Codice Civile art. 1853 - Compensazione tra i saldi di più rapporti o più conti.InquadramentoLa disposizione in esame, che dispone che se tra la banca ed il correntista esistono più rapporti o più conti i saldi attivi e passivi si compensano reciprocamente salvo patto contrario, risulta dettata allo di scopo di garantire la banca contro ogni scoperto non specificamente pattuito che risulti a debito del cliente quale effetto di un qualsiasi rapporto o conto corrente fra le due parti. Il legislatore ha pertanto previsto che la compensazione tra saldi attivi e saldi passivi, anche a favore del correntista, sia attuata mediante annotazioni in conto, e, in particolare (alla luce del principio dell'unità dei conti), attraverso la immissione del saldo di un conto, come posta passiva, in un altro conto ancora aperto (con le modalità proprie di tale tipo di operazione), salva manifestazione di volontà di segno contrario da parte del cliente (Cass. VI, n. 1445/2020). Ad avviso della S.C. la norma in esame prevede un'ipotesi di compensazione tecnica e legale che non può essere rilevata d'ufficio, essendo il relativo effetto estintivo soggetto ad un onere di dichiarazione, peraltro non necessitante di formule sacramentali, della parte che decida di avvalersene (Cass. III, n.17914/2019). Ambito di operativitàLa giurisprudenza ha evidenziato che la compensazione tra i saldi attivi e passivi di più rapporti o conti tra banca e cliente, prevista dalla norma in esame, si verifica soltanto allorché si tratti di conti o rapporti chiusi. Si è difatti evidenziato che, se l'art. 1853 venisse interpretato nel senso della operatività della compensazione anche tra conti o rapporti aperti, darebbe luogo alla continua determinazione di un saldo unico, in contrasto con la volontà delle parti di dare vita a due rapporti formalmente e contabilmente distinti (Cass. I, n. 2801/2009; Cass. I, n. 10208/2007; contra Cass. I, n. 6558/1997). Anche la dottrina reputa che l'applicabilità dell'art. 1853 sia circoscritta al caso in cui uno dei conti fosse chiuso per iniziativa di una delle parti (Porzio, in Tr. Res., 1986, 902) Il patto contrario: la convenzione di assegnoL'art. 1853 è norma derogabile dalle parti essendo espressamente fatto salvo il patto contrario. Ci si era all'uopo chiesti se la convenzione di assegno integri o meno il patto contrario imponendo alla banca di vincolare la provvista alla copertura degli assegni e di non poterne disporre senza l'autorizzazione del cliente. È prevalsa in giurisprudenza l'impostazione che reputa che la semplice convenzione di assegno non può considerarsi ostativa all'applicazione dell'art. 1853 dal momento che con essa non vi è alcun impegno da parte dell'istituto di credito a tenere ferma la provvista del cliente, sussistendo in capo alla banca il solo obbligo di informazione (Cass. I, n. 3447/1986). Anche la dottrina prevalente risulta orientata in tal senso (Cavalli-Callegari, 95; Molle, in Tr. C.M.,1981, 542). BibliografiaCavalli, Conto corrente, II, Conto corrente bancario, in Enc. giur., VIII, Roma, 1988; Cavalli, Considerazioni sulla revocatoria delle rimesse in conto corrente bancario dopo la riforma dell'art. 67 legge fallimentare, in Banca borsa tit. cred. 2006, I, 1; Cavalli e Callegari, Lezioni sui contratti bancari, Bologna, 2008; Ferri, voce Conto corrente di corrispondenza, in Enc. dir., IX, Milano, 1961; Molle, Conto corrente bancario, in Nss. D.I. IV, Torino 1959, 414; Morelli, Materiali per una configurazione del conto corrente bancario come contratto legalmente tipico, in Giust. civ. 4, 1998, 139; Salnitro, Conto corrente bancario, in Dig. Comm., Torino, 1989. |