Codice Civile art. 1891 - Assicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta.Assicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta. [I]. Se l'assicurazione è stipulata per conto altrui [1890] o per conto di chi spetta, il contraente deve adempiere gli obblighi derivanti dal contratto, salvi quelli che per loro natura non possono essere adempiuti che dall'assicurato. [II]. I diritti derivanti dal contratto spettano all'assicurato, e il contraente, anche se in possesso della polizza, non può farli valere senza espresso consenso dell'assicurato medesimo. [III]. All'assicurato sono opponibili le eccezioni che si possono opporre al contraente in dipendenza del contratto. [IV]. Per il rimborso dei premi pagati all'assicuratore e delle spese del contratto, il contraente ha privilegio sulle somme dovute dall'assicuratore nello stesso grado dei crediti per spese di conservazione [2756]. InquadramentoSe il soggetto che stipula il contratto di assicurazione è anche il soggetto titolare dell'interesse la cui tutela è assunta dall'assicuratore, vi è coincidenza fra il contraente la polizza assicurativa e l'assicurato. Tuttavia, il contraente può essere anche una persona diversa dall'assicurato e stipulare la polizza per conto altrui o per conto di chi spetta. Nell'assicurazione per conto altrui l'assicurato è identificato nel contratto mentre in quella per conto di chi spetta l'assicurato sarà identificato solo al momento del verificarsi del sinistro in colui che, nel caso concreto, si è rivelato essere esposto al rischio assicurato (Salandra, in Comm. S.B. 1966, 229). L'art. 1891 stabilisce che in entrambe le ipotesi il contraente assume gli obblighi derivanti dal contratto mentre i diritti sono acquisiti dall'assicurato in ossequio al principio dell'interesse all'assicurazione su cui si fonda l'assicurazione contro i danni (Fanelli, in Tr. C. M. 1973, 417). A differenza che nell'assicurazione per conto altrui, in cui le caratteristiche del soggetto assicurato incidono sulla valutazione del rischio e quindi sul premio, nell'assicurazione per conto di chi spetta, l'interesse assicurato viene valutato esclusivamente con riferimento al bene che il contraente assicura posto che il soggetto titolare non è noto al momento della stipula (Fanelli, in Tr. C. M. 1973, 431). La disposizione in parola disciplina altresì la legittimazione all'esercizio dei diritti derivanti dal contratto ed il regime di opponibilità delle eccezioni da parte dell'assicuratore. L'ultimo comma attribuisce al contraente un privilegio speciale mobiliare sulle somme dovute dall'assicuratore a garanzia del rimborso dei premi pagati e delle spese del contratto. Natura giuridicaLa dottrina dominante ravvisa nell'assicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta un contratto a favore di terzi pur precisando che le disposizioni contenute nell'art. 1891 si discostano sotto diversi profili dalla disciplina generale del contratto a favore di terzi, quale risulta dagli artt. 1411, 1412 e 1413 (Donati, 69; Salandra, in Comm. S.B. 1966, 231). Secondo una diversa impostazione, invece, l'assicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta andrebbe ricondotta nell'ambito del fenomeno dell'agire per conto altrui o della sostituzione (Buttaro, Assicurazione contro i danni, 1958, 498; Fanelli, in Tr. C. M. 1973, 431) Anche in giurisprudenza è emersa la tendenza a ricondurre l'assicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta al contratto a favore di terzi (Cass. III, n. 10684/2008; Cass. I, n. 7769/1997), evidenziandosi che l'art. 1891 prende in considerazione una vicenda negoziale “sui generis” di contratto a favore di terzo, sicché ad essa si applicano tanto le norme proprie dell'istituto, quanto quelle del contratto di assicurazione nella parte in cui derogano ai principi generali dettati dalla legge per il contratto a favore di terzo. Pertanto, lo specifico requisito dell'interesse nell'assicurazione ex art. 1891 risulta di duplice natura e di diverso contenuto, dovendo essere valutato, ai fini della validità del contratto, sia con riguardo alla posizione dell'assicurato terzo, a norma dell'art. 1904, sia con riferimento alla posizione dello stipulante, ai sensi dell'art. 1411: sotto il primo profilo, l'interesse assicurativo sottende, una relazione economica tra un soggetto e un bene esposto a rischio in rapporto ad un evento futuro potenzialmente dannoso mentre, in relazione al secondo aspetto, l'interesse non deve giocoforza assumere caratteri di giuridicità, potendo, risolvendosi anche in una situazione soggettiva di mero fatto, morale o di immagine (Cass. III, n. 13058/2007). In particolare, le S.U. hanno ritenuto che all'assicurazione per conto di chi spetta non è applicabile, attesa la sua natura indennitaria, l'art. 1411, comma 3, il quale, in tema di contratto a favore di terzi, legittima lo stipulante a beneficiare della prestazione ove il terzo rifiuti di profittarne (Cass. S.U., n. 5556/2002). Legittimazione a far valere i diritti nascenti dal contrattoAd avviso della giurisprudenza nell'assicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta la legittimazione attiva al pagamento dell'indennizzo, in caso di verificarsi del sinistro, spetta all'assicurato ravvisando tale posizione giuridica nel proprietario dei beni (Cass. III, n. 26253/2007; Cass. III, n. 24901/2005). Tale principio si applica anche nei confronti di colui che è diventato proprietario del bene ai sensi e per gli effetti dell'art. 2919 c.c., dovendo la vendita forzata essere equiparata alla vendita volontaria (Cass. III, n. 11478/2024). Tale impostazione che attribuisce la titolarità dell'interesse al solo proprietario del bene è sostenuta anche dalla dottrina prevalente (Buttaro, ult. cit.). In questo modo l'art. 1891 pone una disciplina autonoma rispetto all'art. 1705 (mandato senza rappresentanza) distinguendo nettamente la posizione giuridica del contraente da quella dell'assicurato. Il secondo comma dell'art. 1891 dispone che il contraente può far valere in nome proprio i diritti dell'assicurato — ivi compreso l'indennizzo — solo con l'espresso consenso di questi. Ad avviso della S.C. la norma configura un'ipotesi di sostituzione, la quale trova titolo in uno specifico mandato che, quanto all'incasso, può avere ad oggetto sia crediti già sorti che crediti eventuali e futuri, ma non una rinuncia, per la cui validità ed efficacia sarebbero necessarie l'esistenza del diritto e la consapevolezza di tale esistenza (Cass. III, n. 4656/2006). Essendo, per espressa previsione legislativa, necessario il consenso espresso dell'assicurato il contraente che agisce nei confronti dell'assicuratore non può invocare quale titolo per la legittimazione l'esistenza di un mandato tacito ricevuto dall'assicurato o la ratifica tacita da parte di quest'ultimo del proprio operato processuale (Cass. III, n. 16826/2003). Per tale ragione dal comportamento dell'assicurato, che abbia preferito ricevere il risarcimento del danno dal vettore, non può dedursi il suo «espresso consenso» a che il contraente eserciti, secondo quanto prevede il comma 2 dell'art. 1891, i diritti derivanti dalla polizza, atteso che esso palesa soltanto il rifiuto dell'assicurato di avvalersi dell'assicurazione, ma nulla esprime in ordine all'esercizio, da parte dello stipulante, dei diritti derivanti dall'assicurazione medesima (Cass. III, n. 13456/2004). Ad avviso della S.C., il consenso a pretendere l'indennizzo in luogo dell'avente diritto non può essere presunto in base alla mera sottoscrizione di una clausola di assicurazione che attribuisce al contraente detta potestà, occorrendo che la stessa sia confermata da un consenso espresso del terzo beneficiario del contratto, titolare della pretesa ex art. 1891, comma 2 (Cass. III, n. 4923/2018). Poiché il contraente non può esercitare i diritti derivanti dal contratto senza l'espresso consenso dell'assicurato, al quale fanno capo direttamente i diritti derivanti dal rapporto assicurativo, in mancanza di una disposizione o di una clausola che lo obblighi anche ad attivarsi nell'interesse dell'assicurato, il contraente non è responsabile dei danni che quest'ultimo, ovvero i suoi eredi, omettendo di agire per la tutela dei diritti nascenti dal contratto di assicurazione, abbiano subito a causa della loro prescrizione (Cass. lav., n. 28695/2011), dovendo peraltro escludersi la violazione da parte del contraente del generale dovere di correttezza, qualora egli abbia anche avuto cura di informare gli eredi del beneficiario della polizza assicurativa della stipula del contratto, comunicando loro tutti gli elementi identificativi della medesima (Cass. III, n. 13329/2004). La S.C. ha chiarito che la clausola del contratto di assicurazione che attribuisce al finanziatore della somma utilizzata per l'acquisto del bene assicurato il diritto di soddisfarsi, in caso di furto, sull'eventuale indennità dovuta dall'assicuratore (c.d. appendice di vincolo) crea un collegamento tra il contratto di assicurazione ed il contratto di finanziamento in forza del quale il finanziatore, pur non assumendo la qualità di assicurato, ha diritto di percepire tale indennizzo, con la conseguenza che egli è l'unico legittimato ad agire per il suo conseguimento (Cass. III, 11373/2024). Il secondo comma dell'art. 1891 non è compreso tra le disposizioni che l'art. 1932 dichiara espressamente inderogabili se non in senso più favorevole all'assicurato: deve pertanto ritenersi valida in un contratto di assicurazione per conto di chi spetta la clausola secondo la quale solo il contraente può esercitare i diritti e le azioni nascenti dal contratto (Cass. I, n. 709/1995). Eccezioni opponibili all'assicuratoPer quel che riguarda i rapporti tra assicuratore e assicurato il legislatore disciplina il regime delle eccezioni in relazione al presupposto che i diritti spettanti all'assicurato trovano il proprio fondamento nel contratto concluso dallo stipulante (Salandra, in Comm. S.B. 1966, 233). L'assicuratore può, pertanto, opporre all'assicurato le stesse eccezioni di carattere reale opponibili al contraente in dipendenza del contratto assicurativo, mentre sono inopponibili all'assicurato le eccezioni che sono estranee al contratto e quelle personali ai precedenti titolari dell'interesse assicurato o al solo contraente (Cass. III, n. 22809/2009). La S.C. ha peraltro rimarcato che nell'assicurazione per conto di chi spetta o per conto altrui il contraente ha l'obbligo, derivante dal generale principio di buona fede, di informare l'assicurato sia dell'esistenza dell'assicurazione, sia delle condizioni contrattuali e degli eventuali limiti posti «ex contractu» all'esercizio del diritto al pagamento dell'indennizzo. La violazione di tale obbligo comporta l'inopponibilità all'assicurato delle eccezioni fondate sul contratto delle quali egli non ha avuto contezza (Cass. III, n. 8670/2009). Essendo l'art. 1891 derogabile dalle parti in quanto non ricompreso tra le disposizioni indicate dall'art. 1932, le eventuali clausole limitative e le eccezioni previste nel contratto possono essere opposte al beneficiario in quanto il suo diritto non è svincolato dalle pattuizioni contrattuali (Cass. III, n. 1362/2012). PrescrizioneCostituisce principio pacifico in giurisprudenza che, poiché nell'assicurazione per conto altrui l' assicurato non coincide con il contraente ed il diritto all'indennizzo nell'assicurazione della responsabilità civile inizia a prescriversi dal momento in cui il terzo danneggiato rivolge all'assicurato la sua richiesta di risarcimento, qualora l'assicurazione di responsabilità sia stata stipulata per conto altrui la prescrizione non potrà che decorrere dal momento della ricezione della richiesta risarcitoria da parte del terzo assicurato, non da parte del contraente (Cass. III, n. 15376/2011). BibliografiaButtaro, voce Assicurazione (contratto di), in Enc. dir., III, Milano, 1958; Id., voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati e Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Martello, voce Mutue (società assicuratrici), in Enc. dir., XXVII, Milano, 1977; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, I, Padova, 2013; ID., Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012; Santagata C., La fusione delle società assicuratrici, in Ass. 1989, I, 261; Scalfi, Assicurazione (contratto di), in Dig. comm., Torino, 1987. |