Codice Civile art. 2344 - Mancato pagamento delle quote (1).Mancato pagamento delle quote (1). [I]. Se il socio non esegue i pagamenti dovuti, decorsi quindici giorni dalla pubblicazione di una diffida nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, gli amministratori, se non ritengono utile promuovere azione per l'esecuzione del conferimento, offrono le azioni agli altri soci, in proporzione alla loro partecipazione (2), per un corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti. In mancanza di offerte possono far vendere le azioni a rischio e per conto del socio, a mezzo di una banca o di un intermediario autorizzato alla negoziazione in mercati regolamentati (2). [II]. Qualora la vendita non possa aver luogo per mancanza di compratori, gli amministratori possono dichiarare decaduto il socio, trattenendo le somme riscosse, salvo il risarcimento dei maggiori danni. [III]. Le azioni non vendute, se non possono essere rimesse in circolazione entro l'esercizio in cui fu pronunziata la decadenza del socio moroso, devono essere estinte con la corrispondente riduzione del capitale. [IV]. Il socio in mora nei versamenti non può esercitare il diritto di voto. (1)Articolo sostituito dall' art. 1 d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6 , con effetto dal 1° gennaio 2004. La legge ha modificato l’intero capo V, ed è stata poi modificata e integrata dal d.lg 6 febbraio 2004, n. 37, la cui disciplina transitoria è dettata dall'art. 6. Il testo dell'articolo recitava: «[I]. Se il socio non esegue il pagamento delle quote dovute, gli amministratori, decorsi quindici giorni dalla pubblicazione di una diffida nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, possono far vendere le azioni a suo rischio e per suo conto, a mezzo di un agente di cambio o di un istituto di credito. [II]. Qualora la vendita non possa aver luogo per mancanza di compratori, gli amministratori possono dichiarare decaduto il socio, trattenendo le somme riscosse, salvo il risarcimento dei maggiori danni. [III]. Le azioni non vendute, se non possono essere rimesse in circolazione entro l'esercizio in cui fu pronunziata la decadenza del socio moroso, devono essere estinte con la corrispondente riduzione del capitale. [IV]. Il socio in mora nei versamenti non può esercitare il diritto di voto». (2) Le parole «alla loro partecipazione» sono state sostituite alle parole «della loro partecipazione» e le parole «in mercati regolamentati» sono state sostituite alle parole «nei mercati regolamentati» dall'art. 5 1e) d.lg. 6 febbraio 2004, n. 37. InquadramentoLa norma è concepibile solo con riferimento ai conferimenti in danaro, atteso il principio di integrale liberazione che vige per le partecipazioni corrispondenti ai conferimenti in natura, come si evince dal tenore letterale della norma che fa riferimento ai «pagamenti dovuti» (comma 1) ed alle «somme riscosse» (comma 2) (Pisani Massamormile, in Com. S., 466 ss.; Cassottana, 240; Olivieri, 193, Bertolotti, 846). Il procedimento. Il richiamo dei decimi. L'azione per l'esecuzioneIl procedimento per il recupero della mora è preceduto dall'invito rivolto dagli amministratori agli azionisti di versare, in tutto o in parte, i conferimenti ancora dovuti, per motivi essenzialmente afferenti a necessità di stabilità finanziaria della società (Pisani Massamormile, in Com. S., 474). Il procedimento si articola in tre distinte fasi: 1) azione esecutiva per il pagamento del conferimento; 2) offerta agli altri soci; 3) vendita in danno. La disciplina posta dall'articolo in commento prevede l'obbligo (condizionante l'avvio del procedimento ora descritto, Bertolotti, 849) a carico degli amministratori di procedere alla pubblicazione sulla G.U. di una diffida ad adempiere. Secondo una parte della dottrina, poi, dall'art. 2366 si evince la possibilità per le società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio di effettuare la diffida con mezzi di comunicazione diversi, purché idonei a garantire la prova della ricezione da parte dell'interessato (Tassinari, 307). Gli amministratori possono, in primo luogo, esercitare l'azione esecutiva per il pagamento dovuto. L'articolo in commento rimette alla discrezionalità degli amministratori la scelta su come fronteggiare la mora del socio richiesto di estinguere il residuo debito da conferimento: essi potranno decidere di esperire il rimedio societario o, in alternativa, qualora lo reputino conveniente, agire per l'adempimento della prestazione di conferimento (Pisani Massamormile, in Com. S., 469 ss. secondo il quale l'unica scelta che gli amministratori non possono prendere è quella di rimanere inerti). Si ritiene, infatti, che il rimedio giudiziale e la vendita coattiva si pongano in un rapporto di alternatività (Olivieri 194; Bertolotti, 850; Pisani Massamormilein Com. S., 469 ss.). L'offerta agli altri sociQualora gli amministratori non ritengano utile procedere con l'azione di adempimento, essi non possono procedere alla vendita in danno se prima non hanno provveduto ad offrire le azioni non integralmente liberate agli altri azionisti, in proporzione alla loro partecipazione ed per un corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti (Pisani Massamormile, in Com. S., 485). La norma ha la finalità di evitare l'ingresso nella società da parte di terzi estranei (Spolidoro, 448; Olivieri, 195, Bertolotti, 850). Il legislatore pone due vincoli: 1) la proporzionalità alle partecipazioni possedute; 2) il corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti (Bertolotti, 850). La vendita in dannoSolo in assenza di offerte, gli amministratori possono procedere alla vendita in danno (Bertolotti 850). La vendita avviene a mezzo di una banca o di un intermediario autorizzato alla negoziazione in mercati regolamentati. Si assiste qui ad un caso di dissociazione tra proprietà e potere di disporre del bene (Pisani Massamormile, in Com. S., 493): l'incarico per la vendita delle azioni non integralmente liberate, pur conferito dagli amministratori, è svolto dall'intermediario per conto dell'azionista moroso che è tenuto a sopportarne i rischi ed i pericoli ed è irrevocabile da parte del socio (Pisani Massamormile, in Com. S., 494). La regola del prezzo minimo che il legislatore pone con riferimento alla offerta ai soci non si applica alla vendita in danno la quale, invece, avviene a rischio del socio moroso (Bertolotti, 852; Olivieri, 196). Il prezzo della vendita in danno può essere inferiore al valore dei conferimenti non eseguiti (Bertolotti, 852; Spolidoro, 475; contra, Pisani Massamormile, in Com. S., 497). La dichiarazione di decadenza del socioOve la vendita non possa aver luogo per mancanza di compratori, gli amministratori possono dichiarare decaduto il socio, trattenendo le somme riscosse, salvo il risarcimento dei maggiori danni. Le azioni non vendute, se non possono essere rimesse in circolazione entro l'esercizio in cui fu pronunziata la decadenza del socio moroso, devono essere estinte con la corrispondente riduzione del capitale. La decisione è rimessa alla discrezionalità degli amministratori (Pisani Massamormile, in Com. S., 506). La dichiarazione di decadenza comporta l'esclusione del socio moroso dalla società in applicazione del principio generale della risoluzione per inadempimento (Bertolotti, 853). Il divieto di esercizio del diritto di votoIl socio in mora nei versamenti non può esercitare il diritto di voto: la sospensione del diritto di voto decorre dal momento in cui il socio viene costituito in mora. Tuttavia, mentre per un primo orientamento, la sospensione decorre dal momento in cui sia scaduto il termine concesso dagli amministratori per il versamento e prima della pubblicazione della diffida di cui al primo comma (Pisani Massamormile, in Com. S., 516, secondo il quale la pubblicazione dell'avviso nella G.U. ha la funzione di step procedimentale iniziale per la vendita delle azioni del socio moroso), secondo altra ricostruzione il socio può ritenersi moroso solo decorsi quindici giorni dalla pubblicazione della diffida (Spolidoro, 444). BibliografiaAbriani, Il nuovo regime dei conferimenti in natura senza relazione di stima, in Riv. not., 2009, 301; Bertolotti, artt. 2343, 2343-ter, 2343-quater, 2344, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli, Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2247-2378, a cura di Santosuosso; Bartalena, Capitale iniziale e conferimenti in danaro nella S.p.A. bancaria, in Banca, Borsa, tit. cred., 2003, I, 134; Bartalena, Le prestazioni accessorie, in Trattato Colombo Portale, 1, Torino, 2004; Cassottana, artt. 2342, 2344, 2345, in Commentario Niccolini, Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; De Luca, sub art. 2345, in Comm. Niccolini, Stagno D'Alcontres, I, Napoli, 2004; Erede, artt. 2342, 2343-bis, 2345 in Costituzione - Conferimenti - Azioni a cura di Notari, Commentario alla riforma delle società diretto da Marchetti, Bianchi, Ghezzi e Notari, Milano, 2008; Ferri jr., art. 2342, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2247-2378, a cura di Santosuosso; Ferri jr., La nuova disciplina dei conferimenti in natura in società per azioni: considerazioni generali, in Riv. soc., 2009, 253; Maltoni, Questioni in merito all'applicazione della disciplina dell'art. 2343-ter (disciplina vigente a seguito del d.lgs. 29 novembre 2010, n. 224), in Studio di impresa n. 50-2011/I del Consiglio nazionale del Notariato; Miola, I conferimenti in natura, in Trattato Colombo Portale, I, 3, Torino, 2004; Notari, Il regime alternativo della valutazione dei conferimenti in natura in società per azioni, in Riv. soc., 2009, 54; Olivieri, artt. 2342-2345, in Commentario D'Alessandro, II, 1, Padova, 2011; Olivieri, art. 2344, in Commentario romano al nuovo diritto delle società, diretto da d'Alessandro, II, Padova, 2010; Paolini, art. 2343-bis, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli, Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2247-2378, a cura di Santosuosso; Portale, Capitale sociale e conferimenti nella società per azioni, in Riv. soc., 1970; Portale, La mancata attuazione del conferimento in natura, in Trattato Colombo Portale, Torino, 2004; Salamone, Le verifiche della valutazione semplificata dei conferimenti non in contanti, in Giur. comm., 2010, I, 49; Santosuosso, artt. 2325-2325-bis e 2462, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli; Spolidoro, I conferimenti in danaro, Gli acquisti pericolosi, in Trattato Colombo-Portale, I, 2, Torino, 2004; Spolidoro, Attuazione della Direttiva 2006/68/CE su Conferimenti non in contanti, acquisto di azioni proprie e assistenza finanziaria, in Not., 2009, 67; Tassinari, artt. 2342, 2343-bis, 2344, in Comm. Maffei Alberti, I, Padova, 2005; Tedeschini Francesco, Sacco Ginevri Andrea, La nuova disciplina dei conferimenti in natura e dell'assistenza finanziaria nelle s.p.a.: primi spunti applicativi, Giur. comm. 2009, 58 |