Codice Civile art. 2220 - Conservazione delle scritture contabili.

Guido Romano

Conservazione delle scritture contabili.

[I]. Le scritture devono essere conservate per dieci anni dalla data dell'ultima registrazione [2312 4] (1).

[II]. Per lo stesso periodo devono conservarsi le fatture, le lettere e i telegrammi ricevuti e le copie delle fatture, delle lettere e dei telegrammi spediti.

[III]. Le scritture e i documenti di cui al presente articolo possono essere conservati sotto forma di registrazioni su supporti di immagini, sempre che le registrazioni corrispondano ai documenti e possano in ogni momento essere rese leggibili con i mezzi messi a disposizione dal soggetto che utilizza detti supporti (2).

(1) V. art. 22 d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, come modificato dall'art. 42 d.P.R. 30 dicembre 1980, n. 897 e dall'art. 10-quinquies d.l. 2 marzo 1989, n. 69, conv., con modif., nella l. 27 aprile 1989, n. 154.

(2) Comma aggiunto dall'art. 7-bis d.l. 10 giugno 1994, n. 357, conv., con modif., nella l. 8 agosto 1994, n. 489.

Inquadramento

L'obbligo di conservazione vale sia per le scritture obbligatorie che per quelle facoltative (Nigro, in Tr. Gal. 1978, 240; contra, Ferri, in Comm. S.B. 1983, 143 sulla base della considerazione che l'obbligo di conservazione costituisce una conseguenza logica dell'obbligo di tenuta).

L'obbligo di conservazione per dieci anni grava a carico dell'imprenditore o dei suoi eredi anche se nel frattempo l'impresa sia cessata (Ferri, in Comm. S.B. 1983, 143). In caso di cessione dell'azienda, l'obbligo di conservazione grava, secondo l'orientamento maggioritario in dottrina, sull'acquirente atteso il collegamento funzionale tra documentazione contabile ed organismo produttivo (Nigro, in Tr. Gal. 1978, 300).

L'inosservanza dell'obbligo di conservazione produce le stesse conseguenze della mancata o irregolare tenuta delle scritture contabili (Panuccio, 129).

Durata dell'obbligo di conservazione ed onere della prova

Nei rapporti bancari in conto corrente, una volta che sia stata esclusa la validità, per mancanza dei requisiti di legge, della pattuizione di interessi ultralegali a carico del correntista, la banca non può dimostrare l'entità del proprio credito mediante la produzione, ai sensi dell'art. 2710, dell'estratto notarile delle sue scritture contabili dalle quali risulti il mero saldo del conto, ma ha l'onere di produrre gli estratti a partire dall'apertura del conto. Né la banca può sottrarsi all'assolvimento di tale onere invocando l'insussistenza dell'obbligo di conservare le scritture contabili oltre dieci anni, perché non si può confondere l'onere di conservazione della documentazione contabile con quello di prova del proprio credito (Cass. n. 23974/2010; Cass. n. 1842/2011).

Nel caso in cui, nel corso di un giudizio civile, venga formulata istanza di esibizione documentale ex art. 210 c.p.c., la parte nei cui confronti tale istanza è formulata è tenuta a conservare la documentazione oggetto di essa fino a che il giudice non abbia definitivamente e negativamente provveduto sulla stessa, a nulla rilevando che, trattandosi di documentazione contabile, sopravvenga, medio tempore, la maturazione del termine decennale di durata dell'obbligo di conservazione delle scritture contabili fissato dall'art. 2220; nessun obbligo di conservazione oltre il decennio grava invece sulla parte finché la suddetta istanza non sia presentata, con la conseguenza che dalla distruzione della documentazione contabile il giudice può trarre argomenti di prova a norma dell'art. 116 c.p.c. solo se tale distruzione sia avvenuta successivamente alla presentazione della relativa istanza e durante il tempo di attesa della decisione su di essa (Cass. n. 11225/2000; Cass. n. 2086/2007).

Bibliografia

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