Codice Civile art. 2251 - Contratto sociale.

Guido Romano

Contratto sociale.

[I]. Nella società semplice [204 trans.] il contratto non è soggetto a forme speciali, salve quelle richieste dalla natura dei beni conferiti [1350 nn. 1, 9].

Inquadramento

La società semplice costituisce il prototipo normativo delle società di persone (Campobasso, 57) e la sua disciplina è applicabile anche alla società in nome collettivo ed alla società in accomandita semplice ove non espressamente derogata. Si legge nella relazione al codice civile che il campo di applicazione specifico di tale società è quello delle attività non commerciali e, soprattutto, delle attività agrarie; la sua organizzazione è elementare, pur restando fermo il principio che il gruppo sociale e il patrimonio sociale sono distinti dai singoli soci e dai loro patrimoni.

Le società di persone costituiscono soggetti di diritto distinti dai soci, come tali centri autonomi di imputazione di situazioni giuridiche ad esse immediatamente riconducibili, in virtù della capacità negoziale e processuale loro attribuita dall'art. 2266 (Cass. n. 15183/2009; Cass. n. 18409/2014; Cass. n. 6734/2011). In questa prospettiva, nelle società di persone, l'unificazione della collettività dei soci — che si manifesta con l'attribuzione alla società di un nome, di una sede, di un'amministrazione e di una rappresentanza — e l'autonomia patrimoniale del complesso dei beni destinati alla realizzazione degli scopi sociali — che si riflette nella insensibilità, più o meno assoluta, di fronte alle vicende dei soci e nell'ordine, più o meno rigoroso, imposto ai creditori sociali nella scelta dei beni da aggredire — costituiscono un congegno giuridico volto a consentire alla pluralità (dei soci) un'unitarietà di forme di azione e non valgono anche a dissolvere tale pluralità nella unicità esclusiva di un ens tertium (Cass. n. 1799/1990, Cass. n. 7886/2006, Cass. n. 13438/2003).

L'ambito di attività della società semplice

È stato osservato (Bussoletti, 909) che la società semplice si contrappone alle altre società speculative in ragione dell'oggetto sociale: essa può svolgere una attività che, pur dovendo essere economica, cioè produttiva, al fine di tenere la fattispecie distinta dalla comunione a scopo di godimento, non può essere «commerciale». Conseguentemente, rientrano pacificamente in questa ristretta area solamente le società aventi per oggetto un'attività agricola non industrializzata.

La società semplice può, peraltro, essere costituita anche per lo svolgimento di attività immobiliare (che abbia per oggetto l'acquisto, il godimento e l'amministrazione dei beni mobili e immobili di proprietà sociale non ravvisandosi in tale attività né gli estremi del mero godimento né le caratteristiche tipiche di un'impresa commerciale, , cfr., Cass. n. 6361/2004; Trib. Padova 18 aprile 1998, Giur. comm., 2000, II, 720) e per l'attività di revisione contabile (art. 2 d.lgs. n. 39/2010).

Al contrario, si è ritenuto che una società avente ad oggetto l'attività di edificazione, ristrutturazione e demolizione — oltre che di gestione, esecuzione di opere di mantenimento e amministrazione — di beni immobili di ogni tipo e genere (nonché di aziende), anche mediante il reimpiego degli utili conseguiti, non può essere costituita con la forma di società semplice trattandosi di attività commerciale (Trib. Mantova 3 marzo 2008, Soc., 2009, 1026).

La forma del contratto sociale

Per la costituzione della società semplice non sono richieste formalità particolari: il contratto istitutivo non richiede, dunque, una determinata forma, né ad substantiamad probationem.

È stato, però, osservato che le dichiarazioni, scritte o verbali, o il comportamento dei contraenti devono contenere gli elementi essenziali del contratto sociale e, in particolare, manifestare la volontà di esercitare in comune una attività economica non commerciale allo scopo di dividerne gli utili (Nigro 125). L'assenza di previsione in ordine agli ulteriori elementi, invece, non implica la nullità del contratto in quanto troveranno applicazioni le norme suppletive stabilite dalle norme codicistiche).

Particolari forme potranno, però, essere necessarie in relazione alla natura dei beni conferiti. In particolare, la forma scritta sarà necessaria in caso di conferimento in proprietà di un bene immobile ovvero di conferimento del godimento di beni immobili per un periodo superiore ai nove anni ovvero a tempo indeterminato (Cass. n. 2137/1992; Cass. n. 1613/2000, Cass. n. 5761/1981). È dubbio se la forma scritta sia necessaria per il conferimento allorquando essa sia richiesta, come nel caso di trasferimento della proprietà o del godimento dell'azienda (art. 2556), soltanto ad probationem. È stata riconosciuta la prevalenza del principio della libertà di forma del contratto sociale con la conseguenza che la prova del conferimento dell'azienda potrà essere offerto anche a mezzo testimoni o presunzioni (Cass. n. 1959/1982).

La necessità della forma scritta riguarda solo il conferimento e si estende a tutto il contratto sociale solo nel caso in cui il bene, per il cui conferimento è necessario l'atto scritto, sia essenziale al raggiungimento del fine sociale (Cass. n. 5761/1981, cit.; Cass. n. 2688/1982, Cass. n. 3166/1999).

Bibliografia

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