Codice Civile art. 2144 - Mezzadria a tempo determinato.

Roberto Amatore
aggiornato da Francesco Agnino

Mezzadria a tempo determinato.

[I]. La mezzadria a tempo determinato non cessa di diritto alla scadenza del termine.

[II]. Se non è comunicata disdetta a norma dell'articolo precedente, il contratto s'intende rinnovato di anno in anno (1).

(1) V. art. 14 l. 15 settembre 1964, n. 756; art. 5-ter d.l. 5 luglio 1971, n. 432, conv., con modif., nella l. 4 agosto 1971, n. 592.

Inquadramento

Gli artt. 2143 e 2144 devono intendersi implicitamente abrogati dalla legislazione speciale che — dopo aver prorogato, a partire dal 1944, i contratti di mezzadria e di colonia parziaria in essere — ha vietato invero la stipulazione di nuovi contratti e stabilito, salvo accordi in deroga di prolungamento, la durata massima residua dei contratti associativi non convertiti in affitto.

Generalità

La proroga dei contratti di affitto di fondo rustico a coltivatore diretto, ai sensi degli artt. 14 l. n. 756/1964 e 2 comma 1 l. n. 508/1973, come interpretati autenticamente dall'art. 53 comma 3 l. n. 203/1982 (con conseguente piena efficacia retroattiva senza le limitazioni fissate dal primo comma del medesimo art. 53 in ordine alla retroattività delle Disposizioni innovative della legge), riguarda tutti i contratti in corso, sia de iure che de facto, stipulati tanto anteriormente quanto posteriormente all'entrata in vigore delle suddette norme (Cass. n. 6757/1982). L'art. 53 comma 3 l. n. 203/1982, il quale prescrive che l'art. 14 l. n. 756/1964 ed il comma 1 dell'art. 2 l. n. 508/1973 «devono interpretarsi nel senso che la proroga legale si estende a tutte le concessioni ed a tutti i contratti agrari ivi considerati, verbali e scritti, stipulati in date anteriori o successive all'entrata in vigore delle leggi medesime», ha carattere interpretativo, come espressamente attribuito dal legislatore, e quindi è per sua natura di immediata applicazione nei giudizi ancora in corso (Cass. n. 5482/1982). Tutti i contratti agrari in corso all'entrata in vigore della l. n. 203/1982 devono ritenersi soggetti alla proroga prevista dall'art. 14 l. n. 756/1964 — la quale esplicitamente prorogava «fino a nuova disposizione» i contratti di mezzadria in corso alla data di entrata in vigore della legge — e la loro ulteriore durata è regolata direttamente dalla subentrata l. n. 203/1982 (Cass. n. 6798/1995).

In tema di contratti agrari e con riguardo a rapporto di mezzadria della quale nessuna delle parti abbia chiesto la conversione in affitto, il concedente che chieda il rilascio del fondo alla scadenza del sesto anno dal termine dell'annata agraria successiva all'entrata in vigore della l. n. 203/1982, a norma dell'art. 34, comma 1, lett. a), l. n. 203/1982, cit., deve fornire la dimostrazione sia del fatto che la richiesta di conversione non vi sia stata, sia della sussistenza dei requisiti indicati dalla legge per conseguire la conversione (Cass. n. 5947/1994). In tema di contratti associativi agrari non trasformati in affitto, la durata si determina in sei anni, ai sensi dell'art. 34 l. n. 203/1982, solo in caso di mancata richiesta di una conversione altrimenti possibile; ne consegue che, sempre ai sensi dell'art. 34 cit., hanno durata decennale quei contratti per i quali la conversione, ancorché non richiesta, non avrebbe potuto aver luogo per la presenza nella famiglia colonica di una unità attiva infrasessantenne (Cass. n. 369/1997). I contratti associativi di cui all'art. 25 l. n. 203/1982, non trasformati in affitto, hanno la durata di dieci anni prevista dall'art. 34, comma 1, lett. b) l. n. 203/1982, qualora ricorra una delle cause impeditive ivi previste, a prescindere dalla circostanza che il concessionario abbia o meno presentato domanda di conversione. Ne deriva che il concedente che chieda il rilascio del fondo alla scadenza del sesto anno dal termine dell'annata agraria successiva all'entrata in vigore della cit. l. n. 203/1982, a norma dell'art. 34 lett. a) della detta legge, deve fornire la dimostrazione sia del fatto che la richiesta di conversione non vi sia stata sia della sussistenza dei requisiti indicati dalla legge per conseguire la conversione (Cass. n. 2475/1998). In tema di contratti agrari, la necessità della preventiva disdetta, comunicata al fine di impedire la tacita rinnovazione del contratto per il periodo di legge, deve ritenersi limitata alla ipotesi di affitto agrario (art. 4 l. n. 203/1982), e non è, pertanto, estensibile alle ipotesi di contratti associativi che, dopo l'ulteriore durata stabilita ex lege, cessano automaticamente allo scadere dei termini di cui all'art. 34 l. n. 203/1982 (a seconda che gli stessi risultino o meno convertibili, e che sia stata avanzata o meno richiesta di conversione) (Cass. n. 2038/1998). I contratti di mezzadria e gli altri contratti associativi di cui agli artt. 25 ss. l. n. 203/1982 — caratterizzati dalla circostanza che la concessione del fondo costituisce lo strumento primario attraverso cui il mezzadro, il colono e la loro famiglia traggono il proprio sostentamento — cessano, ipso iure, alle date indicate dall'art. 34 l. n. 203/1982 cit,, senza necessità alcuna di disdetta, mentre la rinnovazione dell'affitto è impedita in forza di una manifestazione di volontà comunque portata a conoscenza di uno degli affittuari, sul quale grava — attesa la indivisibilità dell'obbligazione di restituzione del fondo — l'obbligo di darne notizia agli altri conduttori (Cass. n. 5689/2005). In tema di contratti agrari, nel caso in cui (come nella specie) una parte chieda il rilascio di un fondo, assumendo che esso forma oggetto di un rapporto associativo ed il termine di durata stabilito dall'art. 34 l. n. 203/1982 è scaduto, e la controparte si opponga, sostenendo che il contratto associativo si è convertito in affitto, tale opposizione concreta una eccezione in senso stretto, giacché introduce nel giudizio un fatto distinto dotato di efficacia modificativa del diritto fatto valere in via d'azione (Cass. n. 24621/2007).

Bibliografia

Carrara, I contratti agrari, Torino, 1954, 825; Cattaneo, in Contratti agrari associativi, Manuale di diritto agrario italiano (a cura di Irti), Torino, 1978, 331; Giuffrida, Imprenditore agricolo, in Enc. dir., XX, Milano, 1970, 557.

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