Codice Civile art. 2409 bis - Revisione legale dei conti (1) (2).Revisione legale dei conti (1) (2). [I]. La revisione legale dei conti sulla società è esercitata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione legale iscritti nell'apposito registro. [II]. Lo statuto delle società che non siano tenute alla redazione del bilancio consolidato può prevedere che la revisione legale dei conti sia esercitata dal collegio sindacale. In tal caso il collegio sindacale è costituito da revisori legali iscritti nell'apposito registro. (1) V. nota al Capo V. (2) Articolo così sostituito dall'art. 37 , comma 8, del d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39. Il testo precedente, come sostituito dall'art. 1 d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, con effetto a decorrere dal 1 gennaio 2004, rettificato con Avviso in G.U. 4 luglio 2003, n, 153 e, infine, modificato dal d.lgs. 6 febbraio 2004, n. 37, era il seguente: «Controllo contabile - Il controllo contabile sulla società è esercitato da un revisore contabile o da una società di revisione iscritti nel registro istituito presso il Ministero della giustizia. Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio il controllo contabile è esercitato da una società di revisione iscritta nel registro dei revisori contabili, la quale, limitatamente a tali incarichi, è soggetta alla disciplina dell'attività di revisione prevista per le società con azioni quotate in mercati regolamentati ed alla vigilanza della Commissione nazionale per le società e la borsa. Lo statuto delle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio e che non siano tenute alla redazione del bilancio consolidato può prevedere che il controllo contabile sia esercitato dal collegio sindacale. In tal caso il collegio sindacale è costituito da revisori contabili iscritti nel registro istituito presso il Ministero della giustizia». InquadramentoL'evoluzione legislativa che ha interessato il sistema dei controlli ha condotto da una situazione di concentrazione delle funzioni di controllo contabile e sulla gestione in capo al solo collegio sindacale — organo interno alla società destinataria del controllo stesso — ad un modello fondato sulla scissione tra le due funzioni (Fortunato Stanzione, 606, Bussoletti, 297; Fortunato, 801). Tale secondo modello prevede l'attribuzione del controllo sull'amministrazione al collegio sindacale e del controllo contabile ad un revisore esterno alla società. Questa impostazione trova le proprie radici nella disciplina delle società quotate introdotte con la riforma del 1974 (l. n. 216/1974) che, successivamente, è stata trasfusa dalla riforma del diritto societario del 2003 anche alle società non quotate. Il percorso si è chiuso con il d.lgs. n. 39/2010 il quale ha confermato l'impostazione già adottata dalla riforma del 2003, ma ha allestito un corpus normativo autonomo ed esterno rispetto al codice civile. Sono stati così abrogati gli artt. dall'art. 2409-ter all'art. 2409-sexies. La revisione legale dei contiL'articolo in commento dispone che la revisione legale dei conti sulla società è esercitata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione legale iscritti nell'apposito registro. Il comma 2, però, ha inteso attribuire alle società per azioni chiuse che non siano tenute alla redazione del bilancio consolidato la possibilità di attribuire le funzioni di controllo contabile al collegio sindacale il quale, però, in tal caso, dovrà essere integralmente costituito da revisori legali iscritti nell'apposito registro (sul punto, Fortunato, Stanzione, 612 ss.): tale facoltà è, peraltro, limitata alle società che adottano il sistema tradizionale di amministrazione e controllo. Si precisa che l'attività di revisione non differisce a seconda che sia svolta da un revisore esterno o dal collegio sindacale ai sensi dell'art. 2409-bis: chiunque eserciti tale attività è sottoposto alle medesime regole ed alla medesima responsabilità (Bertolotti 470). Ai sensi dell'art. 14 d.lgs. n. 39/2010, il revisore legale o la società di revisione legale incaricati di effettuare la revisione legale dei conti: a) esprimono con apposita relazione un giudizio sul bilancio di esercizio e sul bilancio consolidato, ove redatto; b) verificano nel corso dell'esercizio la regolare tenuta della contabilità sociale e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili. La relazione comprende: a) un paragrafo introduttivo che identifica i conti annuali o consolidati sottoposti a revisione legale ed il quadro delle regole di redazione applicate dalla società; b) una descrizione della portata della revisione legale svolta con l'indicazione dei principi di revisione osservati; c) un giudizio sul bilancio che indica chiaramente se questo è conforme alle norme che ne disciplinano la redazione e se rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell'esercizio; d) eventuali richiami di informativa che il revisore sottopone all'attenzione dei destinatari del bilancio, senza che essi costituiscano rilievi; e) un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio e sulla sua conformità alle norme di legge. Peraltro, il revisore può esprimere sul bilancio, oltre che un giudizio positivo, un giudizio con rilievi, un giudizio negativo o rilasciare una dichiarazione di impossibilità ad esprimere un giudizio. In tali casi, la relazione illustra analiticamente i motivi della decisione. La responsabilità del revisoreOggi, il d.lgs. n. 39/2010 (che, come detto, ha abrogato l'art. 2409-sexies e l'art. 164 Tuf) prevede all'art. 15 che i revisori legali e le società di revisione legale rispondono in solido tra loro e con gli amministratori nei confronti della società che ha conferito l'incarico di revisione legale, dei suoi soci e dei terzi per i danni derivanti dall'inadempimento ai loro doveri. Nei rapporti interni tra i debitori solidali, essi sono responsabili nei limiti del contributo effettivo al danno cagionato. Alla luce del tenore dell'art. 15 possono, dunque, ritenersi ancora valide le affermazioni della giurisprudenza secondo la quale la natura giuridica dell'attività di revisione contabile è da inquadrarsi nel campo delle prestazioni d'opera intellettuale (App. Milano, 7 luglio 1998, Giur. comm., 2000, II, 425): il metro di diligenza cui commisurare la legittimità dell'ordinario operato del revisore deve essere ricondotto in linea di massima ai principi di revisione del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, pur con la precauzione che la codificazione dei principi di revisione non esaurisce l'ambito dei parametri in base ai quali deve effettuarsi la revisione. La correttezza e diligenza dell'attività svolta da una società di revisione contabile deve essere valutata non in relazione alla sola attività di certificazione del bilancio d'esercizio bensì con riferimento all'intera opera di controllo sulla società revisionata che si attua nell'arco temporale dell'intero esercizio (Trib. Torino, 30 maggio 1995, Giur. it., 1996, 376). La responsabilità che una società di revisione assume in forza dell'obbligazione di verifica e revisione della contabilità ha natura contrattuale con riferimento alla società che ha conferito l'incarico e natura extracontrattuale se riferita all'affidamento che un terzo (ad es., l'acquirente delle quote della società), ripone nel risultato della verifica e revisione (App. Milano, 7 luglio 1998, cit.; Trib. Torino, 18 settembre 1993, Giur. it., 1994, I, 655): la mancata colposa indicazione di poste passive ovvero l'imprudente valutazione di attività solo eventuali ed ipotetiche falsano i dati dello stato patrimoniale oggetto di revisione e verifica con conseguente danno dei soggetti, anche estranei al rapporto di revisione, che nella relazione del revisore abbiano fatto affidamento nello stipulare negozi rispetto ai quali il giudizio del revisore aveva rilevanza. La responsabilità verso i terzi sussiste qualora questi, facendo legittimo affidamento sul risultato delle verifiche compiute con la revisione e dunque sulla particolare attendibilità della situazione economico patrimoniale della società quale rappresentata dai bilanci revisionati, siano stati indotti a concludere dei contratti che, senza la falsa o negligente certificazione, non avrebbero posto in essere ed in definitiva qualora detti terzi siano stati lesi nel loro diritto ad una libera e corretta attività negoziale concernente il proprio patrimonio con conseguente pregiudizio di questo (Trib. Milano, 21 ottobre 1999, Giur. it., 2000, 554; Cass. n. 10403/2002; Trib. Milano, 4 novembre 2008, Soc., 2009, 65; App. Milano, 7 luglio 1998, Giur. comm., 2000, II, 425). Per affermare la responsabilità della società di revisione, non è sufficiente accertare — in base ad una valutazione ex post, formulata oltretutto all'esito di accertamenti compiuti dell'autorità giudiziaria, munita di poteri investigativi ben più incisivi e penetranti rispetto a quelli riconosciuti alle società di revisione — che alcune delle poste del bilancio della società soggetta a revisione erano in effetti inattendibili, essendo piuttosto necessario accertare che la società di revisione, pur essendo in grado di percepire, agendo con la dovuta diligenza, l'irregolarità delle appostazioni di cui trattasi, abbia espresso, una valutazione positiva in merito al contenuto dello stesso (App. Roma, 19 gennaio 2006, Giur. it., 2006, 2331; Trib. Milano, 25 luglio 2008, Soc., 2009, 309). Da ultimo, si segnala che per l'accoglimento della domanda di risarcimento è necessario dimostrare che dalla non corretta rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società sottoposta a revisione sia derivato un danno patrimoniale risarcibile, dovendosi a tal fine fornire la prova della sussistenza del nesso di causalità fra i danni lamentati e il preteso inadempimento, secondo il criterio dell'adeguatezza obiettiva e della regolarità o tipicità causale (Trib. Roma, 8 maggio 2013, Dir. Fall., 2014, 485). BibliografiaBertolotti, Società per azioni. Collegio sindacale, revisori, denunzia al tribunale, a cura di G. Cottino, Torino, 2015; Bussoletti, in Commentario Romano al nuovo diritto delle società, diretto da d'Alessadro, Padova, 2011; Fortunato, in Commentario Niccolini-Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; Fortunato, Stanzione, artt. 2409-bis - 2409-septies, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli, Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2247-2378, a cura di Santosuosso, Torino, 2015; Guerrieri, art. 150, Commentario al d.lgs. 24 febbraiom1998, n. 58, diretto da Maffei Alberti, in Nuove Leggi civili commentate, 2001, 290; Panucci, La Rotonda, Matonti, D.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, Commento agli artt. 33-43, in Fratini, Gasparri (a cura di), Il testo unico della finanza, Assago, 2012. |