Codice Civile art. 1672 - Impossibilità di esecuzione dell'opera.

Francesco Agnino

Impossibilità di esecuzione dell'opera.

[I]. Se il contratto si scioglie perché l'esecuzione dell'opera è divenuta impossibile in conseguenza di una causa non imputabile ad alcuna delle parti [1464], il committente deve pagare la parte dell'opera già compiuta, nei limiti in cui è per lui utile, in proporzione del prezzo pattuito per l'opera intera [1675, 2228].

Inquadramento

La norma è volta a ripartire tra i contraenti il rischio dell'impossibilità di proseguire l'opera quando tale impossibilità non sia imputabile ad alcuna di esse.

Fallimento dell'appaltatore

Il contratto di appalto, anche di opera pubblica, si scioglie con effetto ex nunc a seguito dell'intervenuto fallimento dell'appaltatore ai sensi dell'art. 81 r.d. n. 267/1942 (per la nuova disciplina v. l’art. 186 d.lgs. n. 14/2019 “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”) (nella formulazione vigente ratione temporis, anteriore alle modifiche introdotte con la l. n. 5/2006), con la conseguenza che al curatore spetta il corrispettivo maturato per le opere già eseguite, salvo il risarcimento dei danni conseguenti al ritardo e al non corretto adempimento dell'appaltatore; il committente non può, invece, invocare la disciplina prevista dall'art. 1460 in materia di eccezione di inadempimento, la quale, implicando la sospensione della prestazione della parte non inadempiente, presuppone un contratto non ancora risolto (Cass. n. 4616/2015).

In tema di appalto, il diritto dell'appaltatore al corrispettivo sorge con l'accettazione dell'opera da parte del committente (art. 1665, ultimo comma) e non già al momento stesso della stipulazione del contratto. Ne consegue che, ove l'appaltatore abbia ceduto il proprio credito (futuro) e successivamente fallisca nel corso dell'esecuzione dell'opera, il cessionario non ha diritto al credito per il corrispettivo maturato per l'opera già compiuta, nei limiti dell'utilità della stessa ed in proporzione all'intero prezzo pattuito, ove l'appaltante ceduto non l'abbia in precedenza accettata nei confronti dell'imprenditore in bonis, non potendo neppure invocarsi gli effetti dello scioglimento del contratto di cui all'art. 1672, operando essi in base ad un'impossibilità assoluta ed oggettiva della prestazione in sé, mentre nello scioglimento a seguito di fallimento dell'appaltatore (art. 81 r.d. n. 267/1942 — per la nuova disciplina v. supra) rileva un evento di natura personale (Cass. n. 21599/2010).

Bibliografia

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