Codice Civile art. 1846 - Disponibilità delle cose date in pegno.Disponibilità delle cose date in pegno. [I]. Nell'anticipazione bancaria su pegno di titoli o di merci [2784 ss.], la banca non può disporre delle cose ricevute in pegno, se ha rilasciato un documento nel quale le cose stesse sono individuate [1851, 2792]. Il patto contrario deve essere provato per iscritto [2725]. InquadramentoIl codice civile, pur disciplinando agli artt. 1846-1851 l'anticipazione bancaria, non ne dà la nozione. Nella prassi bancaria l'espressione anticipazione è usata con riferimento a due operazioni diverse: con riferimento all'anticipazione semplice, o a scadenza fissa, la quale importa la dazione effettiva, da parte della banca, di una somma con obbligo dell'altro contraente di restituirla alla scadenza stabilita, ma con facoltà di restituzione, totale o parziale anche prima della scadenza; con riferimento all'anticipazione in conto corrente, la quale importa invece la messa a disposizione da parte della banca di una somma, con facoltà dell'altro contraente di prelevarla a sua discrezione in una o più volte, di ricostituire mediante versamenti l'originaria disponibilità, di procedere a nuovi prelevamenti, nei limiti della disponibilità, e così via fino alla scadenza del contratto, e con obbligo di restituire nel termine contrattuale le somme di cui in tale momento egli sia debitore nei confronti della banca (Molle, in Tr. C. M.,1981, 269). Tuttavia, nell'una ipotesi e nell'altra, la espressione «anticipazione» viene riservata a quelle operazioni in cui la dazione effettiva o la messa a disposizione delle somme sono in funzione della costituzione in pegno di titoli o di merci, a garanzia del credito attuale o eventuale della banca, e in cui l'ammontare della somma data o messa a disposizione si commisura in ogni momento del rapporto, con criterio di rigorosa proporzionalità e sulla base di una decurtazione percentuale (cd. scarto), sul valore del pegno (Ferri, 523; Fiorentino, in Comm. S. B., 1953, 493). Natura giuridicaL'opinione maggioritaria in dottrina qualifica l'anticipazione bancaria come un'apertura di credito garantita (Serra, 123). Anche la giurisprudenza concorda con detta qualificazione (Cass. I, n. 1753/1974). Secondo altro e diverso orientamento si sarebbe, invece, in presenza di una fattispecie autonoma e complessa risultante dalla particolare combinazione di un negozio di credito e di un negozio di garanzia tra loro collegati per espressa previsione legislativa (Ferri, ult. cit.). Pegno regolare e irregolareLa garanzia è costituita da pegno su merci o titoli, in generale rappresentativi di merce, cioè rappresentativi di beni il cui valore può essere facilmente accertato in base alle quotazioni di borsa o di mercato, al fine di verificare che sia mantenuta costantemente la proporzionalità iniziale tra valore delle cose pignorate ed entità dell'anticipazione (cd. scarto). Il pegno si costituisce nelle forme previste dalla legge per le varie tipologie dei beni dati in garanzia. L'art. 1846 prevede che la banca non possa disporre delle merci e dei titoli ricevuti in pegno se queste sono individuate in apposito documento, facendo salva tuttavia la possibilità del patto contrario che deve essere provato per iscritto. Si desume, pertanto, da detta previsione che quando i beni oggetto del pegno siano indicati soltanto per specie e quantità, ovvero quando le parti concludano una specifica pattuizione, la proprietà degli stessi passa alla banca che alla scadenza dovrà restituire il tantundem e nel corso del rapporto potrà disporne, usufruendo così di uno schema operativo più flessibile che le consente di utilizzare i beni stessi per altre operazioni ovvero di conferirli in sub-pegno (cd. anticipazione bancaria impropria). Pegno rotativoDeve ritenersi compatibile con la causa dell'anticipazione bancaria la clausola negoziale, diffusa nella prassi, in base alla quale è riconosciuta la possibilità della sostituzione, con il consenso della banca, dei titoli inizialmente depositati in pegno, così introducendo il cd. pegno rotativo anche nell'anticipazione bancaria. Del resto la legittimità dei meccanismi negoziali di sostituzione del bene oggetto del pegno è riconosciuta in via generale dalla giurisprudenza che evidenzia che il patto di rotatività del pegno costituisce una fattispecie a formazione progressiva che trae origine dall'accordo scritto e di data certa delle parti, cui segue la sostituzione dell'oggetto del pegno, senza necessità di ulteriori stipulazioni e con effetti ancora risalenti alla consegna dei beni originariamente dati in pegno, purché nella convenzione costitutiva tale possibilità di sostituzione sia prevista espressamente ed il bene offerto in sostituzione non abbia un valore superiore a quello sostituito (Cass. I, n. 13508/2015). CasisticaLa giurisprudenza ha chiarito che l'erogazione di credito da parte di un istituto bancario dietro consegna dei certificati di origine o di conformità di autoveicoli non costituisce anticipazione su pegno, in quanto la consegna di detti documenti non è idonea a produrre la perdita del possesso del bene da parte del debitore, che può ancora disporre della cosa mobile, né, di conseguenza, a costituire il diritto di pegno sull'autoveicolo (Cass. I, n. 851/1993). BibliografiaCiccarello, voce Pegno (dir. priv.), in Enc. dir., XXXII, Milano, 1982; Dalmartello, Pegno irregolare, in Nss. D.I., XIl, 1965, 799; Ferri, voce Anticipazione bancaria, in Enc. dir., II, Milano, 1958; Pavone La Rosa, Apertura di credito garantita da pegno e anticipazione bancaria, in Le operazioni bancarie, Milano, II, 1978; Serra, Anticipazione bancaria, in Dig. comm., I, Torino, 1987; Tondo, Dei contratti bancari, in Trattato Di Martino, Novara-Roma, 1971; Vaccaro e Attilio, Disciplina fallimentare e modus operandi del pegno irregolare, in Banca borsa e tit. credit. 2005, 2, 174. |