Codice Civile art. 1894 - Assicurazione in nome o per conto di terzi.

Caterina Costabile

Assicurazione in nome o per conto di terzi.

[I]. Nelle assicurazioni in nome o per conto di terzi, se questi hanno conoscenza dell'inesattezza delle dichiarazioni o delle reticenze relative al rischio, si applicano a favore dell'assicuratore le disposizioni degli articoli 1892 e 1893 [1391, 1932].

Inquadramento

La disciplina dettata dagli artt. 1892 e 1893 in caso di dichiarazioni inesatte o reticenti è estesa dalla disposizione in parola alle ipotesi in cui il contratto sia concluso mediante rappresentante (art. 1890) o mediante interposto (art. 1891).

L'art. 1894 rende giuridicamente rilevante la conoscenza, rispettivamente, da parte del rappresentato e dell'interessato, delle dichiarazioni inesatte e delle reticenze del contraente, ai fini dell'applicazione delle relative norme a favore dell'assicuratore.

In sostanza si associano le conseguenze che discendono dalle dichiarazioni inesatte e reticenti del contraente a quelle dell'assicurato, e ciò al fine di evitare che quest'ultimo, dato che il contratto è stato concluso da altri, possa sottrarsi alle misure che gli artt. 1892 e 1893 predispongono a tutela dell'assicuratore (La Torre, 101; Salandra, in Comm. S.B. 1966, 255).

Le dichiarazioni inesatte e reticenti nell'assicurazione in nome o per conto terzi

L'art. 1894 attribuisce esclusiva rilevanza allo stato soggettivo del terzo, ovvero del rappresentato nell'assicurazione in nome altrui e dell'assicurato nell'assicurazione per conto terzi, poiché la conoscenza da parte di costui del carattere scorretto delle informazioni inerenti al rischio, rese dal contraente, è il requisito indispensabile ai fini dell'applicabilità delle disposizioni contenute nei due articoli precedenti.

La disposizione è integrativa dell'art. 1391 in tema di rilevanza degli stati soggettivi in tema di rappresentanza di cui l'art. 1894, comma 2, applica il principio al fine di evitare che il rappresentato possa giovarsi dello stato di ignoranza o della buona fede del rappresentante (Fanelli, in Tr. C. M. 1973, 473).

Più specificamente, il legislatore ha disposto che per salvare il contratto dall'annullamento o dal recesso non basta che l'assicurato non sia in mala fede, ma è necessario che non conosca le reticenze o le inesattezze delle dichiarazioni fatte dal contraente.

Il rinvio contenuto nella norma in esame resta inoltre escluso nel caso in cui il contratto sia stato concluso all'insaputa dell'assicurato e questi non abbia potuto avvertire in tempo l'assicuratore del vero stato del rischio (Salandra, in Comm. S.B. 1966, 237).

Bibliografia

Buttaro, voce Assicurazione (contratto di), in Enc. dir., III, Milano, 1958; Id., voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati e Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Martello, voce Mutue (società assicuratrici), in Enc. dir., XXVII, Milano, 1977; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, I, Padova, 2013; ID., Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012; Santagata C., La fusione delle società assicuratrici, in Ass. 1989, I, 261; Scalfi, Assicurazione (contratto di), in Dig. comm., Torino, 1987.

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