Codice Civile art. 1881 - Sequestro o pignoramento della rendita.

Caterina Costabile

Sequestro o pignoramento della rendita.

[I]. Quando la rendita vitalizia è costituita a titolo gratuito [1872 2], si può disporre che essa non sia soggetta a pignoramento o a sequestro [670 ss. c.p.c.] entro i limiti del bisogno alimentare del creditore [438].

Inquadramento

Il credito che nasce dalla rendita vitalizia è di norma cedibile, sequestrabile e pignorabile.

Tipica della rendita gratuita - sia inter vivos che mortis causa - è la clausola di impignorabilità ed insequestrabilità che le parti, a norma dell'art. 1881, possono disporre entro i limiti del “bisogno alimentare” del vitaliziato (Valsecchi, in Tr. C. M. 1961, 237).

La disposizione in parola non trova applicazione in relazione al vitalizio alimentare, disciplinato dall'art. 545 c.p.c. che dispone l'impignorabilità dei crediti alimentari (Torrente, in Comm. S.B. 1955, 162).

Natura giuridica

La dottrina vede nel riferimento al bisogno alimentare del creditore una conferma del carattere assistenziale del vitalizio gratuito che si è voluto, da un punto di vista di politica legislativa, privilegiare rispetto alle esigenze di tutela del credito (Dattilo, 879). Va, comunque, tenuto presente il carattere convenzionale della impignorabilità e insequestrabilità, da cui si ricava, tra l'altro, l'esclusione di ogni riferimento alle condizioni economiche del vitaliziante (Lerner, 1027).

Il criterio normativo per l'identificazione del bisogno alimentare del beneficiario della rendita è fornito dall'art. 438: la relatio allo stato di bisogno del vitaliziato implica la subordinazione della operatività della clausola in questione, in ragione della variabilità delle condizioni del vitaliziato (Torrente, in Comm. S.B. 1955, 163).

Secondo una parte della dottrina (Valsecchi, in Tr. C. M. 1961, 238) la valutazione dei limiti del bisogno alimentare del vitaliziato deve essere fatta in astratto, come se questi non avesse alcun bene per provvedere al proprio mantenimento, argomentando che l'effettivo stato di bisogno è presupposto essenziale dell'obbligo legale degli alimenti e non di quello convenzionale.

Altri autori hanno criticato detta impostazione evidenziando alla luce della ratio dell'art. 1881 che, in via del tutto eccezionale, dispone l'esclusione convenzionale della pignorabilità e sequestrabilità esclusivamente in funzione del carattere assistenziale del vitalizio e negli stretti limiti del bisogno alimentare del vitaliziato che, in ipotesi si trova nell'impossibilità di provvedere in altro modo alle proprie esigenze elementari di vita (Dattilo, 800; Marini, in Tr. Res. 1985, 49).

Bibliografia

Calò, Contratto di mantenimento e proprietà temporanea, in Foro it. 1989, I, 1, 1165; Dattilo, voce Rendita (dir. priv)., in Enc. dir., XXXIX, Milano, 1988; Gardella Tedeschi, Vitalizio, in Dig. civ., Torino, 1999; Lerner, voce Vitalizio, in Nss. D.I., Torino, XX, 1975.

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