Codice Civile art. 1469 - Contratto aleatorio.InquadramentoIl contratto è definito aleatorio, in contrapposizione alla figura del contratto commutativo, quando il rapporto tra il vantaggio e il rischio derivanti dal contratto è incerto e non valutabile al momento della stipulazione (Messineo, voce Contratto, in Enc. dir., 1961, 922). I contratti commutativi sono contraddistinti da un'alea propriamente economica o normale, i contratti aleatori sono connotati da un'alea propriamente giuridica (Sacco, in Tr. Vas., 1975, 831). Mentre l'alea normale è estrinseca al contratto, quella propria dei contratti aleatori è elemento essenziale del contratto stesso (Scalfi, La risoluzione del contratto, in Enc. giur., 1991, 15).La disciplina sulla risoluzione per eccessiva onerosità non si applica a tale tipologia di contratti, sia che essi siano aleatori per natura, sia che essi siano aleatori per volontà delle parti (Bianca, 1994, 402). La ratio di tale esclusione è stata ravvisata nel fatto che in tale tipologia contrattuale il rischio dell'alterazione dell'economia dell'affare e dei termini del rapporto prefigurato è aspetto peculiare ed intrinseco dello schema causale (Scalfi, voce Alea, in Dig. civ., 1991, 260). In dottrina si è sostenuto che la norma deve essere letta nel senso che il giudice deve esaminare la natura dell'evento sopravvenuto, piuttosto che il contratto in quanto tale, allo scopo di stabilire se il soggetto danneggiato abbia assunto il rischio dell'evento e quindi se il contratto sia sottratto o meno all'ambito applicativo dell'istituto dell'eccessiva onerosità (Sacco-De Nova, in Tr. Res., 1988, 537). Ne consegue che l'esclusione dettata dalla norma in esame è operativa nella sola ipotesi in cui lo squilibrio sopravvenuto consegua ad un evento riconducibile all'alea assunta, restando applicabili altrimenti i rimedi propri dell'onerosità. Pertanto qualora il contratto presenti presupposti di risolubilità indipendentemente dall'evento aleatorio assunto dalle parti, non v'è alcun legittimo motivo che possa indurre alla preclusione dei rimedi. Nei contratti aleatori le parti assumono infatti la sola alea derivante da determinati eventi, sicché gli squilibri sopravvenuti ad essi non collegati assumono la medesima rilevanza di quelli propri dei contratti commutativi (Bianca, 1994, 402; Sacco, in Tr. Vas., 1975, 988). Anche la S.C. qualifica come aleatorio il negozio in cui sia incerto al momento della stipulazione il rapporto fra il sacrificio e il vantaggio derivante dal negozio, quando tale incertezza sia obiettiva e dipenda dal verificarsi o meno di un evento futuro dedotto quale fonte dell'alea (Cass. n. 10/1993; Cass. n. 6452/1991; Cass. n. 4626/1979; Cass. n. 1003/1970; Cass. n. 1875/1959). Inoltre già al momento della sua conclusione l'alea deve essere, per legge o per volontà delle parti, elemento essenziale del sinallagma. Pertanto l'aleatorietà non può derivare dall'apposizione di una condizione sospensiva, che incide sull'efficacia e non sulla struttura contrattuale, né dal versamento di una caparra, rientrando gli effetti di tale dazione nell'alea normale di un contratto sottoposto a condizione sospensiva (Cass. n. 5050/2013). Aderendo alla tesi della dottrina innanzi citata la giurisprudenza ritiene che la questione dell'applicabilità ad un determinato contratto dell'intera disciplina dell'art. 1467 sull'onerosità sopravvenuta deve essere risolta dal giudice con specifico riferimento al caso concreto ed all'azione effettivamente proposta, dovendosi a tal fine considerare non solo la natura e la struttura (dal punto di vista meramente classificatorio) del contratto sulla cui risoluzione si controverta, ma anche le modalità ed i tempi di adempimento delle reciproche prestazioni connesse al contratto stesso (Cass. n. 11947/2003). I contratti aleatori per loro naturaNei contratti tipicamente aleatori l'alea è elemento coessenziale al tipo negoziale ed alla correlativa operazione economica. Rientrano tra i contratti aleatori per natura la rendita vitalizia, l'assicurazione, il gioco, la scommessa, il contratto di lotteria, la cessione del credito pro soluto, il contratto differenziale di borsa (il quale in realtà è la risultante tra due contratti) e i contratti di borsa a premio (da distinguere da quelli a mercato fermo). Secondo una parte della dottrina anche la vendita di eredità ricade tra i contratti aleatori (Messineo, cit., 924). In senso contrario altra tesi nega che tale figura rientri nella categoria dei contratti aleatori, poiché l'incertezza sull'individuazione dei beni trasmessi è un fatto del tutto eventuale e secondario, che non connota la causa del contratto (Nicolò, voce Alea, in Enc. dir., 1958, 1030). Anche il contratto di associazione in partecipazione è considerato aleatorio. La S.C. evidenzia che il contratto di appalto, cui è assimilato il contratto di costruzione navale, non è per sua natura aleatorio, sebbene possa assumere tale carattere per volontà delle parti, quando vi sia introdotto un coefficiente di assoluta incertezza nel rischio cui i contraenti siano esposti, cioè l'assunzione dell'alea per ogni evento, anche il più anomalo (Cass. n. 8949/1990). Allo stesso modo la vendita del diritto di usufrutto è un contratto commutativo, atteso che il valore del diritto, seppure con valutazione probabilistica, è determinato in modo obiettivo sulla base di coefficienti rapportati alla vita dell'usufruttuario e secondo un meccanismo stabilito dalla legge (Cass. n. 17399/2004; Cass. n. 167/1976). I contratti aleatori per volontà delle partiSi tratta di ipotesi in cui la natura aleatoria non discende dalla tipica figura negoziale prescelta dalle parti, ma deriva dai termini dell'accordo concretamente raggiunto dalle parti. Segnatamente l'alea diviene elemento essenziale della fattispecie per volontà delle parti, di norma, ma non necessariamente, attraverso l'inserimento in uno schema contrattuale di per sé non aleatorio di una clausola che introduce un rischio estraneo al tipo, e lo rende per tale motivo aleatorio. L'emptio spei, in cui il prezzo è dovuto dal compratore anche se la cosa non viene ad esistenza, alla quale fa riferimento l'art. 1472, comma 2, ricade tra i contratti aleatori per volontà delle parti. Si reputa aleatoria anche la vendita del diritto ereditario al coerede alle condizioni di cui all'art. 765 (Messineo, 925). E così il contratto di compravendita in cui sia esclusa la garanzia per il rischio di evizione, le cui conseguenze sono regolate dall'art. 1488. Anche il patto leonino integra un contratto aleatorio per volontà delle parti, nullo per illiceità della causa ai sensi dell'art. 2256. La volontà delle parti sulla natura aleatoria del contratto può riguardare anche i contratti con obbligazioni a carico di una sola parte (Tartaglia, 174). In senso contrario altra opinione afferma che, mancando in tali contratti un rapporto fra prestazioni, il rischio è sempre prevedibile e quindi è esclusa l'alea (Messineo, cit., 925). Secondo la giurisprudenza anche per i contratti commutativi le parti, nel loro potere di autonomia negoziale, possono prefigurarsi la possibilità di sopravvenienze, che incidono o possono incidere sull'equilibrio delle prestazioni, ed assumere, reciprocamente o unilateralmente, il rischio, modificando in tal modo lo schema tipico del contratto commutativo e rendendolo per tale aspetto aleatorio, con l'effetto di escludere, nel caso di verificazione di tali sopravvenienze, l'applicabilità dei meccanismi riequilibratori previsti nell'ordinaria disciplina del contratto (Cass. n. 12453/2018). L'assunzione del detto rischio supplementare può formare oggetto di un'espressa pattuizione, ma può anche risultare per implicito dal regolamento convenzionale che le parti hanno dato al rapporto e dal modo in cui hanno strutturato le loro obbligazioni (Cass. n. 17485/2012; Cass. n. 948/1993, in Giust. civ. 1993, 12, I, 3021, con nota di Costanza). In particolare si è considerata aleatoria per volontà delle parti la compravendita in cui si escludeva la garanzia per le qualità promesse o essenziali della cosa alienata. Nei contratti aleatori per volontà delle parti l'alea è estranea allo schema legale ed è introdotta con una specifica pattuizione; ne consegue che la pattuizione relativa all'introduzione dell'alea nel negozio si pone come oggetto di un'eccezione in senso proprio e non può essere rilevata d'ufficio (Cass. n. 10/1993). 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D.I., Torino, 1969; Grasso, Eccezione di inadempimento e risoluzione del contratto, Napoli, 1973; Mosco, La risoluzione del contratto per inadempimento, Napoli, 1950; Natoli, voce Diffida ad adempiere, in Enc. dir., Milano, 1964; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1989; Smiroldo, Profili della risoluzione per inadempimento, Milano, 1982; Tartaglia, voce Onerosità eccessiva, in Enc. dir., Milano, 1980. |