Codice Civile art. 2032 - Ratifica dell'interessato.InquadramentoL'art. 2032 stabilisce che la ratifica dell'interessato produce relativamente alla gestione gli effetti che sarebbero derivati da un mandato, e ciò anche nell'ipotesi in cui la gestione è stata effettuata da soggetto che credeva di gestire un proprio affare. Nonostante la norma faccia espresso riferimento all'efficacia sanante della ratifica in riferimento solo alla mancanza dell'elemento dell'animus aliena negotia gerendi, la dottrina unanime ritiene che l'istituto trovi applicazione anche in caso di carenza di uno qualsiasi degli altri requisiti della gestione d'affari (Casella, 8; Gallo, 2011, par. 10). La ratifica: forma ed effettiIn applicazione dei principi generali, la ratifica dovrà rivestire le stesse forme prescritte per la conclusione del contratto (art. 1399). Dovrà, dunque, essere fatta in forma scritta sotto pena di nullità ove concorra a determinare trasferimenti, costituzioni, modificazioni o estinzioni di diritti reali immobiliari (Cass. II, n. 3225/1995). La ratifica produrrà gli effetti di un mandato con rappresentanza o senza rappresentanza a seconda che il gestore abbia speso il nome del dominus o concluso il negozio in nome proprio (Cass. II, n. 3479/1978). Pertanto, in ipotesi di gestione di affari non rappresentativa, la ratifica non fa subentrare il dominus in luogo del gestore nel rapporto costituito da quest'ultimo in nome proprio con i terzi e i soggetti del rapporto restano quelli originari (Cass. III, n. 12102/2003). La ratifica ha effetto retroattivo, ma in conformità ai principi generali (art. 1399, comma 2) vengono fatti salvi i diritti dei terzi di buona fede che abbiano acquistato diritti in relazione al bene oggetto della gestione (Aru, in Comm. S.B. 1981, 60). Il contratto concluso dal gestore senza i relativi poteri non è nullo, ma rimane sospeso (Gallo, ult. cit.). In conformità ai principi generali dovrà ritenersi che il terzo e colui che ha contrattato come gestore possano di comune accordo sciogliere il contratto prima della ratifica (art. 1399, comma 3). Durante la pendenza la controparte può altresì fissare un termine per la ratifica, scaduto il quale si intende liberata (art. 1399, comma 4). Tuttavia, prima della ratifica, né il gestore né il terzo possono recedere unilateralmente. Il gestore risponde del danno che il terzo contraente abbia subito per aver confidato senza sua colpa nella validità del contratto nel caso in cui abbia concluso il contratto in nome di un altro senza averne il potere ed in mancanza dei presupposti tipici della gestione d'affari (art. 1398). BibliografiaCasella, Gestione d'affari (dir. priv.), in Enc. giur., XV, Roma, 1989; Ferrari, Gestione d'affari altrui e rappresentanza, Milano, 1962; Id., voce Gestione di affari altrui (dir. priv.), in Enc. dir., XLIV, Milano, 1969; Gallo, Gestione d'affari altrui, in Dig. civ., Torino, 2011. |