attiva. Il carattere oggettivamente indivisibile dell'obbligazione si ripercuote inevitabilmente sul lato passivo del rapporto, nel senso che il debitore o la pluralità di debitori dovrà eseguire la prestazione nella sua interezza. La natura soggettiva dell'indivisibilità può invece essere ascritta sia al suo lato passivo sia al suo lato attivo, ossia può dipendere dalla considerazione della prestazione che ne abbia dato il debitore o da quella che ne abbia dato il creditore; la diversa opinione che limita l'indivisibilità soggettiva al solo lato passivo non ha riscontro normativo e logico (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 345). L 'indivisibilità dell'obbligazione va rapportata non alla prestazione , ma all'oggetto di essa (Cass. n. 34251/2023). L'accertamento in ordine all'indivisibilità della prestazione costituisce giudizio di fatto, incensurabile in sede di legittimità (Cass. n. 4793/1983). L'indivisibilità o la divisibilità della prestazione non possono essere desunte dall'unicità o dalla pluralità dei documenti che contengono l'accordo da cui discende l'obbligazione, bensì devono essere ricavate dalla natura della prestazione o dall'interpretazione della volontà delle parti (Cass. n. 3622/1983). È divisibile l'obbligazione di risarcimento del danno in forma specifica nascente da un atto di transazione e avente ad oggetto lavori di sistemazione di terreni, se tale fu la volontà delle parti e se sia i terreni che la prestazione dovuta sono frazionabili (Cass. n. 2822/2014). E così il versamento del prezzo del fondo riscattato nel termine perentorio deve esser effettuato a favore di ciascun retrattato, se questi sono più di uno, in misura corrispondente alla rispettiva quota, perché la predetta obbligazione non è indivisibile, né oggettivamente, né soggettivamente (Cass. n. 13416/2001). L'indivisibilità oggettivaL'obbligazione è oggettivamente indivisibile quando per sua natura la prestazione non è scomponibile in frazioni omogenee che presentino un valore proporzionale all'intero e ciò sulla scorta di un apprezzamento obiettivo del contenuto della prestazione (Bianca, 752; Giorgianni, 685). Siffatta oggettiva indivisibilità può discendere dalla materiale indivisibilità della cosa o del fatto oggetto dell'obbligazione; da una valutazione economico-funzionale, nel senso che la divisione, ove effettuata, comporterebbe una grave perdita di valore delle singole porzioni separate rispetto all'intero; da una valutazione di natura giuridica, nel senso che le singole porzioni non hanno i requisiti di legge per la loro autonoma utilizzazione (Bianca, 752). Così è indivisibile per natura l'obbligo che nasce da un contratto preliminare, poiché la stipulazione del definitivo non può essere adempiuta parzialmente (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 345). L'obbligo di consegna è divisibile o indivisibile in ragione della natura del suo oggetto (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 346). Similmente anche le obbligazioni di fare sono divisibili o indivisibili, in base alla circostanza che il loro oggetto sia suscettibile di essere frazionato o meno in parti omogenee. Sicché è indivisibile l'obbligazione di rendiconto o di fornire un determinato documento mentre almeno solitamente è divisibile l'obbligazione di costruire una strada (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 346). Si dibatte sull'attinenza dell'indivisibilità direttamente alla cosa o al diritto su di essa. Secondo un'impostazione che calibra i due profili, occorre valutare caso per caso se l'indivisibilità della cosa implichi l'indivisibilità della prestazione che ha per oggetto il trasferimento del diritto sulla cosa. L'analisi andrebbe compiuta avendo riguardo all'interesse del creditore: la prestazione di trasferire la proprietà della cosa è divisibile, nonostante l'indivisibilità della cosa stessa, se il frazionamento del diritto non toglie alla quota l'idoneità di soddisfare proporzionalmente l'interesse del creditore. Per questa via, la prestazione che ha per oggetto il trasferimento della proprietà su un bene immobile sarebbe sempre divisibile, in quanto gli immobili sono suscettibili di uso comune o di locazione (Bianca, 756). La questione ha un ridotto peso pratico poiché le prestazioni che hanno ad oggetto un obbligo di trasferimento della proprietà sono eccezionali, a fronte del generale principio secondo cui il trasferimento si determina per effetto del consenso legittimamente manifestato (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 347). L'obbligazione contributiva in materia di previdenza e assistenza obbligatorie è oggettivamente indivisibile (Cass. n. 8982/1995). E così la promessa di più soggetti di acquistare in comune un immobile considerato nella sua interezza (Cass. n. 27320/2017). L'obbligazione di riconsegnare l'immobile locato consiste in un facere, che costituisce attività tipicamente indivisibile (Cass. n. 3413/1968). Qualora la prestazione sia oggettivamente o per sua natura indivisibile, l'elemento peculiare della pluralità dei soggetti obbligati può sopravvenire alla genesi dell'obbligazione, come può accadere qualora all'unico debitore o creditore originari si sostituiscano più soggetti e la prestazione sia per sua natura indivisibile (Cass. n. 4224/1957). L'indivisibilità oggettiva si tramuta in obbligazione divisibile quando, per effetto del suo inadempimento, si converte in obbligazione risarcitoria (Cass. n. 278/1959). L'indivisibilità soggettivaL'indivisibilità subiettiva o intenzionale o teleologica ricorre quando la prestazione sarebbe per sua natura divisibile ma le parti, per il modo in cui la considerano, la trattano alla stregua di una prestazione indivisibile, poiché se la prestazione fosse divisa non sarebbe raggiunto lo scopo per il quale è stata contratta l'obbligazione. Per l'effetto, occorre avere riguardo all'interesse delle parti: il requisito dell'indivisibilità intenzionale dell'obbligazione, in carenza di pattuizioni espresse, può essere desunto in via implicita dall'accertamento del predetto scopo, in base alle circostanze del caso concreto (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 348). L'intenzione specifica delle parti di considerare indivisibile la prestazione deve essere presente già nel momento in cui l'obbligazione sorge. In specie, allorché la fonte dell'obbligazione sia contrattuale, l'intenzione deve essere comune a tutte le parti, costituendo altrimenti un semplice motivo, di per sé irrilevante; allorché la fonte si identifichi in un negozio unilaterale, come un legato posto a carico di più onerati, è sufficiente la sola volontà dell'autore del negozio (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 349). Secondo la S.C. la natura soggettivamente indivisibile dell'obbligazione può essere tratta dallo scopo perseguito in ragione delle circostanze concrete (Cass. n. 6193/1983; Cass. n. 3622/1983). L'indivisibilità può essere sancita dalle parti in modo espresso oppure può essere desunta tacitamente (Cass. n. 1588/1954). Nel preliminare di vendita di bene indiviso considerato quale unicum, ogni comproprietario non solo si obbliga a prestare il consenso per il trasferimento della sua quota, ma promette anche il fatto altrui, cioè la prestazione del consenso degli altri comproprietari, sicché, attesa l'unitarietà della prestazione dei venditori, l'obbligo di corrispondere il prezzo è indivisibile per volontà negoziale e ciascun venditore può esigere l'intero a titolo solidale (Cass. n. 11549/2014). E così anche quando si tratti di più preliminari di vendita cumulativa di beni considerati come un unicum (Cass. n. 15545/2013). La garanzia per i vizi della cosa venduta, così come quella per il buon funzionamento della stessa, può concernere, volta per volta, quando la vendita abbia per oggetto una pluralità di cose individualmente determinate, ciascuna di esse o la loro totalità, secondo la volontà delle parti; sicché, ove i contraenti abbiano considerato gli oggetti del contratto come funzionalmente unificati, in quanto destinati tutti ad un'unica attività produttiva, al punto che il compratore (con la consapevolezza del venditore) non avrebbe acquistato separatamente una o taluna delle cose, alla prestazione dovuta dal venditore deve riconoscersi il carattere della indivisibilità (Cass. n. 2786/1972). L'indivisibilità legaleSi ricade nell'ipotesi dell'indivisibilità legale, quando, pur non essendovi alcuna indivisibilità naturale o intenzionale, la divisione della prestazione sia vietata dalla legge, come accade per la fattispecie descritta dall'art. 433 (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 350). BibliografiaBianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano, 1979; Cicala, voce Obbligazione divisibile e indivisibile, in Nss. D. I., Torino, 1965; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965. |