Codice Civile art. 1797 - Azione nei confronti dei giranti.

Caterina Costabile

Azione nei confronti dei giranti.

[I]. Il possessore della nota di pegno [1791] non può agire contro il girante, se prima non ha proceduto alla vendita del pegno [1796].

[II]. I termini per esercitare l'azione di regresso contro i giranti sono quelli stabiliti dalla legge cambiaria e decorrono dal giorno in cui è avvenuta la vendita delle cose depositate.

[III]. Il possessore della nota di pegno [1791] decade dall'azione di regresso contro i giranti, se alla scadenza non leva il protesto o se, entro quindici giorni dal protesto, non fa istanza per la vendita delle cose depositate [1796].

[IV]. Egli conserva tuttavia l'azione contro i giranti della fede di deposito [1790] e contro il debitore. Quest'azione si prescrive in tre anni [2934 ss.].

Inquadramento

La norma in esame disciplina l'azione di regresso nei confronti dei giranti la nota di pegno, la cui responsabilità va considerata analoga alla responsabilità cambiaria di regresso e si fonda sul fatto che la girata della nota di pegno implica la garanzia personale del girante per l'adempimento dell'obbligazione cartolare.

L'azione cartolare di regresso ha carattere sussidiario rispetto all'azione reale sul pegno, in quanto non può essere esercitata se prima non si sia proceduto alla vendita delle cose depositate (Clarizia, 552; Fiorentino, in Comm. S. B., 1967, 136; Lener, 279).

L'ultimo comma dell'art. 1797 dispone inoltre che il possessore della nota di pegno, se anche sia decaduto dall'azione di regresso contro i giranti della nota, conserva tuttavia l'azione contro i giranti della fede di deposito e contro il debitore.

L'azione di regresso

Se a conclusione della vendita coattiva il possessore della nota di pegno è rimasto ancora insoddisfatto, può esperire l'azione personale nei confronti del primo e dei successivi giranti della nota di pegno, nonché nei confronti dei giranti della fede di deposito.

L'azione personale nei confronti di tutti i giranti ha quindi carattere sussidiario rispetto all'azione reale sul pegno.

L'azione di regresso contro i giranti della nota di pegno successivi al primo è regolata dalle norme della legge cambiaria (artt. 54-58 r.d. n. 1669/1933) ed è soggetta a decadenza se tempestivamente non sia stato levato il protesto e se entro quindici giorni dal protesto non sia stata fatta istanza per la vendita delle merci depositate.

I termini di prescrizione dell'azione decorrono dal giorno della vendita e sono quelli indicati dalla legge cambiaria (art. 94 r.d. n. 1669/1933): un anno per l'azione del possessore contro i giranti successivi al primo, sei mesi per l'azione di un girante che abbia pagato contro quello precedente (non il primo).

Infine, poiché la nota di pegno non è titolo esecutivo, l'azione deve essere esercitata con citazione in giudizio o decreto ingiuntivo (Fiorentino, in Comm. S. B., 1967, 142).

Azione nei confronti dei giranti della fede di deposito

È discusso in dottrina il fondamento dell'azione del possessore della nota nei confronti dei giranti della fede di deposito, rilevandosi la distinta circolazione dei due titoli (De Majo, 82).

In effetti può riconoscersi la responsabilità dei giranti della fede di deposito, con l'esclusione del possessore attuale, considerando che la firma apposta dal girante su un titolo che menziona l'esistenza dell'obbligazione garantita importa conferma dell'obbligazione medesima: infatti l'obbligazione assunta nella nota di pegno è trascritta sulla fede di deposito ed è pertanto confermata dai giranti (Angeloni, 171; Clarizia, ult. cit.).

L'essenzialità della sottoscrizione della fede ai fini della responsabilità nei confronti del possessore della nota conduce ad escludere di conseguenza che l'azione possa esercitarsi contro l'attuale possessore della fede di deposito, che non ha girato né sottoscritto (Fiorentino, in Comm. S. B., 1967, 136).

L'azione nei confronti del debitore (primo girante) e dei giranti della fede di deposito non è soggetta a decadenza, ma a prescrizione triennale (art. 1797 comma ult.).

Non essendo detto quale sia il termine iniziale di tale prescrizione, ha cercato di supplirvi la dottrina la quale non è però concorde in proposito: vi è chi sostiene che i tre anni decorrano dal giorno della vendita (Fiorentino, ult. cit.), e chi, invece, dalla data di scadenza del debito (Clarizia, ult. cit.).

Bibliografia

Angeloni, Magazzini generali, in Nss. D.I., X, Torino 1964; Bozzi, Magazzini Generali, in Enc. dir., Milano, 1975; Clarizia, Nota di pegno, in Enc. dir., Milano, 1978; De Majo, Fede di deposito, in Enc. dir., Milano, 1968; Lener, Nota di pegno, in Dig. comm., 1994; Majello, Custodia e Deposito, Napoli, 1958; Massamormile, Magazzini generali, in Dig. comm., Torino, 1993; Rescigno, Fede di Deposito, in Dig. comm., 1991; Zuddas, Il deposito in albergo e nei magazzini generali, Torino, 2006.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario