Codice Civile art. 2116 - Prestazioni.Prestazioni. [I]. Le prestazioni indicate nell'articolo 2114 sono dovute al prestatore di lavoro, anche quando l'imprenditore non ha versato regolarmente i contributi dovuti alle istituzioni di previdenza e di assistenza, salvo diverse disposizioni delle leggi speciali [o delle norme corporative] (1). [II]. Nei casi in cui, secondo tali disposizioni, le istituzioni di previdenza e di assistenza, per mancata o irregolare contribuzione, non sono tenute a corrispondere in tutto o in parte le prestazioni dovute, l'imprenditore è responsabile del danno che ne deriva al prestatore di lavoro [1218, 2946]. (1) Le disposizioni richiamanti le norme corporative devono ritenersi abrogate in seguito alla soppressione dell'ordinamento corporativo. InquadramentoL'articolo in esame enuncia il fondamentale principio dell'automaticità delle prestazioni previdenziali e assistenziali, secondo il quale il diritto alla posizione assicurativa ed alle conseguenti prestazioni è conservato a favore del soggetto tutelato anche quando non è stata versata la contribuzione dovuta e il rischio dell'inadempimento è trasferito a carico dell'ente previdenziale, anticipando gli effetti della contribuzione versata in ritardo e rimuovendo gli effetti derivanti dalla incapienza del debitore, a patto che la contribuzione omessa non sia prescritta. L'automaticità delle prestazioniDopo la sentenza della Corte cost. n. 374/1997 , la giurisprudenza di legittimità riconosce la portata generale del principio espresso dal primo comma dell'art. 2116, nel senso che esso trova applicazione, con riguardo ai vari sistemi di previdenza e assistenza obbligatorie, come regola generale rispetto alla quale possono esservi deroghe solo se espressamente previste dal legislatore e non solo in relazione al raggiungimento del requisito minimo necessario per il conseguimento del diritto alle prestazioni, ma anche ai fini dell'incremento delle prestazioni già spettanti (Cass. n. 16300/2007; in precedenza, per l'impostazione opposta, v. Cass. n. 4236/1992; Cass. n. 5337/1982). È pacifico, poi, che il suddetto principio vale non soltanto ai fini dell'insorgenza del diritto alla pensione, ma anche per la relativa quantificazione (Cass. n.10119/2012). La giurisprudenza afferma altresì che il principio per il quale le prestazioni previdenziali spettano anche in relazione ai contributi dovuti e non versati si applica anche con riferimento ai contributi prescritti, a meno che la legge non preveda espressamente la limitazione dell'automatismo al solo caso in cui non sia prescritto il diritto dell'ente previdenziale alla percezione dei contributi (Cass. n. 27427/2020). Il principio vale non soltanto ai fini dell'insorgenza del diritto alla pensione, ma anche per la relativa quantificazione (Cass. n. 10119/2012). La giurisprudenza ha precisato che il principio in questione, se previsto dalla legge, non può essere derogato da eventuali discipline di rango secondario (Cass. n. 18571/2003 e Cass. n. 5307/1987, con riferimento all'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro in favore di dirigenti ed impiegati nell'agricoltura gestita dall'Enpaia). Esso, invece, enunciato in via generale dall'art. 2116 con riferimento al rapporto di lavoro subordinato, non opera, salve specifiche disposizioni di legge in senso contrario, per i lavoratori autonomi (Cass. n. 23164/2007), neppure se coordinati e continuativi iscritti alla gestione separata (Cass. n. 11430/2021). Né per il trattamento pensionistico degli agenti di commercio gravante sull'Enasarco (Cass. n. 8201/1995; Cass. n. 5368/1983). La giurisprudenza, infine, esclude l'applicabilità dell'art. 2116 ai versamenti contributivi a un fondo privato di previdenza integrativa, i quali non hanno natura previdenziale, ma retributiva (Cass. n. 524/1998). Omissione contributiva e risarcibilità del dannoLa giurisprudenza (v., riassuntivamente, Cass. n. 27660/2018) ha distinto le forme di tutela del lavoratore in ipotesi di omissioni contributive precisando come, prima della maturazione della prescrizione dell'obbligo contributivo, sussista, oltre all'azione diretta dell'Inps, anche la possibilità per il lavoratore di chiedere la condanna del datore di lavoro al pagamento dei contributi in favore dell'Istituto medesimo (Cass. n. 720/1984) ovvero una pronuncia di mero accertamento dell'omissione contributiva (Cass. n. 3933/1979). Una volta maturata la prescrizione dei contributi omessi, il lavoratore ha una ragione di danno risarcibile, poiché il secondo comma dell'art. 2116 accorda al lavoratore un'azione risarcitoria del danno subito, consistente nella perdita del trattamento pensionistico ovvero nella percezione di un trattamento pensionistico inferiore a quello altrimenti spettante. L'azione risarcitoria può quindi essere esercitata nel momento in cui il danno (costituito dalla perdita totale o parziale della prestazione previdenziale) si determina, ossia nel momento in cui avrebbe potuto essere attivato (per esserne maturati i requisiti) ovvero è stato attivato il trattamento previdenziale rispettivamente perso ovvero goduto in misura inferiore al dovuto. Prima di questo momento (e dopo la data di prescrizione dei contributi omessi) il lavoratore soffre solo un danno potenziale nel senso che ha una posizione assicurativa carente (Cass. n. 15947/2021). Tale mera potenzialità del danno comunque consente al lavoratore da una parte di richiedere misure cautelari conservative della garanzia patrimoniale del datore di lavoro e, d'altra parte di domandare una pronuncia di condanna generica al risarcimento del danno (Cass. n. 2630/2014; Cass. 22751/2004; Cass. n. 3963/2001). L'azione in questione ha natura contrattuale e, pertanto, è soggetta a prescrizione decennale (Cass. n. 13997/2007). Divergenze si riscontrano, invece, a proposito della questione relativa al dies a quo di un tale termine prescrizionale. Ad avviso della giurisprudenza maggioritaria, esso coincide con quello di maturazione del diritto alla prestazione previdenziale o assistenziale (Cass. n. 20827/2013; Cass. n. 10528/1997; Cass. n. 1622/1988) e tale principio sarebbe applicabile sia alle ipotesi di rapporti di lavoro ininterrottamente intercorsi tra le parti, sia alle ipotesi dir apporti di lavoro separati e distinti, intercorsi con lo stesso o con diversi datori di lavoro (Cass. n. 993/1986). Per un'altra parte della giurisprudenza, invece, la prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui, verificatosi l'evento assicurato, l'istituto previdenziale abbia, con provvedimento definitivo, negato, in tutto o in parte, la prestazione assicurativa, la cui perdita (totale o parziale), avente natura costitutiva della fattispecie risarcitoria, resta accertata dal detto provvedimento (Cass. n. 3790/1988; Cass. n. 212/1987; Cass. n. 3700/1977). Secondo un ancor più risalente orientamento, la prescrizione decorrerebbe dalla data di scadenza della prescrizione dell'obbligazione contributiva, perché è in quel momento che, verificata la prescrizione dei contributi non versati dall'imprenditore, non opera più la automaticità delle prestazioni previdenziali ed è preclusa all'ente previdenziale la possibilità di procedere alla riscossione dei contributi stessi (Cass. S.U. , n. 1744/1975). La giurisprudenza afferma che il diritto è acquisito dal lavoratore a seguito ed in conseguenza dell'inadempimento del datore di lavoro ed è pertanto suscettibile di formare oggetto di accordo transattivo alla stregua degli altri diritti maturati a favore del lavoratore in relazione all'avvenuto svolgimento del rapporto di lavoro (Cass. n. 3963/2001). BibliografiaAvio, Della previdenza e dell'assistenza, Milano, 2012; Canavesi, Contribuzione prescritta e automaticità delle prestazioni nell'ordinamento italiano e nella dimensione comunitaria, in Riv. giur. lav. 1992, I; Carinci-Zampini, La previdenza complementare. Uno sguardo di sintesi a vent'anni dal d. lgs. 124/1993, in Lav. giur. 2013; Cinelli, Sicurezza sociale, in Enc. dir., XLII, Milano, 1990; De Litala, Il contratto di lavoro, Torino, 1949; De Valles, Natura giuridica dei fondi per la previdenza e assistenza di cui all'art. 2117 cod. civ., in Dir. econ., 1961; Levi Sandri, Contributi previdenziali, in Enc. dir., X, 1962; Mancuso, Contribuzione nel diritto della sicurezza sociale, in Dig. comm., IV, Torino, 1989; Pera, La responsabilità del datore di lavoro per omesso o irregolare versamento dei contributi previdenziali e l'art. 13 della legge 19 agosto 1962, n. 1338, in Riv. dir. lav. 1962, I; Persiani, Il sistema giuridico della previdenza sociale, Padova, 1960; Persiani, Diritto della previdenza sociale, Padova, 2014; Pessi, Lezioni di diritto della previdenza sociale, Padova, 2012; Romagnoli, Natura giuridica dei fondi di previdenza (art. 2117), in Riv. trim. dir. proc. civ., 1960; Santoro-Passarelli, Rischio e bisogno nella previdenza sociale, in Riv. it. prev. soc. 1948, I. |