Codice Civile art. 1970 - Lesione.InquadramentoLa norma in esame dispone che la transazione non può essere rescissa per causa di lesione, e ciò in quanto la considerazione dei reciproci sacrifici e vantaggi derivanti dal contratto ha carattere soggettivo, essendo rimessa all'autonomia negoziale delle parti (Cass. III, n. 3984/1999). Il carattere commutativo del contratto di transazione non è difatti escluso da un eventuale squilibrio economico delle prestazioni cui ciascuna si è obbligata in vista della definizione di tutti i possibili contrasti, non essendo richiesto un rapporto di equivalenza fra «datum» e «retentum» (Cass. III, n. 5139/2003). Si ritiene che la disposizione contenuta nell'art. 1970 abbia carattere eccezionale e non sia, pertanto, suscettibile di applicazione analogica. Sulla scorta di tale premessa la giurisprudenza esclude che il divieto di impugnare la transazione per causa di lesione possa estendersi in via analogica alla domanda di riduzione della penale (Cass. III, n. 1209/1987). Natura giuridicaDiverse sono le opinioni in dottrina in ordine al fondamento dell'art. 1970 (in arg. v. Santoro Passarelli, 229; Valsecchi, in Tr. C. M., XXXVIII, 1986, 439). Secondo parte della dottrina il rimedio rescissorio osterebbe alla soddisfazione dell'interesse che è alla base dell'istituto ossia la pacifica composizione delle controversia; secondo altri, consistendo la lesione in un vizio qualitativo della causa transattiva, ma essendo al contempo la sproporzione tra le prestazioni accettata dalle parti per motivi diversi, ammettere un giudizio sullo squilibrio delle rispettive attribuzioni vorrebbe dire rendere continuamente discutibili i termini della composizione e quindi di incerta e mai definitiva soluzione della controversia. L'opinione dominante spiega la previsione di legge in virtù del fatto che il regolamento di interessi che si raggiunge con la transazione non ha per oggetto lo scambio tra attribuzioni patrimoniali, ma l'eliminazione della situazione di incertezza. Il riferimento al rapporto preesistente non può, pertanto, costituire la base per apprezzare un'eventuale lesione, né per richiamarne la relativa disciplina, ma serve allo proprio scopo di rompere con essa imprimendo al regolamento una direzione ed un assetto assolutamente diverso (Del Prato, 863). La considerazione dei reciproci sacrifici e vantaggi derivanti dal contratto ha dunque carattere soggettivo, essendo rimessa all'autonomia negoziale delle parti, e dunque preclude la possibilità di una valutazione oggettiva necessaria per accertare la proporzionalità delle attribuzioni onde verificare la sussistenza della lesione ultra dimidium ex art. 1448. Ambito applicazioneUna parte della dottrina reputa che la regola dell'irrescindibilità per lesione trova applicazione anche alla transazione mista o complessa (Del Prato, voce Transazione, 1992, 864; Santoro Passarelli, 316). In tal senso si è espressa anche la giurisprudenza in una pronuncia risalente (Cass. III, n. 1591/1966). Altri autori reputano, invece, che il divieto di cui all'art. 1970 dovrebbe ritenersi superato quando il contratto transattivo realizza anche una funzione traslativa, nel senso che quando la lite investa solo la quantificazione del corrispettivo relativo all'alienazione di una res non litigiosa, essendo individuabile nel bene stesso un parametro oggettivo cui rapportare la sproporzione ultra dimidium, non vi sarebbe più ragione per escludere la rescindibilità della transazione (D'Onofrio, in Comm. S. B., 1974, 263; Valsecchi, 1986, 440). Ad avviso della S.C. la transazione ad esecuzione differita è suscettibile di risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta, in base al principio generale emergente dall'art. 1467, in quanto l'irresolubilità della transazione novativa stabilita in via eccezionale dall'art. 1976 è limitata alla risoluzione per inadempimento, e l'irrescindibilità della transazione per causa di lesione, sancita dall'art. 1970, esaurisce la sua "ratio" sul piano del sinallagma genetico (Cass. II, n. 4451/2020). Transazione intervenuta nel corso dell'iter divisorioLa giurisprudenza ha chiarito che in tema di divisione, l'art. 764, comma 2, a differenza dell'art. 1039, comma 2 dell'abrogato codice civile del 1865 — il quale si riferiva soltanto alla transazione successiva al perfezionamento della divisione — sottrae alla rescissione anche la transazione intervenuta nel corso dell'«iter» divisorio (Cass. II, n. 180/1993). Anche l'azione di rescissione per lesione oltre il quarto non è ammessa contro la transazione che ha posto fine alle questioni insorte a causa della divisione, negando tale rimedio non solo alle transazioni successive all'atto divisionale, inerenti alle questioni insorte in sede di interpretazione o di esecuzione, ma anche ad accordi transattivi conclusi nel corso dell'iter divisorio, qualora questi, traducendosi in intese rivolte a prevenire o risolvere in via definitiva, mediante reciproche concessioni, controversie sulla concreta determinazione delle porzioni, vengano necessariamente a spiegare effetti sul contenuto del successivo atto divisionale. In particolare, è stata qualificata come accordo transattivo non soggetto, in quanto tale, all'azione di rescissione la convenzione con la quale i coeredi stabiliscono che: a) i beni indivisi siano ripartiti secondo le norme della successione legittima, anziché in base al testamento del «de cuius»; b) ai fini predetti non si tenga conto di eventuali azioni di riduzione di altre eredità; c) in tal modo restino «definiti transattivamente ed aleatoriamente tutti i rapporti ereditari» (Cass. II, n. 137/1984). I giudici di legittimità hanno inoltre ritenuto non ammissibile l'azione di rescissione per lesione oltre il quarto contro la divisione avvenuta mediante omologazione giudiziale del progetto redatto in conformità di accordo transattivo intervenuto tra le parti (Cass. II, n. 3255/1976). BibliografiaCarresi, Transazione (dir. vig.), in Nss. D.I., XIX, Torino, 1973; Colangeli, La Transazione, Milano, 2012; Del Prato, voce Transazione (dir. priv.), in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Carresi, La transazione, Milano, 1992; Falzea, Accertamento (Teoria generale), in Enc. dir., I, Milano, 1958; Galletto, La transazione: complessità dell'istituto ed attualità della funzione; in Riv. trim. dir. proc. 2013, 4, 1379; Moscarini - Corbo, voce Transazione, in Enc. giur., Roma, 1994; Santoro Passarelli, La Transazione, Napoli, 1986. |