Codice Civile art. 1716 - Pluralità di mandatari.Pluralità di mandatari. [I]. Salvo patto contrario, il mandato conferito a più persone designate a operare congiuntamente non ha effetto, se non è accettato da tutte. [II]. Se nel mandato non è dichiarato che i mandatari devono agire congiuntamente, ciascuno di essi può concludere l'affare [2203 3]. In questo caso il mandante, appena avvertito della conclusione, deve darne notizia agli altri mandatari; in mancanza è tenuto a risarcire i danni derivanti dall'omissione o dal ritardo. [III]. Se più mandatari hanno comunque operato congiuntamente, essi sono obbligati in solido [1292 ss.] verso il mandante. InquadramentoSe si ha mandato congiuntivo (comma 1) è necessario che tutti i mandatari accettino l'incarico poiché, altrimenti, mancherebbe il presupposto stesso dell'operare dell'istituto. Se si ha mandato disgiuntivo (comma 2) i mandatari agiscono separatamente ma hanno diritto ad essere informati della conclusione dell'affare per evitare di dedicarsi inutilmente ad esso. Mandato conferito a più difensoriDai principi generali dettati in tema di procura alle liti (art. 83 e 365 c.p.c.) e dalla disciplina sostanziale di cui all'art. 1716, disciplinante l'ipotesi di pluralità di mandatari, discende che, ove il mandato alle liti venga conferito a più difensori, ciascuno di essi deve ritenersi legittimato al compimento di atti processuali, ivi compreso il ricorso per cassazione, che è valido, anche se sottoscritto da uno solo dei difensori nominati, a meno che risultino particolari limitazioni o una espressa volontà delle parti circa il carattere congiuntivo del mandato stesso: tale volontà non può peraltro essere desunta dall'uso della locuzione «in unione», stante la sua genericità (Cass. n. 4921/2006). Nel caso di mandato alle liti conferito in favore di una pluralità di difensori, deve presumersi, in difetto di un'espressa ed inequivoca volontà dei mandanti, la pienezza ed autonomia dei poteri di rappresentanza processuale disgiunta ad entrambi i difensori. Ne consegue che è irrilevante, ai fini del venir meno di tali poteri, il conferimento, per la chiamata in causa di un terzo, di una nuova e non necessaria procura ad uno solo dei difensori medesimi (Cass. n. 25797/2014). BibliografiaBaldi-Venezia, Il contratto di agenzia. La concessione di vendita. Il franchising, Milano, 2015; Bavetta, Mandato (negozio giuridico) (dir. priv.), in Enc. dir., XXV, Milano, 1975; Bile, Il mandato, la commissione, la spedizione, Roma, 1961; Campagna, La posizione del mandatario nel mandato ad acquistare beni mobili, in Riv. dir. civ. 1974, I, 7 ss; Ferri, Manuale di diritto commerciale, Torino, 1976; Formiggini, Commissione, in Enc. dir., VII, Milano, 1960; Minervini, Commissione, in N.ss. Dig. it., III, Torino, 1967; Natoli, La rappresentanza, Milano, 1977; Pugliatti, Studi sulla rappresentanza, Milano, 1965; Romano, Vendita. Contratto estimatorio, Milano, 1961; Rotondi-Rotondi, L'agenzia nella giurisprudenza, Milano, 2004; Santoro-Passerelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, 1997; Saracini-Toffoletto, Il contratto di agenzia, artt. 1742-1753, Milano, 2014. |