Codice Civile art. 1777 - Persona a cui deve essere restituita la cosa.Persona a cui deve essere restituita la cosa. [I]. Il depositario deve restituire la cosa al depositante o alla persona indicata per riceverla [1188, 1836], e non può esigere che il depositante provi di esserne proprietario [1778 ss.]. [II]. Se è convenuto in giudizio da chi rivendica la proprietà della cosa [948] o pretende di avere diritti su di essa, deve, sotto pena del risarcimento del danno, denunziare la controversia al depositante, e può ottenere di essere estromesso dal giudizio indicando la persona del medesimo [1586; 106 c.p.c.]. In questo caso egli può anche liberarsi dall'obbligo di restituire la cosa, depositandola, nei modi stabiliti dal giudice, a spese del depositante. InquadramentoLegittimato a ricevere la cosa è il depositante: poiché egli non agisce in base ad un eventuale suo diritto di proprietà, ma unicamente in forza del rapporto personale intercorso con il depositario, questi non può esigere che il depositante, chiedendo la restituzione del bene, provi di esserne proprietario (Cass. III, n. 6048/2010; Cass. III, n. 8934/2006). Oltre che al tradens il bene può essere restituito alla persona indicata per riceverlo (Dalmartello e Portale, 263). In caso di falsus procurator, la restituzione non sarà liberatoria e il depositario risponderà dei danni, salvo che il suo errore non sia stato determinato da un comportamento del creditore, che abbia ingenerato in lui il convincimento che il falsus procurator fosse abilitato a ricevere la cosa (Mastropaolo, in Tr. Res., 527). Se è convenuto in un giudizio di rivendica, il depositario ha l'onere di comunicarlo al depositante e può chiedere al giudice di essere estromesso dal giudizio (Cass. II, n. 5899/2022). Erede di uno dei depositantiQualora l'azione di restituzione sia promossa dall'erede di uno dei depositanti di un complesso di beni indivisi, questi è tenuto a provare solo la sua qualità di erede e non anche che i beni sono stati attribuiti, nella divisione, al suo dante causa in quanto, ai sensi dell'art. 1777, il depositario ha l'obbligo di restituire la cosa depositata al depositante (o alla persona indicata per riceverla), che non è tenuto a provare anche di esserne il proprietario (Cass. III, n. 8401/1993). Azione rivendicaL'unica via per fermare la cosa presso il depositario, impedendone la restituzione al depositante, è l'esercizio dell'azione giudiziale di rivendica nei confronti del depositario in qualità di detentore della cosa nell'interesse del depositante, non essendo all'uopo sufficiente l'esercizio stragiudiziale del diritto di proprietà o di altro diritto reale, né una semplice opposizione alla restituzione, né la notificazione della pretesa reale al depositario. La giurisprudenza ha evidenziato che l'omesso esercizio da parte del terzo dell'azione di rivendica esclude che sia configurabile una responsabilità del depositario nascente dalla restituzione effettuata in conformità all'art. 1777, comma 1. Ciò in quanto il depositario è obbligato a consegnare al depositante l'oggetto del deposito e detto obbligo può essere paralizzato dal terzo soltanto mediante l'esperimento dell'azione di rivendica (Cass. I, n. 9521/2000). Il depositario nella controversia sulla cosa depositataAi sensi del comma 2 dell'art. 1777, nell'ipotesi in cui un terzo, adducendo di avere la proprietà od altro diritto sulla cosa, convenga in giudizio il depositario, quest'ultimo, dopo averne data notizia al depositante, deve attendere — per poter procedere alla restituzione della cosa — che la controversia sia risolta dal giudice: la posizione del depositario viene a coincidere, in tal caso, con quella di un sequestratario (Dalmartello e Portale, 263). Egli, però, ha facoltà di farsi estromettere dal giudizio, indicando la persona del depositante — anche se non ha denunziato a costui la controversia — e può, in questa ipotesi, liberarsi dall'obbligo di restituire la cosa, depositandola, a sua volta — nei modi stabiliti dal giudice — a spese del tradens. Ad avviso della dottrina la disposizione in parola costituisce norma speciale rispetto all'art. 109 c.p.c. con la conseguenza che l'estromissione non è una facoltà del giudice (Mastropaolo, 18). La giurisprudenza ha chiarito che l'estromissione dal giudizio presuppone che al depositario non venga imputata alcuna violazione dei suoi doveri e che contro di lui non venga esercitata alcuna azione (Cass. III, n. 2488/1969). BibliografiaDalmartello e Portale, voce Deposito, in Enc. dir., XII, Milano, 1964; Forchielli, I contratti reali, Milano, 1952; Galasso A. e Galasso G., Deposito, in Dig. civ., 1989; Majello, Custodia e Deposito, Napoli, 1958; Majello, Il deposito nell'interesse del terzo, in Banca, borsa tit. cred. 1961, I, 311; Mastropaolo, Deposito (in generale), in Enc. giur., Roma, 1988; Salomoni, La responsabilità del custode per la perdita della detenzione del bene ricevuto, in Resp. civ. prev. 2014, fasc. 5, 1435. |