Codice Civile art. 1620 - Incremento della produttività della cosa.InquadramentoLa norma è volta principalmente ad aumentare la produttività del bene ma essa tiene in considerazione anche la posizione del concedente. Ritenzione della azienda affittataIn tema di affitto di cosa produttiva, l'art. 1620 attribuisce all'affittuario la facoltà di prendere ogni iniziativa idonea ad incrementare il reddito della cosa medesima; l'esercizio di tale facoltà non può, però, tradursi in obblighi a carico del locatore e non può, pertanto, di per sé costituire titolo per pretendere da quest'ultimo indennità per miglioramenti effettuati in attuazione di dette iniziative. Ne consegue che in nessun caso l'affittuario ha il diritto di ritenere l'azienda affittata fino a quando gli venga corrisposta l'indennità o eventuale altra somma, sempre che dovute. Né rileva che il diritto di ritenzione sia previsto in materia di enfiteusi, di possesso di buona fede o in favore del coerede che conferisca un bene in natura, atteso che le norme che prevedono il diritto di ritenzione hanno natura eccezionale e non sono perciò suscettibili di applicazione analogica (Cass. n. 19162/2005). Pertanto, la facoltà del locatario di cosa produttiva, a norma dell'art. 1620, di prendere ogni iniziativa idonea ad incrementare il reddito della cosa medesima non può tradursi in obblighi a carico del locatore, e, pertanto, non può di per sé costituire titolo per pretendere da quest'ultimo indennizzi per migliorie effettuate in attuazione di dette iniziative (Cass. n. 1008/1979). I poteri dell'affittuario alla luce della l. n. 11/1971Il disposto dell'art. 10 l. n. 11/1971 seppure amplia i poteri dell'affittuario di fondo rustico, assegnandogli una vasta area di discrezionalità nell'organizzazione e gestione dell'impresa agricola e consentendogli, quindi, di scegliere liberamente il metodo produttivo reputato più idoneo e di adattare l'ordinamento colturale alle esigenze dell'organizzazione aziendale, non esime tuttavia l'affittuario medesimo dall'obbligo di coltivare il fondo razionalmente e secondo le regole della buona tecnica agraria, nonché di non mutare la destinazione economica data al fondo stesso dal proprietario, non essendo state abrogate le norme di cui agli art. 1615, 1616 e 1620 (Cass. n. 1134/1986). BibliografiaBarraso-Di Marzio-Falabella, La locazione, Padova, 1988; Barraso- DI Marzio-Falabella, La locazione, contratto, obbligazione, estinzione, Torino, 2010; Bianca, Diritto civile, III, Milano, 2000; Carrato-Scarpa, Le locazioni nella pratica del contrato e del processo, Milano, 2010; Cuffaro-Calvo-Ciatti, Della locazione. Disposizioni generali. Artt. 1571-1606, Milano 2014; Gabrielli-Padovini, Le locazioni di immobili urbani, Padova, 2005; Grasselli, La locazione di immobili nel codice civile e nelle leggi speciali, Padova, 2005. |