Codice Civile art. 1950 - Regresso contro il debitore principale.

Caterina Costabile

Regresso contro il debitore principale.

[I]. Il fideiussore che ha pagato ha regresso contro il debitore principale, benché questi non fosse consapevole della prestata fideiussione [1936 2, 1951 ss.].

[II]. Il regresso comprende il capitale, gli interessi e le spese che il fideiussore ha fatte dopo che ha denunziato al debitore principale le istanze proposte contro di lui.

[III]. Il fideiussore inoltre ha diritto agli interessi legali [1284] sulle somme pagate dal giorno del pagamento. Se il debito principale produceva interessi in misura superiore al saggio legale [1284 3], il fideiussore ha diritto a questi fino al rimborso del capitale [1224 1].

[IV]. Se il debitore è incapace [1939], il regresso del fideiussore è ammesso solo nei limiti di ciò che sia stato rivolto a suo vantaggio [1190, 2041 s.].

Inquadramento

L'art. 1950 attribuisce al fideiussore che ha pagato il diritto di regresso contro il debitore principale e delimita la misura di tale diritto statuendo che il regresso comprende il capitale, gli interessi e le spese che il fideiussore ha denunziato al debitore principale le istanze proposte nei suoi confronti. Il terzo comma prevede inoltre che il fideiussore ha diritto agli interessi legali sulle somme pagate dal giorno del versamento. Se il debito principale produceva interessi in misura superiore al saggio legale il fideiussore ha diritto a questi fino al rimborso del capitale.

In dottrina è discussa l'autonomia funzionale dell'azione di regresso rispetto alla surrogazione riconosciuta dall'art. 1949 in favore del fideiussore (Ravazzoni, 291).

Un limite al diritto di regresso è costituito dalla incapacità del debitore: in questo caso, difatti, il regresso è possibile solo nei limiti di ciò che è stato rivolto a vantaggio dell'incapace (comma 4).

Rapporti tra azione di regresso ed azione di surroga

Secondo un orientamento minoritario in dottrina (Fragali, 1968, 375) non esisterebbe un autonomo diritto di regresso distinto dalla surrogazione, in quanto il regresso non sarebbe altro che l'effetto della surrogazione determinando il contenuto e modalità dell'esercizio del diritto derivante dalla surrogazione.

Di contro, secondo l'impostazione dominante il regresso e la surrogazione integrerebbero due rimedi distinti a disposizione del fideiussore che ha pagato per trasferire nella sfera patrimoniale del debitore principale le conseguenze del pagamento della garanzia (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 33; Giusti, in Tr. C. M., XVIII, 3, 1998, 233).

La giurisprudenza risulta allineata con la ricostruzione prevalente in dottrina.

La S.C. ha, difatti, evidenziato che azione di surroga ed azione di regresso hanno diversità di presupposti (in quanto il regresso sorge in via originaria, la surrogazione invece in via derivativa), sono concorrenti (nel senso che il fideiussore ha facoltà di scegliere alternativamente l'una o l'altra azione) ma non cumulabili tra loro, e si caratterizzano per diversità di contenuto (Cass. I, n. 22257/2012) poiché l'azione di regresso essendo comprensiva anche degli interessi su quanto versato nonché delle spese sostenute in favore del debitore principale, laddove quella di surroga pone il fideiussore nella identica posizione del creditore che sia stato da lui soddisfatto con il pagamento di quanto dovuto dal debitore principale (Cass. I, n. 21430/2007).

Oggetto del regresso

Il regresso comprende per espressa previsione normativa il capitale, gli interessi e le spese che il fideiussore ha denunziato al debitore principale le istanze proposte nei suoi confronti.

La giurisprudenza ha precisato che l'art. 1950 comma 3, ove attribuisce, al fideuissore che abbia pagato il creditore ed agisca in regresso, gli stessi interessi ultra-legali che produceva il debito principale, fa riferimento agli interessi convenzionali in corso al momento di detto pagamento, e, pertanto, ne implica la debenza in favore del fideuissore, sulla base del saggio in vigore a quella data e fino al momento del suo soddisfacimento, a prescindere dall'eventualità di una successiva variazione del saggio stesso in ipotesi di prosecuzione del rapporto principale (Cass. I, n. 2497/1993).

Si ritengono, inoltre, generalmente compresi nell'oggetto dell'azione di regresso — pur in assenza di specifica previsione normativa — i danni eventualmente subiti dal fideiussore purché ne venga provato il nesso di causalità con la condotta del debitore principale (Cass. III, n. 13381/1991).

Modalità di esercizio del regresso

Il regresso può essere esercitato solo dopo che l'obbligazione principale è divenuta esigibile, conseguentemente in caso di pagamento anticipato da parte del fideiussore questi dovrà attendere la scadenza del termine dell'obbligazione principale per poter agire in regresso (Giusti, in Tr. C. M., XVIII, 3, 1998, 238).

L'esperibilità dell'azione di regresso presuppone che egli abbia pagato il debito in luogo del debitore principale e del pagamento non può fare le veci la sola sottoposizione all'esecuzione di beni del fideiussore da parte del creditore, richiedendosi invece che il criterio sia risultato soddisfatto attraverso l'attribuzione di somme al creditore in sede di distribuzione del ricavato (Cass. III, n. 1989/4835).

Il regresso nei confronti del debitore incapace

L'ultimo comma della disposizione in esame disciplina l'ipotesi del regresso contro il debitore principale incapace, evenienza (teoricamente) possibile se si considera che in base all'art. 1939 la fideiussione prestata a favore dell'incapace è valida. In detta ipotesi il legislatore limita il diritto di regresso a quanto è stato rivolto a vantaggio dell'incapace. La regola si ricollega sotto il profilo della ratio a quella di cui agli artt. 1190, 1443 e 2039. Il principio si giustifica con la considerazione che se il fideiussore decide di garantire il debito di un incapace lo fa assumendosene il rischio.

Bibliografia

Biscontini, Assunzione di debito e garanzia del credito, Camerino-Napoli, 1993; Biscontini, Solidarietà fideiussoria e decadenza, Camerino-Napoli, 1980; Bozzi, La fideiussione, Milano, 1995; Falqui Massidda, La fideiussione, in Enc. giur., XIV, Roma, 1989; Fragali, voce Fideiussione, in Enc. dir., XVII, Milano, 1968; Nicolai, Le fattispecie fideiussorie fra solidarietà passiva, regresso e surrogazione, Banca borsa e tit. cred. 3, 2014, 261; Ravazzoni, Fideiussione, in Dig. civ., VII, Torino, 1992.

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