Codice Civile art. 2478 - Libri sociali obbligatori (1).Libri sociali obbligatori (1). [I]. Oltre i libri e le altre scritture contabili prescritti nell'articolo 2214, la società deve tenere: 1) (2) 2) il libro delle decisioni dei soci, nel quale sono trascritti senza indugio sia i verbali delle assemblee, anche se redatti per atto pubblico, sia le decisioni prese ai sensi del primo periodo del terzo comma dell'articolo 2479; la relativa documentazione è conservata dalla società; 3) il libro delle decisioni degli amministratori; 4) il libro delle decisioni del collegio sindacale nominato (3) ai sensi dell'articolo 2477. [II]. I libri indicati nei numeri 2) e 3) del primo comma devono essere tenuti a cura degli amministratori; il libro indicato nel numero 4) del primo comma deve essere tenuto a cura dei sindaci (4). [III]. I contratti della società con l'unico socio o le operazioni a favore dell'unico socio sono opponibili ai creditori della società solo se risultano dal libro indicato nel numero 3 del primo comma o da atto scritto avente data certa anteriore al pignoramento. (1) V. nota al Capo VII. (2) Numero abrogato dall'art. 16, comma 12 septies, del d.l. 29 novembre 2008, n. 185 conv., con modif., nella l. 28 gennaio 2009, n. 2. Il testo recitava: «il libro dei soci, nel quale devono essere indicati il nome dei soci, la partecipazione di spettanza di ciascuno, i versamenti fatti sulle partecipazioni, nonché le variazioni nelle persone dei soci;». Ai sensi del comma 12 undecies del medesimo art. 16 del d.l. n. 185 del 2008, conv. con modif., dalla l. n. 2 del 2009, le disposizioni entrano in vigore il sessantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Entro tale termine, gli amministratori delle società a responsabilità limitata depositano, con esenzione da ogni imposta e tassa, apposita dichiarazione per integrare le risultanze del registro delle imprese con quelle del libro dei soci. (3) Le parole «o del revisore nominati» sono state sostituite dalle parole «nominato» dall'art. 37, comma 27, del d.lg. 27 gennaio 2010, n. 39. (4) Comma modificato dall'art. 37, comma 27, del d.lg. 27 gennaio 2010, n. 39, che ha soppresso le parole «o del revisore», poste alla fine del comma. Precedentemente il comma era stato modificato dall'art. 16, comma 12 septies, del d.l. 29 novembre 2008, n. 185 conv., con modif., nella l. 28 gennaio 2009, n. 2. Il testo recitava: «I primi tre libri devono essere tenuti a cura degli amministratori e il quarto a cura dei sindaci o del revisore». Ai sensi del comma 12 undecies del medesimo art. 16 del d.l. n. 185 del 2008, conv. con modif., dalla l. n. 2 del 2009, le disposizioni entrano in vigore il sessantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Entro tale termine, gli amministratori delle società a responsabilità limitata depositano, con esenzione da ogni imposta e tassa, apposita dichiarazione per integrare le risultanze del registro delle imprese con quelle del libro dei soci. InquadramentoL'art. 2478 c.c. prevede che la società a responsabilità limitata debba tenere i libri previsti dall'art. 2214 (libro giornale, il libro degli inventari e tutte le altre scritture contabili che siano richieste dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa): è stato correttamente osservato che la norma in commento ha portata più ampia dell'art. 2214 in quanto estende a tutte le società a responsabilità limitata l'obbligo della tenuta delle scritture contabili che, invece, l'art. 2214 limita alle sole imprese commerciali. Nonostante non sia espressamente richiamato, sono applicabili anche ai libri previsti dalla norma in commento gli artt. 2215 e ss. che disciplinano le formalità con le quali debbono essere tenuti tutti i libri sociali obbligatori. In tema di responsabilità degli amministratori di società a responsabilità limitata per i danni ad essa cagionati da operazioni illegittime, il giudice ben può tenere conto, al fine di ricostruire l'andamento degli affari sociali, e di valutare gli effetti concreti dell'operato degli amministratori medesimi, delle risultanze di scritture contabili informali (una sorta di “contabilità nera”) e libri sociali la cui tenuta, avvenuta in modo difforme dalle prescrizioni di legge, già di per sé può costituire autonoma fonte di responsabilità (Cass., n. 6471/ 2003; Cass., n. 12454/2016). I libri sociali obbligatoriIl primo libro menzionato dall'art. 2478 è il libro delle decisioni dei soci, nel quale sono trascritti senza indugio sia i verbali delle assemblee, anche se redatti per atto pubblico, sia le decisioni prese mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto. La trascrizione nel libro non costituisce condizione di efficacia della decisione, ma da essa decorrono i termini ai fini del recesso e delle impugnazioni (Zanarone, 1189). La norma prevede, poi, il libro delle decisioni degli amministratori. Si ritiene che il libro in argomento debba essere tenuto anche in caso di amministrazione pluripersonale, congiuntiva o disgiuntiva (Cagnasso, 280) ed in caso di amministratore unico (Patriarca ,393. Contra Arcidiacono, 706). In caso di sistema di amministrazione consiliare, il libro deve, comunque, riportare le eventuali dichiarazioni di dissenso di singoli amministratori rispetto all'assunzione di decisioni collegiali o rispetto a fatti o omissioni individuali (Colombo G.E., 10; Arcidiacono, 701). Infine, è prevista la tenuta del libro delle decisioni del collegio sindacale. La dottrina ritiene comunque obbligatoria la tenuta del libro in argomento anche qualora l'organo di controllo sia costituito da un solo membro effettivo Santini 579; Arcidiacono, 713). L'abolizione del libro dei sociIn sede di conversione del d.l. 29 novembre 2008, n. 185 nella l. 28 gennaio 2009, n. 2, il legislatore ha disposto, per le società a responsabilità limitata, l'abolizione del libro soci e previsto l'obbligo di iscrivere presso il registro delle imprese le informazioni già contenute nel predetto. Nel regime previgente, nel libro dei soci andavano indicati: il nome dei soci; la partecipazione di spettanza di ciascuno, i versamenti fatti sulle partecipazioni, le variazioni nelle persone dei soci, i vincoli sulla partecipazioni. Inoltre, sebbene non espressamente previsto, era anche necessario indicare il domicilio dei soci ove doveva essere inviata la convocazione all'assemblea. Nel sistema previgente, poi, l'efficacia dell'atto di trasferimento della partecipazione sociale diveniva efficace nei confronti della società solo a seguito della relativa iscrizione nel libro soci: solo da tale data, l'acquirente della quota acquistava la qualità di socio e poteva esercitare i diritti sociali. A seguito dell'abolizione del libro in argomento, tutti gli effetti che prima si ricollegavano alla iscrizione nel libro soci dipendono oggi dal deposito e dalla conseguente iscrizione dell'atto presso il registro delle imprese. Ciò posto, la dottrina e la giurisprudenza si sono interrogate in ordine alla possibilità per gli atti costitutivi di prevedere una disciplina conforme alla normativa abrogata. Si ammette che lo statuto possa prevedere l'introduzione del libro soci al fine di colmare le lacune informative derivanti dal sistema del registro delle imprese (così Arcidiacono, 696; Meli, 36). Controversa è, invece, la possibilità di istituire il libro dei soci con funzione legittimante verso la società. Da taluni si è osservato che una simile ipotesi (a favore della quale si è espresso il Consiglio Notarile di Milano con la massima n. 115) comporterebbe una vanificazione dell'intento perseguito dal legislatore di valorizzazione del registro delle imprese anche ai fini dell'opponibilità del trasferimento delle partecipazioni sociali nei confronti della società, con la conseguenza che deve escludersi l'ammissibilità della clausola statutaria che introduca il libro soci condizionando l'esercizio dei diritti sociali al previo ottenimento dell'annotazione sul libro. L'introduzione statutaria del libro soci può svolgere, in questa prospettiva, soltanto una funzione informativa di fatto (Arcidiacono 698; Meli, 3). In tal senso si è espressa anche la giurisprudenza secondo la quale è nulla per manifesto contrasto con la norma imperativa dell'art. 2470, comma 1, c.c. la clausola statutaria che subordina e differisce l'esercizio dei diritti sociali del cessionario di una quota di s.r.l. al momento dell'iscrizione nel libro dei soci dalla società volontariamente istituito (Giudice registro Verona, decr., 14 settembre 2009, in Soc., 2009, 1497). Il medesimo orientamento è stato fatto proprio anche dal Trib. Roma ord., 15 gennaio 2015) che ha osservato che, pur non potendosi escludere che i soci abbiano legittimamente la possibilità di istituire e prevedere la tenuta del libro soci anche solo per finalità pratiche, deve invece escludersi la possibilità di continuare a subordinare all'iscrizione nel libro soci, volontariamente istituito e tenuto dall'amministratore, l'efficacia, di fronte alla società, dell'atto di trasferimento di partecipazioni sociali. I contratti con l'unico socioL'ultimo comma della norma in commento prevede che i contratti della società con l'unico socio o le operazioni a favore dell'unico socio sono opponibili ai creditori della società solo se risultano dal libro delle decisioni degli amministratori o da atto scritto avente data certa anteriore al pignoramento (cui va equiparata la dichiarazione di fallimento). Il legislatore ha così stabilito oggi che — ferma restando la validità degli atti — l'esecuzione delle formalità previste condiziona soltanto l'opponibilità nei confronti dei soli creditori sociali dei contratti e delle operazioni concluse tra la società e l'unico socio di essa. Il concetto di «operazioni» ricomprende ogni atto, anche unilaterale, che coinvolga la società ed i cui effetti ricadano nella sfera patrimoniale del socio unico (Rosapepe, 101): vi rientrano, quindi, la rinunzia ad un diritto vantato nei confronti del socio, la fideiussione della società per un debito del socio (Ibba ,101) e il contratto a favore del terzo in cui la società figuri quale stipulante ed il socio quale terzo beneficiario. BibliografiaAbriani, in Comm. Gabrielli, Milano, 2015; Ambrosini, in Comm. Niccolini-Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; Angelillis-Sandrelli, in Comm. 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