Codice Civile art. 2031 - Obblighi dell'interessato.

Caterina Costabile

Obblighi dell'interessato.

[I]. Qualora la gestione sia stata utilmente iniziata, l'interessato deve adempiere le obbligazioni che il gestore ha assunte in nome di lui, deve tenere indenne il gestore di quelle assunte dal medesimo in nome proprio e rimborsargli tutte le spese necessarie o utili con gli interessi [1284] dal giorno in cui le spese stesse sono state fatte [1720].

[II]. Questa disposizione non si applica agli atti di gestione eseguiti contro il divieto dell'interessato, eccetto che tale divieto sia contrario alla legge, all'ordine pubblico o al buon costume.

Inquadramento

La disposizione in esame sancisce chiaramente che ai fini della configurabilità di un valido atto gestorio è sufficiente la prova dell'utilità iniziale della gestione.

In siffatta ipotesi, il dominus ha l'obbligo di adempiere le obbligazioni che il gestore ha assunto in nome di lui e deve tenere indenne il gestore di quelle assunte in nome proprio, deve rimborsare al gestore le spese necessarie ed utili, con gli interessi dal giorno in cui le spese stesse sono state effettuate, e risarcire gli eventuali danni subiti dal gestore come conseguenza della gestione intrapresa.

Non sorgono obbligazioni a carico del dominus nell'ipotesi in cui gli atti di gestione siano posti in essere nonostante la prohibitio domini.

Il compenso del gestore

In dottrina si è discusso se il gestore abbia diritto, oltre che ad essere rimborsato, anche ad un compenso per l'opera prestata.

L'opinione maggioritaria esclude tale possibilità in base alla considerazione altruistica dell'istituto: l'animus aliena negotia gerendi sarebbe, difatti, incompatibile con lo scopo di trarre un vantaggio personale come conseguenza dell'intervento (Breccia, in Tr. Res. 1985, 746).

La prohibitio domini

Evidenti esigenze di tutela della libertà individuale fanno sì che la presenza di una prohibitio, espressa o tacita (Cass. III, n. 13203/2015), inibisca la configurabilità della gestione d'affari, determinando una insindacabilità delle valutazioni soggettive dell'interessato (in dottrina Gallo, 2011, par. 8).

Non sempre è però possibile impedire il sorgere di un rapporto gestorio essendovi valori che trascendono l'interesse individuale. Per tale ragione l'ultimo comma dell'art. 2031 stabilisce che la prohibitio non ha effetto ogniqualvolta il divieto sia contrario alla legge, all'ordine pubblico ed al buon costume.

La dottrina si è interrogata in ordine all'ipotesi in cui l'atto di gestione, ancorché proibito, abbia avuto un esito positivo.

Secondo un primo orientamento sarebbe possibile far applicazione dell'azione generale di arricchimento senza causa nonostante la presenza di una prohibitio (Aru, in Comm. S.B. 1981, 48).

Secondo altra impostazione, invece, non spetterebbe invece alcuna azione al gestore che ha agito contro la proibizione del dominus (Gallo, ult. cit.).

Casistica giurisprudenziale

La giurisprudenza ha ricondotto alla gestione di affari altrui l'ipotesi in cui uno dei due coniugi abbia integralmente adempiuto l'obbligo di mantenimento dei figli anche per la quota facente carico all'altro, atteso che l'obbligo di mantenimento dei figli sorge per effetto della filiazione (Cass. VI, n. 6819/2017).

Anche il caso del coerede che abbia eseguito delle migliorie sul bene comune da lui posseduto è stato ricondotto alla negotiorum gestio, con la conseguenza che il coerede può chiedere in sede di divisione il rimborso delle spese sostenute per materiali e manodopera (Cass. II, n. 6982/2009).

Analogo ragionamento è stato effettuato in relazione al comproprietario e compossessore di buona fede di un immobile, che vi abbia eseguito addizioni costituenti miglioramenti (Cass. II, n. 743/2009).

Ad avviso dei giudici di legittimità anche la locazione della cosa comune da parte di uno dei comproprietari rientra nell'ambito della gestione di affari (Cass. III, n. 25443/2019; Cass. S.U., n. 11135/2012).

La S.C. ha, altresì, ravvisato la sussistenza di una gestione di affari in relazione alle attività difensive espletate dall'avvocato dopo la rinuncia o la revoca del mandato (Cass. II, n. 1085/1996).

Bibliografia

Casella, Gestione d'affari (dir. priv.), in Enc. giur., XV, Roma, 1989; Ferrari, Gestione d'affari altrui e rappresentanza, Milano, 1962; Id., voce Gestione di affari altrui (dir. priv.), in Enc. dir., XLIV, Milano, 1969; Gallo, Gestione d'affari altrui, in Dig. civ., Torino, 2011.

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