Codice Civile art. 2008 - Legittimazione del possessore.

Caterina Costabile

Legittimazione del possessore.

[I]. Il possessore di un titolo all'ordine è legittimato all'esercizio del diritto in esso menzionato in base a una serie continua di girate [1992].

Inquadramento

Il titolo di credito all'ordine è quel titolo che reca, all'atto dell'emissione, l'intestazione ad una persona determinata, la quale, peraltro, ha la facoltà di operarne un mutamento a favore di altro soggetto, mediante una dichiarazione scritta sul documento, che prende il nome di «girata». Essa ha l'effetto di trasferire la legittimazione cartolare dall'autore della dichiarazione, detto «girante», al beneficiario di essa, detto «giratario».

La girata ripete lo schema della delegazione di pagamento, di cui all'art. 1269 comma 2, con la differenza che mentre l'analoga dichiarazione del delegante costituisce una semplice «autorizzazione», cui il debitore è libero di ottemperare o meno, quella del girante ha effetto vincolante, per la presenza di una preventiva accettazione del debitore, il quale, nell'assumere un impegno cartolare nella forma di titolo all'ordine, per ciò solo si dichiara pronto ad effettuare la prestazione a favore di qualsiasi soggetto al quale si trasferisca il titolo mediante girata (Asquini, 232; Martorano, 1979, 213).

Legittimazione del possessore: la serie continua di girate

L'art. 2008 fissa la c.d. legge di circolazione per i titoli all'ordine disponendo che il possessore del titolo può esercitare il diritto nello stesso incorporato purché sia legittimato in base a una serie continua di girate (Partesotti, in Comm. S. 1991, 3).

La serie continua di girate si realizza quando l'ordine contenuto in ciascuna girata è riferibile al soggetto che figura come beneficiario della girata precedente.

La dottrina precisa all'uopo che tale riferibilità non deve essere intesa nel senso di identità tra precedente portatore del titolo ed autore della girata, ma nel senso della imputabilità di quest'ultima al primo secondo i principi generali sugli effetti delle dichiarazioni di volontà, con la conseguenza che non si può parlare di interruzione della serie continua nell'ipotesi di girata in nome altrui (Ferri, 23; Martorano, 1979, 216).

La continuità della serie di girate non richiede, inoltre, identità materiale tra indicazione del precedente portatore e la sottoscrizione della successiva girata, purché risulti individuabile nella girata successiva il medesimo soggetto: risulta, pertanto, irrilevante che il prenome indicato per intero in una girata sia indicato con la sola iniziale o abbreviato in quella successiva (Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 147; Laurini, 81; Sacco, 174).

I controlli cui è tenuto il debitore: le girate invalide

Il debitore è tenuto a verificare che formalmente dal titolo risulti una catena ininterrotta di trasferimenti documentati dalle girate: detto principio che viene ricavato dalla dottrina dall'art. 46 r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669 ai sensi del quale il debitore che paga è tenuto a verificare la continuità delle girate, ma non anche a verificare l'autenticità delle firme dei giranti (Laurini, 82; Martorano, 1979, 217).

È, pertanto, irrilevante l'eventuale falsificazione di talune delle precedenti firme o di qualche girata nell'indicazione della persona del giratario, purché la falsificazione non sia rilevabile con l'ordinaria diligenza ed il portatore sia in buona fede (Cass. I, n. 4533/1979).

Più in generale, il debitore non è tenuto a verificare la validità della girata: agli effetti della legittimazione del possessore è sufficiente la sola regolarità apparente delle girate (Laurini, 83).

Del resto deve ricordarsi che il possesso di buona fede da parte di un portatore intermedio sana i vizi delle girate precedenti, anche se i possessori successivi sono in mala fede (Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 150).

Girate cancellate

Ai fini della continuità delle girate la girata cancellata si ha per non scritta: ciò non emerge dalle previsioni codicistiche ma deriva dall'applicazione analogica del disposto dell'art. 20 r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669 (Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 148).

L'effetto della cancellazione può essere diverso: può lasciar sussistere immutata la continuità della serie di girate, può ristabilirla di fronte a un interruzione precedente, può escluderla cosicché legittimato diviene l'ultimo giratario precedente alla cancellazione (Asquini, 230; Fiorentino, ult. cit.).

Il debitore non è tenuto ad accertare se la cancellazione sia o meno legittima, né può pretendere che il possessore del titolo ne provi la legittimità.

La conoscenza della illegittimità della cancellazione da parte del debitore non basta a costituirlo in dolo o colpa grave nel pagamento se non ha la possibilità di provarlo, ciò integra tuttavia malafede dell'acquirente che, pertanto, non potrà avvalersi del disposto dell'art. 1994 (Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 148; Laurini, 83).

Identificazione del possessore

Discendendo la legittimazione alla prestazione dall'identità del presentatore quale beneficiario dell'ultima girata, secondo l'opinione dominante, l'obbligato al momento della richiesta di pagamento deve accertarsi dell'identità personale del possessore adottando la diligenza media (Ferri, 172; Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 148; in giurisprudenza, Cass. I, n. 2885/1985).

Controversa in dottrina è la sussistenza dell'onere di accertare l'identità personale del richiedente quando l'ultima girata è in bianco (in senso negativo v. Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 148; contra Ferri, 173).

La giurisprudenza è orientata per la risposta negativa (Cass. I, n. 16556/2010).

Pluralità di legittimati

In relazione ai titoli all'ordine può ricorrere l'ipotesi in cui il titolo sia stato emesso all'ordine di più soggetti o l'ultima girata contenga l'indicazione di più giratari.

L'ipotesi di più soggetti legittimati risulta prevista dall'art. 2347 in tema di azioni societarie richiedendosi la nomina di un rappresentante comune. La dottrina reputa, tuttavia, che si tratti di norma eccezionale che trova fondamento nella particolare natura dell'azione (Ferri, 174; Martorano, 1979, 93).

Si pone, pertanto, il problema della esigibilità della prestazione laddove uno solo degli intestatari la richieda.

Secondo una prima impostazione, sarebbe necessaria l'esibizione di un mandato collettivo o la contemporanea presenza di tutti gli intestatari, dovendo in caso contrario il debitore rifiutare la prestazione (Ferri, ult. cit).

Secondo altri autori, invece, sarebbero applicabili le norme sulle obbligazioni indivisibili con conseguente possibilità di ciascuno dei concreditori, che possa legittimarsi attraverso l'esibizione e la consegna del titolo, di esigere l'intera prestazione e rilasciare quietanza liberatoria (Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 153).

Altra dottrina ritiene che il singolo possa esigere solo la propria parte, dovendo fornire prova extracartolare in ordine alla sua entità, in applicazione dell'art. 1314 dettato per le obbligazioni divisibili (Martorano, 1979, 93).

Titoli atipici

In materia di titoli di credito all'ordine non risulta riprodotta la norma di cui all'art. 2004, con la conseguenza che in linea di principio nulla osta alla emissione di titoli atipici (v. amplius sub art. 2004).

Bibliografia

Aa.Vv., I titoli di credito, a cura di Laurini, Milano, 2009; Asquini, Titoli di credito, Padova, 1966; Ferri, I titoli di credito, Torino, 1958; Martorano, voce Titoli all’ordine, in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Martorano, Lineamenti generali dei titoli di credito e titoli cambiari, Napoli, 1979; Sacco, La continuità della girata, Riv. dir. comm. 1951, 1; Tedeschi, Titoli di credito, in Dig. comm., Torino, 1998; Tedeschi, voce Assegno bancario, assegno circolare e assegni speciali, in Dig. comm.Torino, 1987; Tedeschi, voce Cambiale, in Dig. comm., II, Torino, 1987.

 

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