Codice Civile art. 2482 ter - Riduzione del capitale al disotto del minimo legale123.

Guido Romano

Riduzione del capitale al disotto del minimo legale123.

[I]. Se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al disotto del minimo stabilito dal numero 4) dell'articolo 2463, gli amministratori devono senza indugio convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo.

[II]. È fatta salva la possibilità di deliberare la trasformazione della società.

 

[1] V. nota al Capo VII.

[2] Con riferimento alle misure connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19, v. le disposizioni temporanee in materia di riduzione di capitale di cui all’art. 6 d.l. 8 aprile 2020, n. 23, conv., con modif., in l. 5 giugno 2020, n. 40, come sostituito dall’art. 1, comma 266,  l. 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021).

[3]  Per la sospensione degli obblighi di cui al presente articolo vedi l'art. 8, comma 1, d.l. 24 agosto 2021, n. 118, conv. con modif., in l. 21 ottobre 2021, n. 147.

Inquadramento

La norma completa la disciplina della riduzione del capitale per perdite prendendo in esame l'ipotesi in cui dette perdite abbiano intaccato il capitale sociale in modo tale da ridurlo al di sotto del minimo legale (fissato in €. 10.000,00).

La norma viene, dunque, in rilievo sulla base di due presupposti (Revigliono 909): 1) la perdite è superiore ad un terzo del capitale; 2) il capitale sociale risulta inferiore al minimo richiesto per il tipo sociale.

La norma pone a carico degli amministratori l'obbligo di convocare senza indugio l'assemblea per la deliberazione concernente la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo. L'assemblea, poi, dovrà procedere in tal senso salvo che non preferisca deliberare lo scioglimento della società (Benatti 775).

Come già evidenziato in sede di commento all'art. 2482 bis, l'interpretazione della locuzione “senza indugio” conduce alla conclusione che la convocazione deve avvenire entro una data sufficientemente ravvicinata al momento in cui l'organo gestorio era a conoscenza o poteva rilevare l'esistenza della perdita e le sue conseguenze sul capitale.

Proprio perché costituisce una specificazione della fattispecie di cui all'articolo che precede, anche in tal caso, gli amministratori saranno obbligati alla redazione della relazione sulla situazione patrimoniale ed al suo deposito presso la sede della società negli otto giorni anteriori all'assemblea.

Le deliberazioni dell'assemblea

L'assemblea ha l'obbligo di procedere alla riduzione del capitale ed alla sua contestuale ricostituzione fino al minimo legale, non potendo, al contrario, riportare a nuovo le perdite così rinviando la decisione all'esercizio successivo (Revigliono 911).

In difetto di tali deliberazioni, si verificherà la causa di scioglimento di cui all'art. 2484 n. 4.

È stato, quindi, evidenziato che lo scioglimento non costituisce automatica conseguenza diretta della perdita del capitale, ma delle deliberazioni dell'assemblea (Zanarone 1720). Successivamente alla messa in liquidazione, la ricostituzione del capitale sociale sarà possibile, ma solo se funzionale alla revoca dello stato di liquidazione (Benatti 777).

Quanto alla sottoscrizione dell'aumento di capitale, trova applicazione l'art. 2481 bis comma 1 che vieta all'assemblea di escludere o limitare il diritto spettante ai soci (Zanarone 1726) al fine di evitare operazioni in pregiudizio della minoranza.

È però possibile che i soci, all'unanimità, deliberino di offrire in tutto o in parte a terzi le quote di nuova emissione (Revigliono 911) ovvero la quota non sottoscritta dai soci (Benatti 779).

Alternativamente alla descritta operazione sul capitale, l'assemblea può comunque deliberare la trasformazione della società in società di persone. Tale trasformazione può avvenire, alla luce del tenore letterale della norma, senza previa riduzione del capitale (Galletti 509; Spolidoro, 23; contra, Zanarone, 1733).

L'azzeramento del capitale sociale

Si ritiene che la norma trovi applicazione anche al caso in cui le perdite abbiano completamente azzerato il capitale sociale (Zanarone 1738), quando cioè il patrimonio netto sia pari a zero ovvero negativo. In tale seconda ipotesi, la differenza dovrà essere coperta con versamenti dei soci (Benatti 778).

Anche in tal caso, la deliberazione può essere assunta a maggioranza, in quanto il socio ha diritto alla sottoscrizione dalla quale dipende il permanere dello status di socio (Zanarone 1740, Bartalena, 1688).

Un socio che, nel caso di azzeramento del capitale sociale e contestuale delibera di aumento, non provveda alla sottoscrizione, perde la propria qualità di socio. La mancata partecipazione del socio al ripianamento delle perdite determina la sua estromissione dalla società (Trib. Busto Arsizio, 25 gennaio 2005, in Vita Not., 2006, 2, 1, 823 e in Soc., 2006, 891).

I versamenti dei soci

Secondo una parte della dottrina, il tenore della norma non consentirebbe ai soci di evitare la riduzione ed il contestuale aumento del capitale mediante dei versamenti eseguiti a copertura delle perdite (Galletti 508).

Altri equiparano la copertura attraverso i versamenti soci alla riduzione e ricostituzione del capitale evidenziando, in particolare, che i versamenti, salva diversa imputazione, costituiscono sostanzialmente riserve facoltative idonee a porre rimedio alla situazione della società (Benatti 779; Giannelli, 342).

Tale seconda ricostruzione è seguita in giurisprudenza secondo la quale i versamenti dei soci, genericamente denominati in conto capitale, sono destinati ad incrementare il patrimonio della società, avendo natura di riserva (facoltativa). La loro utilizzazione rimuove il presupposto della riduzione obbligatoria, facendo venire meno la necessità di ricorrere alla procedura di ricostituzione del capitale (App. Genova, 30 novembre 2005, in Soc. 2007, 1487; Trib. Genova, 12 febbraio 2002, in Soc., 2003, 616 nonché Trib. Avezzano 2 dicembre 2004, Soc., 2005, 617).

Bibliografia

Clericò S., Regola unanimistica nelle assemblee della s.r.l. e limiti all'autonomia statutaria, in Riv. Not., 2, 2006, 536; De Luca N., La riduzione del capitale sociale, in AA.VV., La nuova società a responsabilità limitata, a cura di Bione M., Guidotti R., Pederzini E., in Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell'economia, diretto da Galgano F., Padova, 2012; Giannelli G., Le operazioni sul capitale, in Trattato delle società a responsabilità limitata, vol. IV, a cura di Ibba C. e Marasà G., Padova, 2009; Guerrera F., Le modificazioni dell'atto costitutivo. Profili generali, in Trattato delle società a responsabilità limitata, vol. IV, a cura di Ibba C. e Marasà G., Padova, 2009; Magliulo, Le modifiche dell'atto costitutivo, in La riforma della società a responsabilità limitata, a cura di Caccavale, Magliulo, Maltoni, Tassinari, Milano, 2007; Marasà, Maggioranza e unanimità nelle modificazioni dell'atto costitutivo della s.r.l., in Abbadessa, Portale (diretto da), Il nuovo diritto delle società. Liber amicorum Gianfranco Campobasso, III, Torino, 2007; Racugno, Le modificazioni del capitale sociale nella nuova S.r.l., in Riv. Soc., 2003, 832; ;

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