Codice Civile art. 2426 - Criteri di valutazioni (1).

Guido Romano

Criteri di valutazioni (1).

[I]. Nelle valutazioni devono essere osservati i seguenti criteri:

1) le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi; le immobilizzazioni rappresentate da titoli sono rilevate in bilancio con il criterio del costo ammortizzato, ove applicabile (2);

2) il costo delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione. Eventuali modifiche dei criteri di ammortamento e dei coefficienti applicati devono essere motivate nella nota integrativa;

3) l'immobilizzazione che, alla data della chiusura dell'esercizio, risulti durevolmente di valore inferiore a quello determinato secondo i numeri 1) e 2) deve essere iscritta a tale minore valore. Il minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata; questa disposizione non si applica a rettifiche di valore relative all'avviamento (3).

Per le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate che risultino iscritte per un valore superiore a quello derivante dall'applicazione del criterio di valutazione previsto dal successivo numero 4) o, se non vi sia obbligo di redigere il bilancio consolidato, al valore corrispondente alla frazione di patrimonio netto risultante dall'ultimo bilancio dell'impresa partecipata, la differenza dovrà essere motivata nella nota integrativa;

4) le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate possono essere valutate, con riferimento ad una o più tra dette imprese, anziché secondo il criterio indicato al numero 1), per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio netto risultante dall'ultimo bilancio delle imprese medesime, detratti i dividendi ed operate le rettifiche richieste dai principi di redazione del bilancio consolidato nonché quelle necessarie per il rispetto dei principi indicati negli articoli 2423 e 2423-bis.

Quando la partecipazione è iscritta per la prima volta in base al metodo del patrimonio netto, il costo di acquisto superiore al valore corrispondente del patrimonio netto riferito alla data di acquisizione o (4) risultante dall'ultimo bilancio dell'impresa controllata o collegata può essere iscritto nell'attivo, purché ne siano indicate le ragioni nella nota integrativa. La differenza, per la parte attribuibile a beni ammortizzabili o all'avviamento, deve essere ammortizzata.

Negli esercizi successivi le plusvalenze, derivanti dall'applicazione del metodo del patrimonio netto, rispetto al valore indicato nel bilancio dell'esercizio precedente sono iscritte in una riserva non distribuibile;

5) i costi di impianto e di ampliamento e i costi di sviluppo aventi utilità pluriennale possono essere iscritti nell'attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale. I costi di impianto e ampliamento devono essere ammortizzati entro un periodo non superiore a cinque anni. I costi di sviluppo sono ammortizzati secondo la loro vita utile; nei casi eccezionali in cui non è possibile stimarne attendibilmente la vita utile, sono ammortizzati entro un periodo non superiore a cinque anni. Fino a che l'ammortamento dei costi di impianto e ampliamento e di sviluppo non è completato possono essere distribuiti dividendi solo se residuano riserve disponibili sufficienti a coprire l'ammontare dei costi non ammortizzati (5);

6) l'avviamento può essere iscritto nell'attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso sostenuto.

L'ammortamento dell'avviamento è effettuato secondo la sua vita utile; nei casi eccezionali in cui non è possibile stimarne attendibilmente la vita utile, è ammortizzato entro un periodo non superiore a dieci anni. Nella nota integrativa è fornita una spiegazione del periodo di ammortamento dell'avviamento (6) ;

7) il disaggio e l'aggio su prestiti sono rilevati secondo il criterio stabilito dal numero 8) (7);

8) i crediti e i debiti sono rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale e, per quanto riguarda i crediti, del valore di presumibile realizzo (8);

8-bis) le attività e passività monetarie in valuta sono iscritte al cambio a pronti alla data di chiusura dell'esercizio; i conseguenti utili o perdite su cambi devono essere imputati al conto economico e l'eventuale utile netto è accantonato in apposita riserva non distribuibile fino al realizzo. Le attività e passività in valuta non monetarie devono essere iscritte al cambio vigente al momento del loro acquisto (9);

9) le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il numero 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione;

10) il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quelli: "primo entrato, primo uscito" o: "ultimo entrato, primo uscito"; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell'esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella nota integrativa;

11) i lavori in corso su ordinazione possono essere iscritti sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza;

11-bis) gli strumenti finanziari derivati, anche se incorporati in altri strumenti finanziari, sono iscritti al fair value. Le variazioni del fair value sono imputate al conto economico oppure, se lo strumento copre il rischio di variazione dei flussi finanziari attesi di un altro strumento finanziario o di un'operazione programmata, direttamente ad una riserva positiva o negativa di patrimonio netto; tale riserva è imputata al conto economico nella misura e nei tempi corrispondenti al verificarsi o al modificarsi dei flussi di cassa dello strumento coperto o al verificarsi dell'operazione oggetto di copertura. Gli elementi oggetto di copertura contro il rischio di variazioni dei tassi di interesse o dei tassi di cambio o dei prezzi di mercato o contro il rischio di credito sono valutati simmetricamente allo strumento derivato di copertura; si considera sussistente la copertura in presenza, fin dall'inizio, di stretta e documentata correlazione tra le caratteristiche dello strumento o dell'operazione coperti e quelle dello strumento di copertura. Non sono distribuibili gli utili che derivano dalla valutazione al fair value degli strumenti finanziari derivati non utilizzati o non necessari per la copertura. Le riserve di patrimonio che derivano dalla valutazione al fair value di derivati utilizzati a copertura dei flussi finanziari attesi di un altro strumento finanziario o di un'operazione programmata non sono considerate nel computo del patrimonio netto per le finalità di cui agli articoli 2412, 2433, 2442, 2446 e 2447 e, se positive, non sono disponibili e non sono utilizzabili a copertura delle perdite (10);

12) (11).

[II]. Ai fini della presente Sezione, per la definizione di "strumento finanziario", di "attività finanziaria" e "passività finanziaria", di "strumento finanziario derivato", di "costo ammortizzato", di "fair value", di "attività monetaria" e "passività monetaria", "parte correlata" e "modello e tecnica di valutazione generalmente accettato" si fa riferimento ai principi contabili internazionali adottati dall'Unione europea (12).

[III]. Ai fini dell'applicazione delle disposizioni del primo comma, numero 11-bis), sono considerati strumenti finanziari derivati anche quelli collegati a merci che conferiscono all'una o all'altra parte contraente il diritto di procedere alla liquidazione del contratto per contanti o mediante altri strumenti finanziari, ad eccezione del caso in cui si verifichino contemporaneamente le seguenti condizioni:

a) il contratto sia stato concluso e sia mantenuto per soddisfare le esigenze previste dalla società che redige il bilancio di acquisto, di vendita o di utilizzo delle merci;

b) il contratto sia stato destinato a tale scopo fin dalla sua conclusione;

c) si prevede che il contratto sia eseguito mediante consegna della merce (12).

[IV]. Il fair value è determinato con riferimento:

a) al valore di mercato, per gli strumenti finanziari per i quali è possibile individuare facilmente un mercato attivo; qualora il valore di mercato non sia facilmente individuabile per uno strumento, ma possa essere individuato per i suoi componenti o per uno strumento analogo, il valore di mercato può essere derivato da quello dei componenti o dello strumento analogo;

b) al valore che risulta da modelli e tecniche di valutazione generalmente accettati, per gli strumenti per i quali non sia possibile individuare facilmente un mercato attivo; tali modelli e tecniche di valutazione devono assicurare una ragionevole approssimazione al valore di mercato (12).

[V]. Il fair value non è determinato se l'applicazione dei criteri indicati al quarto comma non dà un risultato attendibile (12).

(1) V. nota al Capo V.

(2) Le parole da « le immobilizzazioni » a « ove applicabile; » sono state aggiunte dall'art. 6, comma 8, lett. a) d.lg. 18 agosto 2015, n. 139. Ai sensi dell'art. 12, comma 1, d.lg. n. 139, cit., la presente disposizione entra in vigore dal 1° gennaio 2016 e si applica « ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da quella data ». Ai sensi, inoltre, dell'art. 12, comma 1, d.lg. n. 139, cit., tale modificazione può non essere applicata « alle componenti delle voci riferite a operazioni che non hanno ancora esaurito i loro effetti in bilancio ».

(3)Le parole « . Il minor valore » sono state sostituite alla parola « ; questo » e le parole « ; questa disposizione non si applica a rettifiche di valore relative all'avviamento » sono state aggiunte dall'art. 6, comma 8 lett. b) d.lg. n. 139, cit. Per l'entrata in vigore e le disposizioni di applicazione, v. nota 2.

(4) Le parole « riferito alla data di acquisizione o » sono state inserite dall'art. 6, comma 8, lett. c) d.lg. n. 139 del 2015. Per l'entrata in vigore e le disposizioni di applicazione, v. nota 2.

(5) Numero così sostituito dall'art. 6, comma 8 lett. d) d.lg. n. 139, cit. Per l'entrata in vigore e le disposizioni di applicazione, v. nota 2. Il testo del numero era il seguente: « 5) i costi di impianto e di ampliamento, i costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità aventi utilità pluriennale possono essere iscritti nell'attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale e devono essere ammortizzati entro un periodo non superiore a cinque anni. Fino a che l'ammortamento non è completato possono essere distribuiti dividendi solo se residuano riserve disponibili sufficienti a coprire l'ammontare dei costi non ammortizzati; ».

(6) Le parole da « . L'ammortamento dell'avviamento » a « periodo di ammortamento dell'avviamento; » sono state sostituite alle parole « e deve essere ammortizzato entro un periodo di cinque anni. È tuttavia consentito ammortizzare sistematicamente l'avviamento in un periodo limitato di durata superiore, purché esso non superi la durata per l'utilizzazione di questo attivo e ne sia data adeguata motivazione nella nota integrativa; » dall'art. 6, comma 8 lett. e) d.lg. n. 139, cit. Per l'entrata in vigore e le disposizioni di applicazione, v. nota 2. Ai sensi, inoltre, dell'art. 12, comma 2 d.lg. n. 139, cit., tale modificazione può non essere applicata « alle componenti delle voci riferite a operazioni che non hanno ancora esaurito i loro effetti in bilancio ».

(7) Numero così sostituito dall'art. 6, comma 8 lett. f) d.ls. n. 139, cit. Per l'entrata in vigore e le disposizioni di applicazione, v. nota 2. Il testo del numero era il seguente: « 7) il disaggio su prestiti deve essere iscritto nell'attivo e ammortizzato in ogni esercizio per il periodo di durata del prestito; ».

(8) Numero così sostituito dall'art. 6, comma 8 lett. g) d.lg. n. 139, cit. Per l'entrata in vigore e le disposizioni di applicazione, v. nota 2. Ai sensi, inoltre, dell'art. 122 d.ls. n. 139, cit., tale modificazione può non essere applicata « alle componenti delle voci riferite a operazioni che non hanno ancora esaurito i loro effetti in bilancio ». Il testo del numero era il seguente: « 8) i crediti devono essere iscritti secondo il valore presumibile di realizzazione; ».

(9) Numero così sostituito dall'art. 6, comma 8 lett. h) d.lg. n. 139, cit. Per l'entrata in vigore e le disposizioni di applicazione, v. nota 2. Il testo del numero, come da ultimo modificato dall'art. 17 d.lg. 28 dicembre 2004, n. 310, era il seguente: « 8-bis) le attività e le passività in valuta, ad eccezione delle immobilizzazioni, devono essere iscritte al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell'esercizio ed i relativi utili e perdite su cambi devono essere imputati al conto economico e l'eventuale utile netto deve essere accantonato in apposita riserva non distribuibile fino al realizzo. Le immobilizzazioni materiali, immateriali e quelle finanziarie, costituite da partecipazioni, rilevate al costo in valuta devono essere iscritte al tasso di cambio al momento del loro acquisto o a quello inferiore alla data di chiusura dell'esercizio se la riduzione debba giudicarsi durevole ».

(10) L'art. 6, comma 8, lett. i) d.lg. n. 139 del 2015, cit. ha inserito il numero. Per l'entrata in vigore e le disposizioni di applicazione, v. nota 2.

(11) Numero abrogato dall'art. 6, comma 8, lett. l) d.lg. n. 139 del 2015, cit. Il testo recitava: «le attrezzature industriali e commerciali, le materie prime, sussidiarie e di consumo, possono essere iscritte nell'attivo ad un valore costante qualora siano costantemente rinnovate, e complessivamente di scarsa importanza in rapporto all'attivo di bilancio, sempreché non si abbiano variazioni sensibili nella loro entità, valore e composizione».

(12) Comma aggiunto dall'art. 6, comma 8, lett. m) d.lg. n. 139 del 2015, cit. Per l'entrata in vigore e le disposizioni di applicazione, v. nota 2.

Inquadramento

L'articolo in commento detta i criteri di valutazione delle varie voci di bilancio ispirati al principio di certezza (v. sub art. 2423 bis n. 1) ed a quello di continuità (v. sub 2423 bis n. 6). Ai criteri di valutazione così dettati deve essere riconosciuto carattere inderogabile perché gli stessi garantiscono la funzione, propria del bilancio (Cass. n. 23976/2004; Cass. n. 4874/2006), di trasparenza per assicurare la leggibilità (e la controllabilità) dello stesso da parte dei soci e dei terzi (Cass. n. 11091/2008). Le deroghe, ove consentite, sono subordinate alla condizione che amministratori e sindaci indichino e giustifichino le singole deroghe nelle proprie relazioni all'assemblea (Trib. Milano, 14 settembre 1978).

Alla luce anche del principio di rappresentazione veritiera e corretta, sono ritenute lecite le valutazioni prudenziali nei limiti della ragionevolezza tecnica, motivate e rese palesi nella nota integrativa; invece sono ritenute illecite le riserve occulte al fine di deprimere l'utile di esercizio e di sottrarre alla decisione dell'assemblea la politica di autofinanziamento della società (in dottrina Campobasso, 461; Colombo, 1994, 28 ss.).

I criteri di chiarezza e precisione vanno posti in correlazione con il principio di verità in quanto strumentali all'esigenza che il bilancio medesimo assolva alla funzione di informare compiutamente sulla reale situazione economica e patrimoniale della società, a tutela dei soci e dei terzi, e vanno altresì coordinati con il principio secondo il quale l'obbligo di analiticità dell'esposizione delle poste attive e passive non esclude la discrezionalità di valutazione spettante agli amministratori, sia pure nel rispetto dei limiti fissati dalla legge e dei parametri generali della prudenza e ragionevolezza (Cass. n. 5097/1994).

I criteri di valutazione delle attività

Le immobilizzazioni, identificabili con ogni bene destinato ad essere utilizzato durevolmente, sono iscritte al costo di acquisto o di produzione, computandosi anche i costi accessori. Il prezzo di costo deve essere inteso come spesa effettivamente sostenuta dalla società (in giurisprudenza Cass. n. 4923/1995).

Il prezzo di produzione è costituito dal prezzo di acquisto delle materie prime e sussidiarie e dagli altri costi direttamente imputabili al prodotto. Peraltro, la norma precisa che può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi; le immobilizzazioni rappresentate da titoli sono rilevate in bilancio con il criterio del costo ammortizzato, ove applicabile.

Il riferimento al criterio del costo ammortizzato è stato introdotto dal d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139. Il «costo ammortizzato» è l'ammontare a cui un'attività era stata valutata al momento della contabilizzazione iniziale, meno le variazioni finanziarie in linea capitale (rimborsi), più o meno l'ammortamento accumulato di ogni differenza tra l'ammontare iniziale e il valore nominale alla scadenza (calcolato con il metodo dell'interesse effettivo), meno qualsiasi svalutazione per perdita di valore o non incassabilità (Sottoriva, 1065, nt., 13)

L'avviamento può essere iscritto nell'attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso sostenuto (n. 6). Il legislatore ha inteso vietare l'iscrizione in bilancio del valore dell'avviamento autoprodotto dalla società, consentendo soltanto l'iscrizione dell'avviamento derivato, cioè quello per il quale sia stato pagato un prezzo in occasione di un acquisto a titolo oneroso; prezzo il cui ammontare costituisce anche il limite entro cui l'avviamento può essere iscritto.

L'avviamento deve essere ammortizzato entro cinque anni, salvo deroga da motivare nella nota integrativa (Colombo, 1994, 262; Bocchini, 223; De Angelis, 1024).

La norma, consentendo l'iscrizione dell'avviamento derivato, cioè conseguito in caso di acquisto a titolo oneroso e nei limiti del costo per esso sostenuto, non esclude che, se anche il prezzo di cessione di azienda resta il frutto della libera contrattazione delle parti, la sua successiva ripartizione a fini contabili, tra le singole componenti, del corrispettivo unitario versato possa essere sindacata dall'amministrazione finanziaria secondo il criterio della correttezza e veridicità del bilancio (Cass. n. 9950/2008). Posto, però, che l'esistenza di un valore di avviamento dell'azienda non può essere esclusa sulla base della sola circostanza che l'impresa abbia subito delle perdite negli esercizi degli anni precedenti (del valore complessivo dell'azienda fa parte, infatti, quello dell'avviamento, che si somma al valore degli altri beni che la compongono in un'operazione che logicamente precede la detrazione delle passività, sicché non è aprioristicamente escluso né dall'esistenza né dall'ammontare di queste), deve ritenersi consentito iscrivere l'avviamento anche se, invece di versare il prezzo, la società acquirente si sia accollata i debiti dell'azienda ceduta (Cass. n. 10586/2011).

Per quanto riguarda i crediti, il d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139 ha sostituito il criterio secondo il quale i crediti devono essere iscritti secondo il loro presumibile valore di realizzo prevedendo oggi che i crediti e i debiti sono rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale e, per quanto riguarda i crediti, del valore di presumibile realizzo (n. 8). Viene inoltre previsto che la valutazione dei crediti e dei debiti sia effettuata tenendo conto anche del fattore temporale. Ciò implica la necessità di attualizzare i crediti e i debiti che, al momento della rilevazione iniziale, non sono produttivi di interessi o producono interessi secondo un tasso significativamente inferiore a quelle di mercato (in dottrina Sottoriva, 1065).

In giurisprudenza si osservava che l'art. 2425 n. 6 non attribuisce agli amministratori una discrezionalità assoluta, ma implica una valutazione fondata sulla situazione concreta, secondo principi di razionalità; ciò preclude l'iscrizione in bilancio non soltanto dei crediti semplicemente sperati, ma, anche dei crediti certi, liquidi ed esigibili, qualora siano di dubbia o difficile esazione, i quali, in tal caso, non devono essere iscritti nel loro intero ammontare, bensì nella minore misura che — secondo un prudente apprezzamento — si presume di poter realizzare (Cass. n. 9218/2011; Cass. n. 15592/2000; Cass. n. 17033/2008).

Un credito può essere iscritto integralmente all'attivo patrimoniale del bilancio quando abbia caratteristiche di certezza e liquidità, mentre ove sia contestato e/o quando consista in un danno per equivalente da inadempimento, lasciato all'apprezzamento del giudice, quel credito può essere iscritto insieme ad una corrispondente posta di svalutazione al passivo o deve essere soltanto menzionato nella relazione al bilancio (Trib. Milano, 11 novembre 2002).

Bibliografia

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