Codice Civile art. 2441 - Diritto di opzione 1 .Diritto di opzione 1. [I]. Le azioni di nuova emissione e le obbligazioni convertibili in azioni devono essere offerte in opzione ai soci in proporzione al numero delle azioni possedute. Se vi sono obbligazioni convertibili il diritto di opzione spetta anche ai possessori di queste, in concorso con i soci, sulla base del rapporto di cambio. [II].L'offerta di opzione deve essere depositata presso l'ufficio del registro delle imprese e contestualmente resa nota mediante un avviso pubblicato sul sito internet della società, con modalità atte a garantire la sicurezza del sito medesimo, l'autenticità dei documenti e la certezza della data di pubblicazione, o, in mancanza, mediante deposito presso la sede della società.Per l'esercizio del diritto di opzione deve essere concesso un termine non inferiore a quattordici giorni dalla pubblicazione dell'offerta nel sito internet della società con le modalità sopra descritte, o, in mancanza, dall'iscrizione dell'offerta nel registro delle imprese2. [III]. Coloro che esercitano il diritto di opzione, purché ne facciano contestuale richiesta, hanno diritto di prelazione nell'acquisto delle azioni e delle obbligazioni convertibili in azioni che siano rimaste non optate. Se le azioni sono quotate in mercati regolamentati o negoziate in sistemi multilaterali di negoziazione, i diritti di opzione non esercitati devono essere offerti nel mercato regolamentato o nel sistema multilaterale di negoziazione dagli amministratori, per conto della società, entro il mese successivo alla scadenza del termine stabilito a norma del secondo comma, per almeno due sedute , salvo che i diritti di opzione siano già stati integralmente venduti3 . [IV]. Il diritto di opzione non spetta per le azioni di nuova emissione che, secondo la deliberazione di aumento del capitale, devono essere liberate mediante conferimenti in natura. Nelle società con azioni quotate in mercati regolamentati o negoziate in sistemi multilaterali di negoziazione lo statuto può altresì escludere il diritto di opzione nei limiti del dieci per cento del capitale sociale preesistente, a condizione che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni e ciò sia confermato in apposita relazione da un revisore legale o da una società di revisione legale. Le ragioni dell'esclusione o della limitazione nonché i criteri adottati per la determinazione del prezzo di emissione devono risultare da apposita relazione degli amministratori, depositata presso la sede sociale e pubblicata nel sito internet della società entro il termine della convocazione dell'assemblea, salvo quanto previsto dalle leggi speciali.4. [V]. Quando l'interesse della società lo esige, il diritto di opzione può essere escluso o limitato con la deliberazione di aumento di capitale 5. [VI]. Le proposte di aumento di capitale sociale con esclusione o limitazione del diritto di opzione, ai sensi del primo periodo del quarto comma o del quinto comma del presente articolo, devono essere illustrate dagli amministratori con apposita relazione, dalla quale devono risultare le ragioni dell'esclusione o della limitazione, ovvero, qualora l'esclusione derivi da un conferimento in natura, le ragioni di questo e in ogni caso i criteri adottati per la determinazione del prezzo di emissione. La relazione deve essere comunicata dagli amministratori al collegio sindacale o al consiglio di sorveglianza e al soggetto incaricato della revisione legale dei conti 6 almeno trenta giorni prima di quello fissato per l'assemblea. Entro quindici giorni il collegio sindacale deve esprimere il proprio parere sulla congruità del prezzo di emissione delle azioni. Il parere del collegio sindacale e, nell'ipotesi prevista dal quarto comma, la relazione giurata dell'esperto designato dal Tribunale ovvero la documentazione indicata dall'articolo 2343-ter, terzo comma, devono restare depositati nella sede della società durante i quindici giorni che precedono l'assemblea e finché questa non abbia deliberato; i soci possono prenderne visione 7. La deliberazione determina il prezzo di emissione delle azioni in base al valore del patrimonio netto, tenendo conto, per le azioni quotate in mercati regolamentati 8, anche dell'andamento delle quotazioni nell'ultimo semestre. [VII]. Non si considera escluso né limitato il diritto di opzione qualora la deliberazione di aumento di capitale preveda che le azioni di nuova emissione siano sottoscritte da banche, da enti o società finanziarie soggetti al controllo della Commissione nazionale per le società e la borsa ovvero da altri soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività di collocamento di strumenti finanziari, con obbligo di offrirle agli azionisti della società, con operazioni di qualsiasi tipo, in conformità con i primi tre commi del presente articolo. Nel periodo di detenzione delle azioni offerte agli azionisti e comunque fino a quando non sia stato esercitato il diritto di opzione, i medesimi soggetti non possono esercitare il diritto di voto. Le spese dell'operazione sono a carico della società e la deliberazione di aumento del capitale deve indicarne l'ammontare. [VIII]. Con deliberazione dell'assemblea presa con la maggioranza richiesta per le assemblee straordinarie può essere escluso il diritto di opzione per le azioni di nuova emissione, se queste sono offerte in sottoscrizione ai dipendenti della società o di società che la controllano o che sono da essa controllate 9.
[2] Comma sostituito dall'art. 20, d.l. 24 giugno 2014 n. 91 conv., con modif., in l. 11 agosto 2014, n. 116. Il testo precedente recitava: «L'offerta di opzione deve essere depositata presso l'ufficio del registro delle imprese. Salvo quanto previsto dalle leggi speciali per le società con azioni quotate in mercati regolamentati, per l'esercizio del diritto di opzione deve essere concesso un termine non inferiore a trenta giorni dalla pubblicazione dell'offerta». Successivamente l'art. 44, comma 4, lett. a), d.l. 16 luglio 2020, n. 76, conv. con modif. in l. 11 settembre 2020, n. 120, in sede di conversione, con entrata in vigore il 15 settembre 2020, ha così sostituito l'ultimo periodo del presente comma. Il testo precedente era il seguente: «Per l'esercizio del diritto di opzione deve essere concesso un termine non inferiore a quindici giorni dalla pubblicazione dell'offerta». [3] V. Avviso di rettifica in G.U. 4 luglio 2003, n. 153. L'art. 19, d.lg. 28 dicembre 2004 n. 310 ha sostituito alla parola «sui» la parola «in». Successivamente le parole «per almeno cinque riunioni, entro il mese successivo alla scadenza del termine stabilito a norma del secondo comma» sono state sostituite dalle parole «entro il mese successivo alla scadenza del termine stabilito a norma del secondo comma, per almeno cinque sedute, salvo che i diritti di opzione siano già stati integralmente venduti» dall'art. 2, d.lg. 11 ottobre 2012 n. 184. Da ultimo, le parole «o negoziate in sistemi multilaterali di negoziazione» e le parole «o nel sistema multilaterale di negoziazione» sono state inserite e le parole «due sedute» sono state sostituite alle parole «cinque sedute» dall'art. 44, comma 4, lett. b) d.l. 16 luglio 2020, n. 76, conv., con modif. in l. 11 settembre 2020, n. 120, in sede di conversione, con entrata in vigore il 15 settembre 2020. [4] V. Avviso di rettifica in G.U. 4 luglio 2003, n. 153. Successivamente le parole «dal revisore legale o dalla società di revisione legale», che l'art. 37, comma 21, d.lg. 27 gennaio 2010 n. 39, aveva sostituito alle parole «dalla società incaricata della revisione contabile», sono state ora sostituite dalle parole «da un revisore legale o da una società di revisione legale» dall'art. 2, d.lg. 11 ottobre 2012 n. 184. Da ultimo, l'art. 44, comma 4, lett. c) d.l. 16 luglio 2020, n. 76, conv., con modif. in l. 11 settembre 2020, n. 120, con entrata in vigore il 15 settembre 2020, ha aggiunto, in sede di conversione, le parole «o negoziate in sistemi multilaterali di negoziazione» e le parole «Le ragioni dell'esclusione o della limitazione nonché i criteri adottati per la determinazione del prezzo di emissione devono risultare da apposita relazione degli amministratori, depositata presso la sede sociale e pubblicata nel sito internet della società entro il termine della convocazione dell'assemblea, salvo quanto previsto dalle leggi speciali» . Vedi, inoltre, quanto disposto dall'art. 44, comma 3, d.l. n. 76/2020, cit. [5] L'art. 2, d.lg. 11 ottobre 2012 n. 184, ha soppresso le parole: «, approvata da tanti soci che rappresentino oltre la metà del capitale sociale, anche se la deliberazione è presa in assemblea di convocazione successiva alla prima», poste al termine del comma. Ai sensi dell'art. 12, comma 11, d.l. 29 novembre 2008 n. 185, conv, con modif., in l. 28 gennaio 2009 n. 2, «le deliberazioni previste dall'articolo 2441, quinto comma, e dall'articolo 2443, secondo comma, del codice civile sono assunte con le stesse maggioranze previste per le deliberazioni di aumento di capitale dagli articoli 2368 e 2369 del codice civile. I termini stabiliti per le operazioni della specie ai sensi del codice civile e del d.lg. 24 febbraio 1998, n. 58, sono ridotti della metà». [6] Le parole «del controllo contabile» sono state sostituite dalle parole «della revisione legale dei conti» dall'art. 37, comma 21, d.lg. 27 gennaio 2010 n. 39. [7] L'art. 1, d.lg. 29 novembre 2010 n. 224 ha sostituito le parole «Il parere del collegio sindacale e la relazione giurata dell'esperto designato dal tribunale nell'ipotesi prevista dal quarto comma devono restare depositati nella sede della società durante i quindici giorni che precedono l'assemblea e finché questa non abbia deliberato; i soci possono prenderne visione», con le parole «Il parere del collegio sindacale e, nell'ipotesi prevista dal quarto comma, la relazione giurata dell'esperto designato dal Tribunale ovvero la documentazione indicata dall'articolo 2343-ter, terzo comma, devono restare depositati nella sede della società durante i quindici giorni che precedono l'assemblea e finché questa non abbia deliberato; i soci possono prenderne visione». [8] Le parole «in mercati regolamentati» sono state sostituite alle parole «in borsa» dall'art. 191b) d.lg. n. 310, cit. [9] Comma modificato dall'art. 2, d.lg. 11 ottobre 2012 n. 184. Il testo recitava: «Con deliberazione dell'assemblea presa con la maggioranza richiesta per le assemblee straordinarie può essere escluso il diritto di opzione limitatamente a un quarto delle azioni di nuova emissione, se queste sono offerte in sottoscrizione ai dipendenti della società o di società che la controllano o che sono da essa controllate. L'esclusione dell'opzione in misura superiore al quarto deve essere approvata con la maggioranza prescritta nel quinto comma.». InquadramentoIl diritto di opzione costituisce il principale strumento di protezione del socio in caso di aumento di capitale a pagamento. Esso, infatti, impedisce che l'operazione di aumento del capitale sociale alteri la percentuale di partecipazione di ciascun socio al capitale sociale consentendo a questi di mantenere inalterati i propri diritti amministrativi e patrimoniali. Il diritto di opzione è funzionale (anche) a garantire alla società la conservazione di adeguata coesione e, dunque, la stabilità degli assetti proprietari (Cass., 15 luglio 1993, n. 7859 in motivazione).
Il diritto di opzioneIl diritto di prelazione ha natura giuridica diversa da quella propria del diritto di opzione, traendo argomento, oltre che dalla lettera della norma, dall'ultima parte dell'art. 2441 comma 3 (Cass. n. 2850/1996, contra, Cass. n. 4494/1976 che ritiene che la norma in argomento estenda al diritto societario l'istituto generale di cui all'art. 1331). Il diritto di opzione spetta ai soci. In caso di intestazione fiduciaria delle azioni, il diritto di opzione sarà esercitato dal fiduciario in nome proprio ma per conto del fiduciante (Cass. n. 6246/1996). In caso di sequestro giudiziario di titoli azionari, la legittimazione all'esercizio del diritto di opzione spetta a colui che riveste la formale titolarità di socio — azionista della società: gli effetti dell'originario sequestro non si estendono tuttavia alle azioni pervenute al socio a seguito dell'opzione, e permane in capo al sequestrante la facoltà di ottenere un nuovo sequestro avente ad oggetto queste ultime (Trib. Monza, 11 gennaio 1996, in Soc., 1996, 706). L'art. 44 d.l. 16 luglio 2020, n. 76 (convertito, con modificazioni, in l. 11 settembre 2020, n. 120) ha modificato il quarto comma dell'art. in commento che, oggi, dispone che il diritto di opzione non spetta per le azioni di nuova emissione che, secondo la deliberazione di aumento del capitale, devono essere liberate mediante conferimenti in natura. Nelle società con azioni quotate in mercati regolamentati o negoziate in sistemi multilaterali di negoziazione lo statuto può altresì escludere il diritto di opzione nei limiti del dieci per cento del capitale sociale preesistente, a condizione che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni e ciò sia confermato in apposita relazione da un revisore legale o da una società di revisione legale. Le ragioni dell'esclusione o della limitazione nonché i criteri adottati per la determinazione del prezzo di emissione devono risultare da apposita relazione degli amministratori, depositata presso la sede sociale e pubblicata nel sito internet della società entro il termine della convocazione dell'assemblea, salvo quanto previsto dalle leggi speciali. Tale disciplina entrerà in vigore il 30 giugno 2021 (dovendosi, fino a quella data applicare le disposizioni di natura temporanea previste dal medesimo art. 44 d.l. n. 76/2020). Gli adempimenti pubblicitari ed il termineIl diritto di opzione non può, per sua stessa natura, prescindere dall'esatta individuazione del termine entro il quale deve essere esercitato e che decorre dall'espletamento degli adempimenti pubblicitari previsti dall'art. 2441 comma 2. Tale disposizione prevede, infatti, che l'offerta di opzione deve essere depositata presso l'ufficio del registro delle imprese e contestualmente resa nota mediante un avviso pubblicato sul sito internet della società, con modalità atte a garantire la sicurezza del sito medesimo, l'autenticità dei documenti e la certezza della data di pubblicazione, o, in mancanza, mediante deposito presso la sede della società. L'art. 44 d.l. 16 luglio 2020, n. 76 (convertito, con modificazioni, in l. 11 settembre 2020, n. 120) ha, invece, modificato la seconda parte del secondo comma dell'art. 2441, in primo luogo, riducendo da quindici a quattordici giorni il termine minimo per l'esercizio del diritto di opzione e, sotto altro profilo, disponendo che il termine inizia a decorrere dal momento della pubblicazione della relativa offerta sul sito internet della società o, in mancanza, dall'iscrizione della relativa delibera nel registro delle imprese. Il termine fissato per l'esercizio del diritto di opzione deve essere identico per tutti i soci. Essendo la obbligatorietà del termine prevista nel solo interesse dei soci, questi possono rinunziarvi (Trib. Milano, 19 giugno 1993, in Soc., 1993, 534). Gli adempimenti previsti dall'art. 2441, comma 2, condizionano la validità della offerta di opzione né sono surrogabili con la conoscenza di fatto che il socio abbia avuto della delibera di aumento di capitale (App. Trieste, 8 luglio 1982, in Soc., 1984, 179). La cessione del diritto di opzioneIl diritto di opzione ha un contenuto economico: il titolare, quindi, può trovare maggiormente conveniente monetizzare immediatamente tale diritto e cederlo ad altri piuttosto che esercitarlo personalmente o, addirittura, rinunziare al suo esercizio (Rordorf Delli Priscoli, 906, Petrazzini, Cerrato, 385). La collocazione dell'inoptatoIl comma 3 dell'articolo in commento consente a coloro che esercitano il diritto di opzione, e sempre che ne facciano contestuale richiesta, diritto di prelazione nell'acquisto delle azioni che siano rimaste inoptate. L'art. 44 d.l. 16 luglio 2020, n. 76 (convertito, con modificazioni, in l. 11 settembre 2020, n. 120) ha, altresì, modificato la seconda parte del terzo comma prevedendo che se le azioni sono quotate in mercati regolamentati o negoziate in sistemi multilaterali di negoziazione, i diritti di opzione non esercitati devono essere offerti nel mercato regolamentato o nel sistema multilaterale di negoziazione dagli amministratori, per conto della società, entro il mese successivo alla scadenza del termine stabilito a norma del secondo comma, per almeno due sedute, salvo che i diritti di opzione siano già stati integralmente venduti. La prelazione disciplinata dall'art. 2441 comma 3, configura una fattispecie di prelazione «in senso proprio», caratterizzata dal diritto dei soci ad essere preferiti ai terzi nella sottoscrizione delle azioni rimaste inoptate, solo in caso di parità di condizioni (Cass. n. 2850/1996). Peraltro, posto che l'interesse tutelato dalla norma in commento è quello concernente esclusivamente l'accrescimento della quota di partecipazione da parte di coloro che hanno già esercitato il diritto d'opzione, la società può legittimamente fissare per il collocamento delle azioni rimaste inoptate un prezzo diverso (e maggiore) di quello stabilito per l'opzione (Cass. n. 2850/1996, cit.). Quando l'interesse della società esige che il diritto di opzione derivante da un aumento di capitale a pagamento sia riconosciuto soltanto a taluni azionisti anche il diritto di prelazione sulle azioni rimaste inoptate può essere riservato soltanto ai beneficiari del diritto di opzione (App. Torino, 1 giugno 2006, in Giur. it., 2007, 659). La prelazione legale di cui all'art. 2441 comma 3 ha natura obbligatoria e non reale; pertanto non è possibile esperire un'azione di condanna alla restituzione delle azioni sottoscritte in violazione di essa; ne discende l'insussistenza della controversia in ordine alla proprietà o al possesso che costituisce presupposto del sequestro giudiziario (Trib. Trieste, 3 settembre 2002, in Soc., 2003, 608). Limitazione ed esclusione del diritto di opzioneIl diritto di opzione può essere limitato o escluso quando: 1) le azioni di nuova emissione debbano essere liberate mediante conferimenti in natura (comma 4); 2) l'interesse della società lo esiga (comma 5); 3) le azioni di nuova emissione siano offerte in sottoscrizione ai dipendenti della società o di società controllanti o controllate (comma 8). La prima previsione si spiega con l'infungibilità del conferimento di beni in natura che appare disarmonica rispetto al diritto di opzione che, invece, sottintende la irrilevanza per la società del soggetto che esegue il conferimento: il bene che si stima utile acquisire nell'azienda appartiene di regola ad un determinato soggetto (Rordorf Delli Priscoli, 908). Quanto alla ipotesi di limitazione o esclusione in quando lo esige l'interesse della società, si evidenzia che non è necessario che il sacrificio del diritto di opzione costituisca l'unico inderogabile mezzo per realizzare l'interesse della società, ma è sufficiente che, in presenza di un interesse di particolare natura ed intensità, nella scelta del modo di realizzare l'aumento di capitale la predetta soluzione appaia preferibile e ragionevolmente più conveniente (Cass. n. 4089/1980; Cass. n. 3458/1993; Trib. 31 gennaio 2005, in Giur. it., 2005, 1865; contra, Trib. Udine, 7 luglio 1994, in Giur. comm., 1985, II, 526 secondo il quale è necessario che l'interesse renda la limitazione assolutamente necessaria). La motivazione dell'esclusione o della limitazione del diritto di opzione non può essere generica e, in particolare, deve spiegare concretamente quale sia l'interesse perseguito (Trib. Saluzzo, 14 aprile 2001, in Giur. it., 2001, 1667). Si precisa, poi, che l'esclusione del diritto di opzione «quando l'interesse della società l'esige» postula un'adeguata allegazione e dimostrazione dell'interesse sociale prevalente e dunque impone un requisito motivazionale-informativo non solo formale o tautologico, ma dotato di sufficiente concretezza (Trib. Milano, 7 febbraio 2006 in Corr. mer., 2006, 853). L'interesse della società che «esige» l'esclusione del diritto di opzione deve essere effettivo e rilevante ed il socio ha diritto di ottenere e l'amministratore ha l'obbligo di fornire ogni informazione oggettivamente necessaria per un voto cosciente (Trib. Milano, 31 gennaio 2005, in Giur. it., 2005, 1865). La deliberazione assembleare di aumento del capitale sociale di una società per azioni, che sia stata assunta con violazione del diritto di opzione, non è nulla, ma meramente annullabile, in quanto tale diritto è tutelato dalla legge solo in funzione dell'interesse individuale dei soci ed il contrasto con norme, anche cogenti, rivolte alla tutela di tale interesse determina un'ipotesi di mera annullabilità (Cass., n., n. 1361/2011; Cass., n.. 26842/2008; Cass., n. 3458/1993, Trib. Verona, 22 luglio 1993, in Vita Not., 1994, I, 319, contra, Cass., n. 8592/1997; Trib. Milano, 31 gennaio 2005, in Giur. it., 2005, 1865 che ne affermano la nullità). Sul punto, si afferma, pur riconoscendo il carattere cogente delle norme in materia di diritto di opzione, che esse si pongono a tutela dell'interesse del singolo azionista e non di interessi di carattere generale, onde la loro violazione non determina l'illiceità dell'oggetto della deliberazione (Rordorf Delli Priscoli, 914, Petrazzini, Cerrato, 388). La decisione di sacrificare il diritto di opzione pregiudica il socio soltanto sul versante corporativo: il sovrapprezzo obbligatorio assicura sempre la conservazione del valore patrimoniale della partecipazione (Petrazzini Cerrato, 387). Infatti, al fine di evitare che i nuovi soci divengano partecipi anche degli eventuali altri valori patrimoniali in precedenza accumulati dalla società sotto forma di riserve, il legislatore ha previsto che, qualora con la deliberazione di aumento del capitale il diritto di opzione venga limitato o escluso, il prezzo di emissione delle azioni debba essere determinato sulla base del valore del patrimonio netto e che, per le azioni quotate, si debba tenere presente delle quotazioni dell'ultimo semestre. In tal modo il sacrificio del diritto del diritto di opzione spettante ai vecchi soci è bilanciato dal sovrapprezzo (Rordorf Delli Priscoli, 913). L'importo del sopraprezzo è determinato nel momento in cui avviene l'emissione delle azioni e non nel momento in cui si conclude l'operazione di conferimento: a nulla rilevano perciò gli incrementi patrimoniali che derivano dall'aumento di capitale, in quanto essi sono destinati ad influenzare le future emissioni di azioni, ma non esplicano alcun effetto su quelle anteriori (Cass. n. 9523/2001). Ultimo caso di esclusione o limitazione del diritto di opzione si ha quando le azioni di nuova emissione siano offerte in sottoscrizione ai dipendenti della società o di società che la controllano o che sono da essa controllate: in tal caso la deliberazione dell'assemblea deve essere presa con la maggioranza richiesta per le assemblee straordinarie. BibliografiaAbriani, La riduzione del capitale sociale nelle S.p.A. e nelle S.r.l. Profili applicativi, in Riv. dir. impr., 2008; Angelici, Note in tema di procedimento assembleare, in Riv. not., 2005, 705; Arato, Modificazioni dello statuto e operazioni sul capitale, in Le nuove S.p.A., opera diretta da Cagnasso e Panzani, II, Bologna, 2010; Benassi, in Il Nuovo diritto delle società, Commentario, a cura di Maffei Alberti, II, Padova, 2005; Busi, Aumento di capitale nelle S.p.A. e nelle S.r.l., Milano, 2013; Cagnasso, Le modificazioni statutarie e il diritto di recesso, in Società per azioni, a cura di Abriani, Ambrosini, Cagnasso, Montalenti, Padova, 2010; Campobasso, diretto da Abbadessa, Portale, III, Torino, 2006; Calandra Buonaura V., Il recesso del socio di società di capitali, in Giur. comm., 2005, I, p. 291-316; Carmignani, art. 2437, in Commentario Sandulli-Santoro, II, 2, Torino, 2003; Cavalaglio, artt. 2437-2437-sexies, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli, Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 22379-2451, a cura di Santosuosso; Cera, Il passaggio di riserve a capitale, 1988; Carbonelli V., Il controllo sulle delibere modificative ex art. 2436 c.c. Invalidità di precedenti aumenti di capitale e violazione della disciplina dei conferimenti: quali ripercussioni sulla successiva attività societaria?, in Banca borsa tit. cred., 2014, 728; Cerrato, Le deleghe di competenze assembleari nella società per azioni, Milano, 2009; Daccò, «Diritti particolari» e recesso nella S.r.l., Milano, 2013; Delli Priscoli, Rordorf, La giurisprudenza sul codice civile coordinata con la dottrina, Libro V, Del lavoro (artt. 2247-2461), Milano, 2012; Di Cataldo, Il recesso del socio di società per azioni, in Il nuovo diritto delle società, Liber amicorum Gian Franco Campobasso, diretto da Abbadessa, Portale, III, Torino, 2006; Ferri jr, La riduzione del capitale per perdite, in Le operazioni sul capitale sociale: casi pratici e tecniche di redazione del verbale notarile, Quaderni della Fondazione italiana del notariato, 2008 (www.fondazionotariato.it); Fico, Le operazioni sul capitale sociale nella S.p.A. e nella S.r.l. Milano, 2010; Galgano, Diritto commerciale. L'imprenditore, Bologna, 2008; Galletti, art. 2437, in Codice commentato delle società, a cura di Abriani, Stella Richter; Giannelli, L'aumento di capitale a pagamento, in Il nuovo diritto delle società, Liber amicorum Gian Franco Rienzo, artt. 2445-2447, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 22379-2451, a cura di Santosuosso D.; Guerrera, in Commentario delle società di capitali a cura di Niccolini Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; Fimmanò, Il simulacro dell'omologazione degli atti societari alle soglie del terzo millennio, Riv. not., 1999, 317; Laurini, Verbalizzazione e controllo notarile di legalità, in Il controllo notarile sugli atti societari, a cura di Paciello, Milano, 20; Magliulo, Le modificazioni dell'atto costitutivo, in La riforma della società a responsabilità limitata, a cura di Caccavale, Magliulo, Maltoni, Tassinari, Milano, 2007; Magliulo, La riduzione reale del capitale con particolare riferimento alle S.r.l., in Le operazioni sul capitale sociale: casi pratici e tecniche di redazione del verbale notarile, Quaderni della Fondazione italiana del notariato, 2008 (www.fondazionotariato.it); Marchetti C., art. 2436, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 22379-2451, a cura di Santosuosso D; Nobili, La riduzione del capitale, in Il nuovo diritto delle società, Liber amicorum Gian Franco Campobasso, diretto da Abbadessa, Portale, III, Torino, 2006; Niccolini, in Commentario delle società di capitali a cura di Niccolini Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; Revigliono, Il controllo di iscrivibilità sugli atti societari: profili sostanziali e procedimentali, in Riv. soc. 2001, II, 1143; Rordorf, Il recesso del socio di società di capitali: prime osservazioni dopo la riforma, Soc. 2003, 929; Salafia, La delega agli amministratori per l'aumento del capitale e l'emissione di obbligazioni, in Soc., 2000, 397; Salafia, Natura giuridica del diritto di opzione nelle società di capitali, in Soc., 2007, 921; Salafia, Oggetto e limiti del controllo notarile sulle delibere straordinarie, in Soc., 2016, 43; Speranzin, artt. 2438-2444, in Commentario romano al nuovo diritto delle società, diretto da d'Alessandro, II, 2, Padova, 2011; Trimarchi, L'aumento del capitale sociale, Milano, 2007; Vicari A., artt. 2438-2444, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 22379-2451, a cura di Santosuosso D. |