Codice Civile art. 2302 - Scritture contabili.InquadramentoLa tenuta della contabilità sociale, cui sono obbligati gli amministratori, permette agli amministratori medesimi di procedere alla redazione del bilancio e consente ai soci non amministratori di esercitare il diritto di controllo di cui all'art. 2261 (Oppo, 76; Garesio, 826). La dottrina maggioritaria ritiene che l'obbligo di tenuta delle scritture contabili sia applicabile anche alle società in nome collettivo che non esercitano una attività commerciale in quanto, ai sensi dell'art. 2249 comma 2 e dell'art. 200 disp. att., tutti i soggetti tenuti all'iscrizione nel registro delle imprese sono obbligati, altresì, alla tenuta della contabilità essendo quest'ultima funzionale alla compilazione del bilancio ed all'esercizio del diritto di controllo da parte dei soci (Buonocore, in Comm. S., 1995, 342; Galgano, in Tr. C.M., 2007, 160). Redazione ed approvazione del bilancioLa dottrina concorda che, nelle s.n.c. (così come nelle s.a.s.) sia obbligatoria la redazione del bilancio ancorché la disciplina positiva non contenga alcuna espressa prescrizione in tal senso (Buonocore, in Comm. S., 1995, 345; Tassinari, 478): in questa prospettiva, vi sarebbe perfetta equivalenza tra bilancio e rendiconto. Anche la giurisprudenza, che in passato aveva manifestato incertezze in ordine alla applicabilità alle s.n.c. delle norme in materia di bilancio delle S.p.A., non essendo richiesto per le prime la redazione di un bilancio in senso tecnico (in questo senso, Cass. n. 2434/1973) è, più di recente, pervenuta alla conclusione affermativa (Cass. n. 1036/2009 la quale ha stabilito che la situazione patrimoniale aggiornata sulla base determinare il valore di liquidazione della quota debba essere redatta redatta nel rispetto dei criteri di redazione del bilancio ed ai fini dell'assolvimento dell'onere della società di provare il valore della quota). In questa prospettiva, è stato affermato che il rendiconto annuale previsto per le società di persone rappresenta il bilancio di gestione dell'impresa societaria (Cass. n. 6524/1994). Il bilancio è previsto dalla legge al fine di consentire la rilevazione periodica dell'utile (art. 2261, comma 2) e non ha quindi il valore di un semplice rendiconto. Appunto per questo, esso non può esaurirsi in un mero prospetto numerico delle entrate e delle uscite in relazione alle operazioni compiute, ma deve essere redatto, in linea di massima, secondo gli stessi criteri stabiliti per la formazione del bilancio di esercizio nelle società di capitali (Cass. n. 1240/1996; Cass. n. 4454/1995): questo perché la determinazione dell'utile anche in tal caso deve avvenire secondo criteri che trascendono l'interesse dei soci attuali (art. 2303) e sono ispirati all'esigenza di salvaguardare, anche a tutela dei terzi, la redditività e la potenzialità economica dell'impresa sociale. Sotto altro profilo, anche nelle società di persone il bilancio conferisce certezza in ordine ai risultati economici conseguiti (la cui determinazione, come si è appena osservato, rileva non solo per i soci ma anche per i terzi). Peraltro, nella disciplina delle società di persone non si rinviene una norma concernente le modalità di approvazione del bilancio. Secondo un primo orientamento della giurisprudenza di merito, il bilancio di esercizio predisposto dagli amministratori deve essere approvato all'unanimità da tutti i soci (Trib. Catania, 31 ottobre 1995; Trib. Catania, 30 giugno 1987; App. Milano, 10 marzo 1981). La redazione e l'approvazione del bilancio non siano surrogabile dalla presentazione delle dichiarazioni fiscali della società (Cass. n. 28806/2013; Cass. n. 1240/1996). Le conseguenze della mancata tenuta della contabilitàL'inadempimento all'obbligo di tenuta della contabilità integra una giusta causa di revoca dell'amministratore, ai sensi dell'art. 2259, e del liquidatore (Trib. Milano, 7 luglio 1995) in quanto grave violazione dei doveri inerenti al mandato, così come integra una giusta causa di revoca la redazione del bilancio senza il rispetto dei criteri di verità, precisione e chiarezza propri di ogni bilancio (Cass. n. 6524/1994). BibliografiaBigiavi, La ragione sociale della collettività, in Giur. it., 1946, IV; Campobasso G.F., Diritto commerciale, 2, Diritto delle società, a cura di Campobasso M., Torino, 2012; Conforti C, Le società di persone. Amministrazione e controlli, Milano, 2009; Conforti C., La società in nome collettivo, Milano, 2015; Costi, Il nome della società, Padova. 1964; Costi R., Di Chio G., Società in generale. Società di persone. 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